TRANSUMANZA

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domenica 29 giugno 2008

Eco-sostenibilita’ premiata a Damanhur.

Si chiama Aval, e’ un edificio- “nucleo abitativo” della Federazione di comunita’ di Damanhur e ricade sotto la giurisdizione del comune di Cuceglio (To). Considerato all’altezza dei migliori parametri di sostenibilita’, e’ stato premiato con una bandiera verde dalla FEE (Foundation For Environmental Education), nell’ambito del programma di educazione ambientale “Green Home”.

La Federazione di comunita’ di Damanhur rappresenta una delle piu’ importanti esperienze comunitarie del GEN (Global Ecovillage Network) e della RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici). In virtu’ di questo, l’ecologia non puo’ non essere una sua “pietra angolare”. Se parlare di ecologia, oggi, e’ consuetudine diffusa, praticarla lo e’ sicuramente meno, non foss’altro per alcuni costi iniziali. Fare seriamente ecologia richiede dunque solidita’ e, nella misura in cui i costi vengono ammortizzati nel giro di pochi anni, lungimiranza.
A Damanhur, esperienza ultratrentennale, mi sembra siano presenti entrambe le qualita’ ed una delle cartine di tornasole puo’ essere il primato italiano, della Federazione, per le dimensioni dell’impiantistica fotovoltaica.

Il nucleo abitativo Aval
In linea generale, i damanhuriani sono organizzati in nuclei familiari, ciascuno dei quali composto da una ventina di persone che gestiscono una o piu’ case comuni. Nel nucleo Aval vivono 16 persone: 5 coppie e 6 singles ed una diciassettesima dovrebbe giungere, concedendomi una virata fiabesca, a cavallo di una cicogna.
Ogni coppia ha una propria stanza e, nella misura del possibile, anche ogni single.
L’edificio ha una superficie lorda di circa 800 metri quadri e puo’ ospitare sino a 25 persone. La costruzione e’ stata realizzata a tempo di record: in otto mesi una tra le case piu’ sostenibili d’Italia e’ subentrata ad un vigneto. Le persone che hanno aderito al progetto ed ora abitano Aval sono tutte piuttosto giovani (l’eta’ media e’ 34 anni). In genere condividono “il rito” del pasto serale, dato che durante il giorno sono, tendenzialmente, impegnate dentro e fuori la Federazione.
La casa viene volutamente mantenuta “aperta verso l’esterno”. Il salone centrale ha la parete posteriore, con vista su una casa vicina, interamente “finestrata”. Inoltre, ai margini del giardino, non sono state messe, come spesso accade nelle abitazioni convenzionali, “siepi divisorie”. Tutto questo, mi diceva Corvo, uno degli abitanti del nucleo, per creare un respiro ed una comunicazione anche visuale. I rapporti con il vicinato, del resto, sono ottimi e questa qualita’, mi diceva sempre Corvo, si estende praticamente all’intero comune ed alle stesse istituzioni, pur in presenza di un’importante ma non discriminante differenza: l’appartenenza o meno alla Federazione di Damanhur.

Due chiacchiere illuminanti con Corvo
Corvo e’ un importante ed appassionato riferimento per gli aspetti tecnici della costruzione. Oltre ad essere un buon tecnico e’ anche un artista, un orafo per la precisione e lavora in collaborazione con l’oreficeria damanhuriana.
“Questa casa”, mi dice nel corso di un’intervista, “assieme alla vicina fattoria Prima Stalla (una vecchia struttura rurale totalmente trasformata dai damanhuriani e dove si praticano agricoltura ed allevamento biologici) ha ottenuto il premio FEE perche’ e’ stata pensata e costruita per essere ad impatto ambientale molto basso, sia per quanto riguarda la costruzione, realizzata con materiali il meno possibile di sintesi, sia per le modalita’ adottate per valorizzare al massimo il consumo energetico, evitando qualunque spreco”.
Fatta questa premessa, Corvo si sofferma su aspetti che potrebbero sfuggire ad un occhio poco attento, in primis di natura estetico-geometrica: “questa casa e’ a semicerchio. La semicircolarita’, oltre ad avere una funzione estetica, e’ da ricondursi ad uno studio legato alle forme. Essendo un’abitazione che deve ospitare una famiglia, dunque un’energia mista maschile e femminile, deve riunire i due aspetti. Le forme maschili sono in genere molto squadrate, come si puo’ dedurre dall’osservazione, ad esempio, di una caserma. Essendo questa una casa per una famiglia, associa forme semicircolari a forme squadrate, ad esempio quelle del salone centrale. Bilanciando i due aspetti, abbiamo creato una sorta di coppa rivolta verso sud, di modo che la luce solare ed il calore possano essere acquisiti pienamente dall’edificio, il cui tetto stiamo finendo di ricoprire con pannelli fotovoltaici”.
Le stanze sono state sapientemente collocate nelle due aree-sud della casa -che si dipartono dal salone centrale costituendone come due ali- e si dispongono lungo un corridoio esposto a nord, al lato piu’ freddo, che le preserva fungendo da “intercapedine protettiva”.
“Si e’ cercato di creare una struttura che riuscisse a far convivere l’aspetto comunitario con quello privato”, sottolinea Corvo, “per cui le stanze che si trovano sulle due ali hanno una loro privacy, garantita anche dalla curvilineita’ del corridoio, che non consente facilmente, ad esempio, a chi si trova nel salone centrale di vedere chi entra e chi esce dalle diverse porte. La riservatezza, tuttavia, viene bilanciata dalla caratteristica strutturale dell’edificio per cui, per accedere agli spazi personali, si e’ comunque costretti ad attraversare lo spazio comune…per evitare tendenze solipsistiche”.

Alcuni dati da “scheda tecnica”
Stando ad una relazione illustrativa dei damanhuriani, la struttura e’ stata realizzata con blocchi in laterizio microporizzato tramite l’aggiunta di farina di legno, per garantire isolamento, traspirazione ed inerzia termica.
Circoscrivendo l’utilizzo del cemento alle sole fondamenta, sono state impiegate malte confezionate con calci naturali e, per l’intelaiatura del tetto, pannelli di legno lamellare. Per aumentare l'isolamento termico, tanto sulle pareti esterne quanto sul soffitto e' stato applicato un cappotto in pannelli di fibre di legno. I serramenti (finestre e porte-finestre) sono realizzati, a loro volta, in legno lamellare di forte spessore mentre le porzioni trasparenti hanno vetri di ultima generazione, dotati di camera riempita di gas argon e coating magnetronico basso-emissivo.
Il riscaldamento ed il raffrescamento sono affidati a pannelli radianti a pavimento e a parete che massimizzano il comfort abitativo con il minimo dispendio energetico. Le acque piovane vengono accumulate in due serbatoi interrati ed utilizzate per gli sciacquoni dei wc e laddove non sia necessaria acqua potabile.
La produzione dei fluidi caldi o freddi per la climatizzazione invernale ed estiva è affidata a due pompe di calore a metano che scambiano energia con acqua di profondita', di cui si utilizza la temperatura. I fluidi caldi e freddi sono accumulati in due serbatoi da 2000 litri ciascuno. Il rendimento della climatizzazione estiva risente positivamente della presenza di una piscina riscaldata che consente di mantenere sufficientemente bassa la temperatura dei fluidi caldi.
La produzione di calore è integrata da pannelli solari termici disposti sul fronte in terra armata e collegati al serbatoio di accumulo dell’acqua calda sanitaria da 2000 litri che può scambiare energia con l’accumulo del fluido caldo in entrambe le direzioni.
Particolarmente efficace, al punto da essere stato premiato da un finanziamento europeo, il sistema di ricambio dell’aria. Questa viene veicolata da un pozzo nel giardino. A seconda della stagione, si scalda o si raffredda nei 15 metri che percorre a circa un metro e mezzo di profondita’, nella terra, per arrivare nell’edificio (il sottosuolo, alle nostre latitudini, ha una temperatura, costante, di 12-13 gradi). Giunta nella centrale tecnica, ha modo di scambiare termicamente con l’aria in uscita (di circa 19 gradi, gli stessi degli ambienti interni dell’edificio). Immessa nell’ambiente, da bocchettoni alti sulle pareti, e’ quasi alla temperatura ideale. Necessita di appena qualche “ritocco”, di un paio di gradi aggiuntivi in inverno, dalle fonti energetiche rinnovabili. In questo modo non e’ necessario aprire spesso le finestre (il ricambio d’aria, con il sistema illustrato, avviene 8 volte in un’ora), evitando cospicue perdite di calore.
Per la produzione di energia elettrica è stato installato un impianto da 20 kWp ed è in programma una ampliamento per portare la potenza installata a 60 kWp, sfruttando interamente la superficie del tetto del nuovo fabbricato. A fronte di tutto questo ed altri dettagli tecnici su cui ho deciso di sorvolare, quali sono i costi? Quelli iniziali sono stati senz’altro piuttosto elevati ma oggi, per la gestione dell’edificio, sono inferiori di circa diecimila euro annui rispetto a quelli di una stessa struttura realizzata in maniera convenzionale. In cinque anni i costi iniziali dovrebbero dunque essere ammortati, poi si potra’ solo andare in attivo.

12 e 13 luglio 2008: week end teorico della psicosomatica olistica al Villaggio Globale (LU).

Il Villaggio Globale vuole essere una “Citta’ della Pace”, della salute psicofisica, delle vacanze naturali e della nuova cultura olistica. E’ stato realizzato nell’ambito della splendida Villa Demidoff, dal nome del principe russo, Anatoli Demidoff, che la costrui’ sulle rive di un torrente. Si propone -in armonia con le direttive educative e culturali dell’ONU e dell’UNESCO- come uno dei posti ideali dove coltivare una coscienza planetaria ed ecologica e le migliori condizioni di sviluppo dell’ “Uomo Nuovo”.
Il Villaggio Globale e’ in contatto con gli ecovillaggi del GEN (Global Ecovillage Network), i centri del Club di Budapest, la rete della pace di Peacelink e Peace 2000, i centri della Lama Gangchen World Peace Foundation e gli Osho Meditation Centers. Di seguito le specifiche dell'evento che si terra' prossimamente nella sua sede, riprese dalla newsletter del CONACREIS: Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunita’ di Ricerca Etica, Interiore e Spirituale (www.conacreis.it).


Quest'anno il weekend teorico della psicosomatica olistica e la settimana che seguirà saranno un evento di particolare importanza e interesse dal punto di vista scientifico e olistico. Sabato 12 e Domenica 13 oltre alle materie di base presentate dal dott. Nitamo Montecucco, dal dott. Roberto Sassone, dalla dott. Luisa Barbato e dalla dott. Silvia Ghiroldi, avremo come nostri ospiti alcuni importanti membri del comitato scientifico del Club di Budapest che terranno delle brevi lezioni sui loro argomenti specifici all'interno del modello psicosomatico e del paradigma olistico. I nostri ospiti saranno: i Fisici quantistici Prof. Emilio del Giudice, Dott. Marco Pettini e Dott. Annagrazia Sola che parleranno dei principi della coerenza quantistica, della non località e delle basi fisiche della salute, il Dott. Francesco Bottaccioli ricercatore del libro PNEI: PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (RED Ed.), il Prof. Piermario Biava ricercatore sulle cure alternative del cancro e autore del libro "La cura del cancro e il senso della vita", lo psichiatra Dott. Mario Betti che tratterà delle basi della psichiatria olistica, la neuropsichiatra infantile Dott. Vittoria che parlerà della plasticità e della capacità di rimodellazione del cervello. Le due giornate saranno anche videoregistrate e diventeranno parte di un filmato sul modello e il paradigma olistico psicosomatico. Saranno presenti anche il Dott. William Giroldini che presenterà l'ultimo modello di Brain Olotester a 12 canali per l'analisi della coerenza elettroencefalaografica del cervello, e il dott. Valerio Dallago della "Sistemi" che presenterà alcune ricerche sulla coerenza elettroquantistica applicata alla cura globale dell'essere umano.

Associazione Villaggio Globale - Villa Demidoff - 55021 Bagni di Lucca (LU)
http://www.globalvillage-it.com/, Tel. 0583.86404, Fax 0583.805623 - E-mail: info@globalvillage-it.com
Per iscrizioni telfonare o inviare una e-mail.

venerdì 13 giugno 2008

Maestro Karampal Singh: “autentiche” lezioni di yoga e Moksha Tourism.

Il Maestro Karampal Singh, indiano sikh, si e' formato in un ashram, nei pressi della celebre citta' di Agra, di una delle piu' antiche scuole di yoga, legata al Siddha Sampradaya. In gioventu' ha studiato in Italia, all'universita' per stranieri di Perugia. In seguito ha iniziato a lavorare nel turismo, soprattutto accompagnando gruppi di turisti italiani alla scoperta dell'India profonda. Ha collaborato con Elephanta, Mistral, Franco Rosso, Earth Viaggi e molti altri. Ha anche collaborato con la RAI, in particolare alla realizzazione del programma Taccuino indiano, in onda nel 2006.
Oggi sta creando, insieme al figlio Andrew, una propria agenzia di viaggio per proporre pacchetti di Moksha Tourism. L'ambizione e' quella di offrire, nell'ambito di itinerari indiani meritoriamente desueti, un'opportunita' di evolvere sul cammino della liberazione.
Parliamo naturalmente di una liberazione interiore, la stessa cui hanno alluso, nei millenni, innumerevoli maestri -non ultimo l'eterodosso Gautama Siddharta, piu' comunemente conosciuto come Il Buddha: “colui che ha compreso”-. Parliamo, allo stesso tempo, di una liberazione dalla piu' profonda e condizionante delle paure: la paura della morte.


Karampal, vuoi illustrare a grandi linee il concetto, inedito sino ad oggi, di Moksha Tourism?

La moksha, termine che si puo' tradurre in italiano con “liberazione”, e' il fine ultimo di ogni autentico ricercatore, in particolare hindu, buddista, sikh o jaina. E' la liberazione dal samsara, dal ciclo delle nascite, morti e rinascite e la liberazione dalla sofferenza. Liberarsi dalla sofferenza significa soprattutto liberarsi dalla paura, in particolare dalla paura della morte. La citta' santa di Varanasi e l'India in generale sono l'unico posto, sulla terra, dove e' possibile incontrare la morte faccia a faccia. Sulle rive del piu' sacro dei fiumi indiani: la Ganga, il Gange, la morte convive fianco a fianco con la vita. Sulle rive dove digradano le scalinate dalla citta', i morti vengono bruciati con gesti sapienti, antichi di millenni mentre nel cielo fluttuano gli aquiloni dei bambini che li direzionano a due passi dalle pire. In Occidente molti non vogliono nemmeno sentir parlare della morte e tuttavia ho visto molti miei clienti che, seguendomi lungo alcuni itinerari indiani ed ascoltando quanto condividevo con loro della mia conoscenza, sono riusciti in qualche modo ad arginare, alla fine, la paura piu' profonda dell'uomo. Uno di questi miei clienti ed amici e' stato Tiziano Terzani, di cui consiglio a tutti di leggere i libri. Lui sosteneva che la vita fosse “un giro di giostra”. Era un giornalista molto critico, che non accettava la magia o cose simili ma se si inizia dal suo libro Un indovino mi disse fino ad arrivare a Un altro giro di giostra si capisce che pian piano il suo viaggio in Asia lo ha portato ad approfondire certi concetti che vanno al di la' della cosiddetta superstizione. E' andato dietro ai guru, agli indovini, approfondendo il loro sistema di conoscenza ma alla fine non e' riuscito a credere, nemmeno nel Vedanta. Terzani, per certi versi, e' rimasto fino alla fine un giornalista razionale pero' se all'inizio smontava tutto, alla fine ha iniziato ad essere piu' cauto e, soprattutto, se prima aveva una grande paura della morte, via via che si avvicinava per lui il momento di “andare” ha acquisito una maggiore serenita'. Lui e' venuto molte volte in India, e' riuscito ad immergersi nell'India vera, malgrado tutte le resistenze che da occidentale poteva avere riguardo la sporcizia, la miseria, eccetera. Quando stava per morire di cancro ha soggiornato per un certo periodo a Varanasi ed insieme passeggiavamo, sulle rive del Gange, tra i due ghats (luoghi) crematori della citta': Harish Chandra Ghat e Manikarnika Ghat. L'ultima volta che l'ho visto partire era del tutto sereno. Secondo me, se in un viaggio o in due viaggi con me si arriva a comprendere cosa sia la morte, se con la mia conoscenza riesco a dare anche a 5 persone su 20 che ne incontro, la consapevolezza che la morte non e' la fine ma semplicemente un cambiamento, che non e' una fine ma un inizio perche' in realta' nulla finisce, nulla si crea e nulla si distrugge, penso di aver raggiunto il mio obiettivo.

In che modo aiuti, effettivamente, i tuoi clienti a liberarsi dalla paura della morte?
Si viaggia normalmente poi c'e' del tempo libero -un'ora, un'ora e mezzo al giorno- in cui si puo' discutere liberamente, informalmente, di alcune cose. Naturalmente nei miei pacchetti prevedo anche lezioni di yoga. Lo yoga autentico, tradizionale, e' una via integrale di conoscenza. Io mi sono formato in una delle scuole di yoga piu' antiche dell'India, legata al Siddha Sampradaya. La scuola propone uno yoga completo, preparando in ogni modo: fisico, mentale, spirituale per arrivare ad un livello di conoscenza che possa far comprendere cosa sia la vita e l'oggetto della vita e che cio' che e', e' il cambiamento delle forme. Nella terra quando una certa forma aumenta, le altre forme automaticamente diminuiscono. La massa totale dell'universo e' costante. In una scuola come quella in cui mi sono formato si impara presto che l'io non e' il corpo, e' al di la' del corpo ed e' immortale. Quando una persona arriva alla maturazione piu' profonda di questa consapevolezza, per lei non c'e' mai fine, la fine e' sempre l'inizio. A quel punto quella persona e' la conoscenza attuata, la verita' della verita' ma, attenzione, nessun guru puo' accompagnare un allievo a quel livello. Il guru puo' mostrare la strada e dunque, per ritornare al concetto di Moksha Tourism, il suo fine ultimo (in questo caso e' il viaggio il guru, come lo e' il paese in cui si svolge) e' di far vedere la strada alle persone interessate, la strada che libera dalla paura della morte. Chi realizza pienamente questo genere di liberazione ha i presupposti per vivere uno stato di coscienza assimilabile al concetto buddhista di nirvana. Liberarsi dalla paura della morte e vivere in pace non significa rinunciare a qualche cosa. Si puo' continuare a lavorare, a condurre normalmente la propria vita ma con una qualita' diversa. Io ho avuto moltissimo successo con i gruppi americani, il paese piu' tormentato per questioni legate alla vita frenetica. Oggi ci sono insegnanti di yoga americani e canadesi che viaggiano con me. Io sostengo che lo yoga non consista nel fare quello che il corpo non e' in grado di fare. Nelle mie lezioni propongo alcuni esercizi semplicissimi attraverso cui possono essere stimolate adeguatamente le ghiandole endocrine, senza controindicazioni. Sono una decina di esercizi che consistono in movimenti sottilissimi del corpo che puo' fare anche una persona di 90 anni. A questi si aggiungono 5 tipi di respiro, semplicissimo che sono un vero toccasano. In questo modo si innesta un processo di riequilibrio profondo del corpo e della psiche. Lavorando anche nell'ambito del psycoenergetic healing, ho scoperto delle cose che ho tramandato ai miei allievi medici americani che oggi stanno diffondendo nel mondo. Difatti con il Moksha Tourism si puo' anche imparare molto riguardo la cura completa del corpo: come usare le varie erbe, per quale cura, quale verdura usare in quale circostanza, per giungere ad un'autogestione della salute che renda liberi, nella misura del possibile, dalle farmacie oltre che dalla morte..

I tuoi pacchetti di viaggio, in genere, che tappe prevedono in India?Io sto organizzando viaggi in Rajasthan, nell'India classica, crociere sul Gange poi, ad esempio, ho organizzato un viaggio, nel marzo 2008 e che vorrei riproporre anche nel marzo 2009: c'e' un campo per noi, nel deserto del Rajasthan, dove stiamo due o tre notti a fare yoga e possiamo utilizzare tende o un campo dove c'e' anche una piscina. Il Rajasthan lo fanno in molti operatori turistici ma chi tira fuori, per i clienti, il cuore della razza rajput, facendo vedere la faccia giusta di un guerriero rajput?. Chi e' in grado di farti capire chi sono davvero i rajput, il loro modo di pensare, chi sono gli zingari e da dove sono partiti? Io porto i miei clienti in villaggi di zingari autentici, mostro citta' distrutte, riannodando le diverse fila storiche. Per questi viaggi usiamo alberghi particolari, ad esempio vecchi palazzi, nell'India rurale, dove e' possibile comprendere il paese in profondita'. Considerando un gruppo di 20-25 persone si puo' pensare ad una spesa di 100-120 euro a persona, per quindici o venti giorni. Dunque il pacchetto puo' costare, orientativamente, intorno ai 2000 euro a testa, in alberghi a 4 stelle con pensione completa. Ci sono vari tipi di pacchetti con una dozzina di diversi itinerari. Fino ad oggi ho lavorato con altri ma negli utlimi tempi ho maturato il desiderio di organizzare un'agenzia di viaggi autonoma: la PLAN Voyages. PLAN sta per: people, land, adventure, nature (popolo, terra, avventura, natura). Abbiamo un prezzo onesto e sono anche aperto all'ipotesi di un grossista che voglia lavorare con noi, organizzando tutto noi ed avendo una percentuale onesta sul guadagno.

Immagino che quando alludevi alla “India classica” includessi anche posti imperdibili come Varanasi e Khajurao.
Certamente, Varanasi e' una citta' che puo' essere considerata in qualche modo paradigmatica del Moksha Tourism. E' davvero un posto che si presta a considerazioni di un certo genere, pur tenendosi in itinerari cittadini grossomodo consueti. Per quanto riguarda Khajurao, penso che chi capisce i suoi templi ha modo di comprendere la moralita' stessa dell'India. Oggi tutti parlano del Kamasutra ma nessuno sa bene cosa sia. In realta' e' un libro che dovrebbero studiare i medici. Io dico che tutta la vita e' scolpita sulle mura di Khajurao. Io conosco Khajurao da quando non ci andava nemmeno un turista ed i templi erano ricoperti dalla giungla. Stanno scoprendo templi nuovi ogni giorno. Si parla di templi erotici ma come viene vissuto, realmente, l'erotismo nella civilta' hindu? Dove viene messa la donna, in realta', nella civilta' hindu? Aiutare i clienti a comprendere a fondo questo genere di questioni e' uno dei miei obiettivi. L'uomo oggi vuole essere libero dai concetti sbagliati messi li' da capi religiosi, capi politici per il loro profitto. Un esempio calzante, al riguardo, puo' essere la questione delle caste. Tu sai che Manu parlava delle classi e non delle caste. I bramini hanno dato un'interpretazione sbagliata al termine di Manu per ovvi interessi di dominio e prevaricazione, arrivando ad usare il 70% del popolo, che viveva in condizioni durissime, per avere una vita lussuosa. Leggendo il libro di Manu ne esce una prospettiva molto diversa. E' l'India autentica che la gente deve capire ed imparare a leggere tra le righe. Non e' un'impresa facile date le condizioni profondamente caotiche del paese. Contribuire a liberare dalle idee false, dai pregiudizi, dai fraintendimenti che si possono avere su di una realta' grande e controversa come l'India, liberare, nella misura del possibile, dalle farmacie e dalla paura della morte: ecco l'intento ideale del Moksha Tourism. Questo naturalmente non puo' che offrire dei semi che ciascuno dovra' poi “seguire” e “curare” per proprio conto, pur potendo rimanere, nella misura del possibile, in contatto con me e con i miei colaboratori.

Riferimenti e-mail: karampal_singh@yahoo.com, singh.andrew@gmail.com

martedì 27 maggio 2008

Sabato 14 giugno Convegno a Damanhur; "Il cibo che uccide: inquinamento agricolo"


Prima di dare le specifiche dell'evento, due parole di presentazione della comunita' in cui avra' luogo. Cito dal mio testo Comuni, comunita', ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo.

Damanhur oggi è una delle comunità più interessanti nel mondo ed ha relazioni periodiche con altre comunità quali Zegg, Auroville e Findhorn. Le conquiste che Damanhur ha raggiunto in campo economico, sociale e culturale costituiscono un modello che può ispirare lo sviluppo di altre comunità intenzionali. Essendo attivi nel GEN (Global Ecovillage Network) i damanhuriani prediligono l’uso di cibo, abitazioni e tecnologie energetiche sostenibili. L’Associazione Eco-Damanhur è oggi una delle più attive in questo settore e sta acquistando visibilità a livello internazionale.
(Bill Metcalf, corrispondente internazionale di Communities Magazine).


Damanhur è l’esperienza comunitaria con il maggior numero di membri in Italia (oltre 600, di cui 138 bambini). Allo stesso tempo è la più complessa al punto che si è considerata, per un certo periodo, una nazione o, più precisamente, una città-stato -con bandiera e moneta proprie-.
Continuando sull’onda dei primati, l’esperienza di Damanhur -che ha avuto inizio nel 1975- è anche una delle più antiche nel nostro paese.
Viene anche definita una “comunità acquariana” -al pari del vicino Villaggio Verde- ed ha un indiscusso leader carismatico: Oberto Airaudi.
L’idea di fondare una “città del sole” (Damanhur significa letteralmente “città della luce” ed è ripreso da quello di un’antica città egizia dedicata ad Horus -dio della mitologia- abitata da esoteristi ed iniziati dell’epoca) prende corpo nell’ambito di un centro esoterico di Torino (Centro Horus), fondato da Airaudi e Benedetto Lavagna.
Il luogo su cui avviare il progetto comunitario, nel comune di Baldissero Canavese in Valchiusella, non viene scelto casualmente; è un punto di convergenza di importanti “linee sincroniche”.
Nel 1980 vengono eletti, a Damanhur, un governatore e cinque ministri.
L’anno successivo i damanhuriani si dotano della bandiera e della propria valuta interna: il credito, ancora oggi l’unica utilizzabile nel proprio territorio. Parallelamente aumenta il numero di residenti, al punto che, nel giro di pochi anni, la comunità si dota anche di una propria scuola interna (materna ed elementare).
Nel 1989 i cittadini damanhuriani sono più di trecento, decentrati in tre comunità: la capitale Damjl, Tentyris ed Etulte, i cui edifici vengono riscaldati in maniera quasi del tutto autonoma.
Nello stesso periodo si raggiunge anche una parziale autonomia riguardo alla produzione di energia elettrica.
Oggi, stando ai dati del sito internet www.damanhur.org, si contano a Damanhur oltre 60 attività economiche e di servizio.
Cito: “La maggior parte sono cooperative, riunite in un consorzio, che garantisce con il suo marchio la qualità dei loro prodotti, realizzati seguendo principi etici ed ecologici. Le attività damanhuriane spaziano in molti settori: laboratori d’arte -lavorazione del vetro, mosaico, pittura, scultura, restauro-, ristorazione ed agriturismo, informatica, editoria, ricerca terapeutica, bio-architettura e bio-edilizia”.
Il grande dinamismo di Damanhur, il suo incremento demografico, la sua valorizzazione di antichi mestieri e della produzione artistica stanno portando benessere e vitalità nell’area circostante, i cui indici di depressione ed invecchiamento, a quanto scrive Luigi Berzano, sono alti ed allarmanti.
L’agricoltura viene praticata su circa 80 ettari di terreno, seguendo criteri rigorosamente biologici e copre circa il 50% del fabbisogno alimentare dei damanhuriani.
Vengono allevati caprini, suini, bovini ed alcune specie ittiche.
Si producono ortaggi, frutta, latte e latticini, cereali, vino, olio e miele.
Tutti i prodotti in vendita nei negozi damanhuriani vengono controllati dal laboratorio d’analisi comunitario per scongiurare la presenza di OGM.
È inoltre attiva, a Damanhur, una banca dei semi per la conservazione ed il recupero della biodiversità.
Considerando ancora gli aspetti ecologici:

A) Molti cittadini damanhuriani sono attivi, da anni, sul versante del recupero ambientale, partecipando, in collaborazione con l’Università di Torino, ad un programma di riforestazione delle aree circostanti.

B) Viene profuso molto impegno per il conseguimento dell’autosufficienza energetica.
Cito dal sito:

Oggi, la Federazione è autosufficiente al 50% per le acque sanitarie grazie ad impianti di pannelli solari; al 25% per l’elettricità attraverso impianti fotovoltaici e piccole turbine idriche; al 90% per il riscaldamento a legna, ricavata dalla cura dei boschi. Inoltre, il 35% dei damanhuriani utilizza auto a bio-diesel e il 40% auto a metano o gpl. A breve, la Federazione ha in programma la realizzazione di una centrale a metano da utilizzare sia per il riscaldamento che per il carburante delle auto.

C) Particolare attenzione viene rivolta alle realizzazioni di bioedilizia, volte al recupero ed al risparmio energetico.
Obiettivo della bioedilizia (o dell’edilizia bioclimatica) damanhuriana è la realizzazione di edifici in armonia con l’ambiente naturale, ponendo molta attenzione ad ogni passaggio del processo costruttivo e di reperimento dei materiali.

Oggi Damanhur si definisce un’eco-società: una federazione di comunità ed ecovillaggi con una propria stuttura sociale e politica in continua evoluzione.
Da un punto di vista abitativo i damanhuriani sono organizzati in 44 nuclei comunitari, in ognuno dei quali vivono una ventina di persone distribuite in “case comuni”.
Gli spazi privati sono garantiti dal fatto che coppie e singoli di ogni nucleo hanno diritto ad una propria stanza, mentre bagni cucine ed altri locali sono generalmente oggetto di condivisione.
Il pensiero damanhuriano, su cui non mi soffermo per evitare di banalizzarlo7 e le sue molteplici fonti di ispirazioni trovano espressione anche in una università interna, l’Olami Damanhur.
I suoi corsi si basano sull’insegnamento di Airaudi e sono tenuti da insegnanti damanhuriani con un lungo background di studio ed esperienza sul campo.
Damanhur, del resto, è in grado di formare anche i più piccoli, comprendendo sul suo territorio una “scuola familiare” che oggi ha circa 19 anni di vita ed offre un percorso formativo fino ai tredici anni di età.
La scuola damahuriana viene frequentata da circa 70 allievi, di nazionalità ed età diverse.


Una breve presentazione del convegno

La societa' moderna deve affrontare due contrapposte esigenze: ridurre l'inquinamento chimico alimentare e aumentare la produzione agricola per sfamare una popolazione mondiale in costante crescita.
Come soddisfare entrambe le necessita'?
Su un piatto della bilancia c'e' l'agricoltura convenzionale: attraverso l'uso di prodotti di sintesi, da un lato assicura protezione da parassiti e produzioni abbondanti, ma dall'altro crea consistenti problemi per l'ambiente e la salute, senza offrire alternativa all'escalation di prodotti sempre piu' tossici.
Sull'altro piatto della bilancia c'e' l'agricoltura biologica: utilizza prodotti la cui provenienza organica garantisce da effetti collaterali pericolosi, ma non ha ancora dato prova di garantire una produzione quantitativamente ed economicamente concorrenziale rispetto all'agricoltura convenzionale.
Chi garantira' la salute globale?
Convegno organizzato dall'Accademia dell'Equilibrio.

Programma del convegno

9.15- Saluto delle autorita'

9.30- Il terreno agrario: un patrimonio da salvare, Augusto Marchesini (Libero Docente in Chimica Agraria, Universita' degli Studi di Milano).

10.00- La realta' del fenomeno dell'intossicazione da antiparassitari, Enrico Pira (Medicina del Lavoro, Universita' degli Studi di Torino).

Coffe Breack

11.30- La relazione tra prodotti fitosanitari, tumori ed altre malattie, Lucia Miligi (UO di Epidemiologia ambientale ed occupazionale CSPO di Firenze).

12.00- Tutela della salute edell'economia nel mondo dell'agricoltura: obblighi e responsabilita', Raffaele Guariniello (Sostituo Procuratore della Repubblica in Torino).

12.30- Discussione.

Pausa pranzo

14.30- Consigli per prevenire le intossicazioni in agricoltura, Abele Giovanni Rangoni (Libero docente in clinica urologica).

15.00- TFF, Trasferimento Farmacologico Frequenziale: una scoperta scientifica a sostegno dell'agricoltura, Massimo Citro (medico, psicoterapeuta, ricercatore, scrittore).

15.30- La soluzione di un'agricoltura sostenibile e' il biologico? Chi ci garantisce della sua genuinita'? Gabriella Fornaro Melusine (laboratorio di biologia molecolare Damanhur)

16.00- Intervento preordinato del Presidente dell'Associazione Consumatori Italia Gavino Sanna.

16.30- Discussione.

Moderatore: Giovanni Carlo Fiorucci (Docente di Microbiologia Clinica, Universita' degli Studi di Torino).

Riferimenti utili
Damanhur
Via pramarzo,3 - 10080 Baldissero Canavese - Italia
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giovedì 22 maggio 2008

Presentazione del testo "La contraddizione virtuosa, don Milani e il Forteto"


Prima di dare le specifiche dell'evento e spendere due parole sul testo, credo sia bene presentare la comunita' -Il Forteto, nel Mugello- che ne e', in buona parte, protagonista. Riporto dunque, dal mio sito internet (www.manuelolivares.it), quanto ho scritto in merito a questa bella esperienza comunitaria:

Il Forteto è stata una realtà per lungo tempo impegnata esclusivamente a seguire le proprie complesse vicende interne e solo di recente ha deciso di aprirsi alla costellazione comunitaria italiana.
L’apertura è stata senza riserve, al punto che l’incontro RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici) 2005 ha avuto luogo sui terreni della sua grande tenuta. Sono particolarmente entusiasta di quest’esperienza, non foss’altro perché coloro che la stanno vivendo “sono riusciti ad alchemizzare in una sapiente osmosi un sano spirito imprenditoriale con i migliori principi del vivere comunitario, una buona dose di realismo con una propensione a volare alto”.
Oggi i membri del Forteto sono circa un centinaio, tutti assunti dalla cooperativa agricola comunitaria (che, data la cospicua mole di lavoro, impiega anche 40 dipendenti esterni).
La cooperativa fattura 15 milioni di euro all’anno, esporta prodotti caseari in tutto il mondo ed è una delle maggiori produttrici, in Italia, di carne chianina.
Appena arrivati sulla proprietà si incontra un grande parcheggio e subito dopo un centro commerciale che, all’interno, ha tutta l’aria di un autentico supermercato.
L’offerta è particolarmente poliedrica; dai prodotti biologici, biodinamici e convenzionali a quelli del mercato equo e solidale ed anche della Nestlé.
Parliamo dunque di una comunità ricca (abbiamo avuto modo di visitare, ad esempio, la bella villa padronale, acquisita come parte integrante della tenuta, i suoi eleganti salottini “di rappresentanza” o di semplici chiacchiere post-prandiali) che riesce a cavalcare agevolmente la tigre del mercato ma ha mantenuto saldo, come accennato in apertura, un “radicale spirito comunitario”. Vediamo allora di considerare più a fondo questo aspetto non senza tracciare prima un rapido profilo storico. La cooperativa agricola “Il Forteto” si costituisce nell’agosto del ’77. È composta da un gruppo di circa quaranta giovani “sperimentatori” dell’area di Prato, coinvolti, a loro modo, nel caleidoscopico laboratorio di quegli anni. Sin dal principio le motivazioni non sono meramente economiche, né originano solo da uno smodato amore per la campagna, piuttosto contagioso in quel periodo storico, cupo e creativo ad un tempo. Quello che spinge i ragazzi pratesi ad abbandonare le prospettive della città è soprattutto la voglia di vivere insieme, di condividere un percorso di crescita in un contesto caldo e pulsante di vita naturale, di ridefinire il concetto di famiglia valorizzando le affinità esistenziali più dei semplici legami di sangue. Iniziano dunque a lavorare nei campi in modo avventuroso e precario, nel corso degli anni incontrano problemi anche gravi, quasi insormontabili ma non perdono il loro spirito di gruppo, al punto che del nucleo originario si ritirano “a vita privata” solo quattro persone.
La buona coesione interna consente loro di uscire anche dalle secche peggiori e trovare un’invidiabile stabilità. La maggior parte dello stipendio di ciascun socio della Cooperativa Agricola Il Forteto viene lasciato in una cassa comune per finanziare spese mediche, scolastiche, di ristrutturazione ed altro. La comunità, ad esempio, si occupa di affittare diversi appartamenti per le vacanze estive o di comprare e mantenere automobili di cui può disporre chiunque sia in grado di guidarle. I minori sono complessivamente 22 e questo non in virtù di una smodata fertilità delle donne comunitarie ma di un’esplicita propensione all’accoglienza di persone in difficoltà. Molti adulti del Forteto, dunque, si son fatti dare ragazzi in affido, coerentemente con uno dei valori più sentiti nell’ambito dell’esperienza comunitaria.
Un importante momento di aggregazione per i membri della cooperativa-comunità sono i pasti, che vengono consumati in una sala piuttosto grande, in grado di ospitare lunghi tavoli in legno di castagno.
Dopo cena viene lasciato ampio spazio alla condivisione e questo ha un duplice effetto: organizzare, in maniera informale, il lavoro della cooperativa e lasciare modo a ciascuno di esprimere i propri pensieri ed eventuali disagi, inquietudini e soddisfazioni.
Al momento di dormire uomini e donne vanno in camere separate con tre o quattro posti-letto.
Questo in conseguenza di molte valutazioni, fatte nel corso di diverse assemblee, riguardo le profonde differenze tra l’universo maschile e quello femminile.
Questa formula, tuttavia, non deve essere necessariamente rigida o definitiva.
Nel 1998 è stata istituita, al Forteto, una fondazione che ha iniziato presto ad organizzare convegni con operatori sociali e sanitari sui temi dell’affido, dei diritti dei minori -soprattutto se svantaggiati- e delle relazioni interpersonali.
Sta anche finanziando ricerche di buon livello -ad esempio quella del sociologo Giuseppe Ferroni, pubblicata dalla casa editrice Il Mulino- sugli effetti terapeutici della convivenza comunitaria, al Forteto, su persone segnate da traumi o disagi psicologici.

Ed ora, due parole sul testo "La contraddizione virtuosa, don Milani e il Forteto". Cito dal sito http://www.libreriauniversitaria.it/:

Descrizione

L'educazione è diventata una delle questioni più urgenti del nostro tempo. Le istituzioni a essa tradizionalmente preposte, la famiglia e la scuola, subiscono sollecitazioni che ne mettono in forse la tenuta e il valore, ma sono i modelli culturali e identitari di un'intera società a mostrarsi sempre meno capaci di dare un orientamento ai singoli individui, soprattutto ai più giovani. In questa emergenza, l'alternativa concreta non è respingere le contraddizioni che stringono da ogni lato l'educazione in nome di qualche teorema o di qualche ricomposizione illusoria, bensì viverle e capirle nelle loro ragioni, cercando di trarne risorse impreviste e nascoste. Questa è stata l'esperienza educativa di don Lorenzo Milani, e questa è stata ed è tuttora l'esperienza di solidarietà e di accoglienza della comunità del Forteto: in entrambi i casi l'attenzione per i dimenticati, per gli ultimi, si è rivelata la più grande forza in grado di conferire dignità e significato all'essere umano, stimolandone la creatività e la volontà di riscatto. Gli scritti che compongono questo volume trovano in queste due esperienze il loro argomento o la loro cornice, e aiutano a capire le premesse sociali, antropologiche, filosofiche che le rendono attuali, spendibili. Educare si può se si guarda in faccia la realtà, una realtà composta da altre facce, da altri esseri umani desiderosi come noi di essere riconosciuti.

Dettagli del libro
* Titolo: La contraddizione virtuosa. Il problema educativo, don Milani e il Forteto
* Curato da: Fornari G., Casanova N.
* Editore: Il Mulino
* Data di Pubblicazione: 2008
* Collana: Percorsi
* Pagine: 181


In ultimo, le specifiche dell'evento:

La presentazione del testo avra' luogo all'altana del Castello di Calenzano (FI), venerdi' 13 Giugno 2008 alle ore 21.00. La pubblicazione è stata
prodotta dalla Fondazione il Forteto con il contributo dell'ente Cassa di Risparmio di Firenze.

giovedì 15 maggio 2008

Seconda Giornata Mondiale di Meditazione-Preghiera per la Pace ad Ananda


Riporto di seguito una notizia-flash dalla newsletter della comunita' Ananda Assisi, ispirata
all'insegnamento di Paramahamsa Yogananda e del suo discepolo Swami Kriyananda


Cari amici,
Domenica 18 Maggio 2008 Ananda Assisi ospiterà un grande evento internazionale:la seconda Giornata Mondiale di Meditazione-Preghiera per la Pace, un’iniziativa promossa dal Prof. Ervin Laszlo, candidato al Premio Nobel per la pace,in collaborazione con il Villaggio Globale di Bagni di Lucca e il Club di Budapest.
In tutto il Pianeta, domenica 18 maggio, numerosi gruppi di persone si riuniranno per meditare insieme per la pace e l’armonia sulla terra. Un evento straordinario che mette in profonda relazione diversi gruppi spirituali, dall’Africa al Tibet, dall’Indonesia alle Americhe per ventiquattro ore.
Popoli e nazioni, ognuno con la propria originalità, il proprio costume, il proprio linguaggio si immergeranno in quel silenzio divino che risiede nella parte più profonda dell’uomo e lo porta nella dimensione della coscienza planetaria.
La sincronizzazione tra le genti dei cinque continenti ha lo scopo di ridurre il livello di conflittualità e violenza nel mondo e aiutare a diffondere una maggiore comprensione, tolleranza e capacità di vivere in pace con i propri vicini, sia prossimi sia lontani, e con la natura.
Il pensiero consapevole ha un effetto concreto sulle persone: quando molte persone si riuniscono per focalizzare la propria coscienza sulla pace nel mondo, il risultato può essere estremamente significativo per la diffusione dell’ amore e dell’armonia.
La comunità di Ananda Assisi, che da molti anni ha fatto della meditazione un momento centrale della sua esperienza, è stata scelta, insieme al Villaggio Globale di Bagni di Lucca, come punto di riferimento per l’Italia.
Un luogo ispirante che può ben favorire e ospitare tutti coloro che abbiano il desiderio di unirsi per innalzare e misurare le onde vibrazionali del pianeta.
Il momento centrale di questo evento sarà tra le ore 10.00 e le ore 11.00, di domenica mattina nel Tempio di Luce di Ananda ad Assisi.
Sarà presente il Prof. Ervin Laszlo, filosofo della scienza, candidato al Premio Nobel per la Pace e Presidente del Club di Budapest International, un’organizzazione internazionale che si propone lo sviluppo di una Coscienza globale e di una “Nuova Etica” creando un ponte tra generazioni e culture diverse.
A consolidare e rendere tanto grandioso quanto profondo questo momento sarà la presenza di Swami Kriyananda, che con i suoi 60 anni di discepolato completamente dedicati al suo Maestro, Paramhansa Yogananda, manifesta tutta la bellezza che può essere realizzata da ogni essere in sintonia con la grazia divina.
In questo weekend si celebrerà tra l’altro il suo 82° compleanno e per l’occasione sarà rappresentata la sua opera teatrale, Il Trattato di Pace(17 maggio ore 16:00-18:30)con attori provenienti da diverse comunità e associazioni proprio come simbolo di pace, fratellanza e cooperazione fra gruppi e sentieri diversi.
In contemporanea alla meditazione di domenica 18 nel Tempio di Luce si mediterà anche in tutti i centri Ananda, in Italia e in Europa, e nelle comunità di Ananda in India e negli Stati Uniti. Se non riuscirete a unirvi fisicamente alle meditazioni nei vari centri, potrete farlo tranquillamente a casa, dalle 10.00 alle 11.00 oppure in qualsiasi altro momento di questa giornata: sarà un contributo importante per la pace globale.
Durante la meditazione ad Assisi verrà inoltre condotto un esperimento scientifico, coordinato dal dott. Nitamo Montecucco, medico esperto in psicosomatica, docente presso l’università di Milano e Siena e ricercatore in neuropsicologia degli stati di coscienza.
L’osservazione prevede l’applicazione di una serie di elettrodi sulla testa di alcune persone collegati ad un elettroencefalografo che misura l’attività nel cervello. L’obiettivo è dimostrare che tra gruppi che meditano contemporaneamente, anche se provenienti da percorsi diversi, si ottengono effetti sorprendenti di sincronizzazione degli emisferi cerebrali.
Questa esperienza di carattere scientifico-spirituale può dare al mondo odierno la conferma razionale di quell’intima connessione che da sempre coloro che meditano hanno intuito e sperimentato. Una coerenza significativa tra i cervelli dei due gruppi è la testimonianza oggettiva di una coscienza collettiva che connette gli individui al di là dello spazio-tempo e di ogni differenza di razza o di genere.
Dopo i sorprendenti risultati del primo Global Meditation Day che ha visto riunite un milione di persone in tutti i cinque continenti, l’umanità si riunirà di nuovo per alzare la Coscienza planetaria nella luce della pace, dell’armonia, della fratellanza, della cooperazione.
Tutti siete invitati a partecipare e a portare il vostro apporto concreto in corpo, mente e spirito, per dimostrare che la forza di volontà e del pensiero focalizzato può veramente “cambiare il mondo”.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. - Mahatma Gandhi.

“Uniamoci e cerchiamo di risolvere i nostri problemi con reciproca generosità. In un regime di cooperazione e di scambio altruistici,….Gesù parlò delle vere armi: la pace e l’amore, alle quali prima o poi si dovrà necessariamente ricorrere. Per quanto l’uomo si sia avventurato lungo le strade dell’errore, un giorno dovrà ritornare alle verità immortali.” - Paramhansa Yogananda

”Per portate la pace sulla Terra devi iniziare a crearla nel piccolo pezzo di terra dove vivi. Prega ogni giorno per la pace mondiale, non solo perché cessino lotte e discordie, ma perchè sorga l’alba del Divino Amore sulla Terra”. – Swami Kriyananda

Coordinate evento

Luogo: Ananda Associazione, via Montecchio, 61 Nocera Umbra (PG)
Data: Domenica 18 maggio ore 10:00 -11:00
Ingresso: libero
Organizza l’incontro: Prof. Ervin Laszlo in collaborazione con Ananda Associazione e il Villaggio Globale

Info

Tel. 0742-813620

Ufficio stampa

Amalia Nichetti +39/328-886 37 71 - info@anandaedizioni.it
Nandini Valeria Cerri +39/338-705 60 69 - nandini@ananda.it


Vi preghiamo di registrare la vostra partecipazione sul sito:
www.globalpeacemeditationprayerday.org/register.php
Per cancellare o modificare la vostra iscrizione visita la nostra pagina per le iscrizioni.
Se avete domande, per favore scrivete a ananda@ananda.it
Per più informazioni potete visitare il nostro Website: www.ananda.it