TRANSUMANZA

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giovedì 4 dicembre 2008

La vittoria di Ananda Assisi.

Era gennaio del 2004 e mi ero appena traferito ad Urbino. Mi arriva la notizia di una retata poliziesca ad Ananda Assisi, la comunita’ spirituale fondata da Swami Kriyananda, discepolo di Paramahmasa Yogananda, nel 1984 (per una presentazione della comunita’ rimando al sito internet viverealtrimenti.com). Ricordo fu istintivo prendere la macchina e correre, neve permettendo, ad Ananda per scrivere un articolo per il mensile AAM Terranuova. L’accoglienza fu molto calorosa e, da allora, i rapporti con la comunita’ sono sempre stati eccellenti. Sono dunque lieto di riportare l’articolo che scrissi in quell’occasione, per spiegare un minimo in dettaglio cosa e’ realmente accaduto a seguito di quella retata e, soprattutto, la comunicazione che ho avuto da Ananda in questi giorni.
A 4 anni di distanza, Ananda Assisi ha ottenuto giustizia, regalando una bella vittoria all’intero network comunitario.

L'articolo
Nel 1971 la casa editrice Astrolabio pubblica la terza edizione riveduta (la prima è del 1951) di Autobiografia di un yogi, del maestro spirituale indiano Paramahansa Yogananda (1893-1952).
Da allora il testo non ha cessato di essere ristampato ed è ancora in vendita in molte librerie.
Parliamo insomma di un grande classico, letto da milioni di persone nel mondo.
Al messaggio di Yogananda ha fatto presto seguito un discreto fermento comunitario, coordinato dal suo diretto successore: J. Donald Walters, maggiormente conosciuto come Swami Kriyananda.
A partire dagli anni ’70 verranno dunque fondati, progressivamente, 7 “villaggi Ananda”; 6 in America ed uno in Italia, a pochi chilometri da Assisi, che oggi ospita circa 90 persone.
Limitandoci a considerare il caso italiano, ad Ananda si valorizza moltissimo la dimensione spirituale ma non si trascura, al contempo, quella produttiva.
Nei suoi stabili è attiva una cooperativa di vendita di articoli per la meditazione, cristalli, libri, incensi ecc…, una foresteria ed una casa editrice (Edizioni Ananda).
Sembra tutto procedere nella ricercata armonia quando, il 14 gennaio, la pacifica comunità spirituale ha un risveglio insolitamente poco meditativo.
È difatti oggetto di una perquisizione scrupolosissima della guardia di finanza (80 finanzieri con un cane antidroga ed armi nelle tasche), disposta dal sostituto procuratore Antonella Duchini.
Non viene trovato niente di incriminante ma le accuse presentate sono gravissime: associazione per delinquere, truffa, usura, frode, circonvenzione d’incapace, riduzione in schiavitù e si focalizzano su undici persone indagate.
La stessa gravità delle accuse giustifica il sequestro temporaneo di diversi computer, conti correnti intestati alla comunità per una cifra complessiva di 300000 euro e di 20000 euro in contanti.
Tutto materiale su cui gli inquirenti debbono indagare.
Buona parte dei soldi bloccati, mi hanno detto ad Ananda, servivano per pagare i fornitori e gli stipendi di soci e dipendenti.
Se a questo si aggiunge che le lungaggini burocratiche possono paralizzare per un periodo intollerabile le attività produttive, siamo al rischio di bancarotta.
Stando a quanto hanno scritto giornali locali -che non hanno mancato di parlare di “setta mistica”, “lavaggio del cervello” e spoliazione dei beni degli “adepti”, contribuendo a danneggiare ulteriormente, in totale assenza di prove concrete, l’immagine della comunità- l’inchiesta sarebbe partita da una denuncia proveniente da uno o più familiari di una o più persone “plagiate”.
A parere degli indagati, invece, l’accusa verrebbe da un uomo vissuto in loco per un certo periodo e risentito per non essere riuscito a raggiungere la sperata pace interiore.
A strenua difesa di Ananda, la giornalista e scrittrice Paola Giovetti ed il regista Giacomo Cambiotti, che vi hanno vissuto per un certo periodo di tempo.
Non sono naturalmente gli unici a manifestare la loro solidarietà.
I Radicali umbri, poi, denunciano il tentativo di instaurare, nella propria regione, “un clima paranoico proibizionista di stampo inquisitorio e controriformista”.
Personalmente ho visitato Ananda tre volte ed ho intervistato lo stesso fondatore.
L’impressione che ne ho avuta è di un luogo dove si cerca di vivere in armonia con le proprie convinzioni religiose ed un’autenticità spirituale di cui purtroppo il mondo sembra ormai irrimediabilmente carente.
Da un punto di vista culturale ciò che, credo, penalizzi realtà come Ananda, in particolare in momenti così difficili, è la profonda e diffusa ignoranza di culture religiose altre, che può indurre ad assumere punti di vista univoci e ferocemente preconcetti.
Di qui, nell’universo insulso dei luoghi comuni, chi sceglie, ad esempio, di praticare il karma-yoga (servizio volontario come offerta a Dio) in un ashram o in una comunità religiosa può essere facilmente additato come un individuo psicolabile sfruttato da feroci aguzzini o addirittura ridotto in schiavitù.
(In: AAM Terranuova, marzo 2004.)

La Comunicazione di Ananda in questi giorni
Il giudice respinge fortemente tutte le accuse contro Ananda. Tutti assolti con formula piena. Sabato 22 novembre 2008 è stato un grande giorno per l´opera di Ananda in Europa! Dopo 7 anni di indagini e accuse da parte della Procura di Perugia, il caso intentato contro Ananda per associazione a delinquere con scopi di riduzione in schiavitù, lavaggio del cervello, circonvenzione d'incapace, usura e frode si è concluso con un'assoluzione piena. Tutte le accuse sono totalmente crollate e il giudice dell´udienza preliminare, Dr. Massimo Ricciarelli, ha assolto tutti i componenti di Ananda, emettendo sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste. Una vittoria schiacciante! Questa è la miglior sentenza che il giudice potesse emettere perché implica l´assoluta inesistenza e nullità delle accuse mosse ad Ananda, come se tutto non fosse mai successo, il che significa molto di più di una semplice dichiarazione di innocenza. Gi stessi avvocati, assolutamente fiduciosi dell´esito positivo di questa udienza, sono stati molto ben impressionati per il coraggio dimostrato dal giudice nell´emettere questa sentenza definitiva. Ciò è una dimostrazione straordinaria della forza delle preghiere e della luce della verità.
Vogliamo mandare i nostri più grandi ringraziamenti a tutti coloro che ci hanno sostenuto in questi anni dimostrandoci, con le preghiere e gli aiuti ad ogni livello, solidarietà, fiducia e amicizia.
Ringraziamo i nostri splendidi avvocati che sono sempre stati convinti della nostra innocenza, della sincerità e onestà del nostro operato. La loro presentazione è stata così brillante ed esaustiva da spazzare via ogni dubbio e consentire al giudice di convincersi dell´infondatezza delle accuse ed emettere una sentenza definitiva a nostro favore.
Ringraziamo infine Swami Kriyananda, la cui presenza alla convocazione preliminare, ci ha dato grande sostegno e ha aperto le porte a questa vittoria.
Questa saga legale e le sue conclusioni hanno importanti implicazioni per i movimenti spirituali in Italia ed Europa. Vi invitiamo ad unirvi alla nostra gioia per celebrare questo giorno che rappresenta la chiusura di un vecchio ciclo e segna l´inizio di "un nuovo domani".

Gioia, Gioia, Gioia!
Con gratitudine a Dio e ai Maestri,
La vostra famiglia di Ananda