TRANSUMANZA

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giovedì 10 settembre 2009

Un "Vangelo Psicosintetico" A Hodos.

Ho precedentemente parlato de «l’incontro con Hodos e Fabio Guidi, laddove la psicosintesi si fa comunità».
In questo post, ritorno sul colloquio avuto con Fabio, troppo lungo per non essere riportato in due diversi momenti.
Di seguito, la nostra chiacchierata su di un suo nuovo testo «I miei anni con Gesù», una sorta di “Vangelo apocrifo” personale che Fabio si è voluto concedere per fissare su carta il suo rapporto con il grande, multidimensionale maestro palestinese. Per quanto, gli anni con Gesù di cui parla lungamente non siano i “suoi” ma quelli di S. Tommaso che, prossimo alla fine, in India, racconta al suo discepolo prediletto la lunga esperienza avuta accanto al suo maestro.


La particolarità di questo vangelo è che si basa sulla ricerca storica, e non sulla consueta tradizione della chiesa. Dietro le tradizioni dei vangeli canonici c’è stata tutta una ricerca critica a livello storico, archeologico, eccetera, che ha portato a dei risultati plausibili per farsi un’idea abbastanza fondata di quello che sia successo negli anni della vita di Gesù. Ovviamente, non abbiamo grandi certezze, i dati a nostra disposizione sono scarni ma, in poche parole, trovo che questo vangelo non sia meno attendibile, sul piano storico, dei vangeli canonici, che spesso si trovano perfino in contraddizione tra di loro. In questo vangelo ci sono ben 330 note che ho voluto mettere alla fine per non appesantire il testo, che andrebbe letto come un romanzo per quanto, ad una seconda lettura, può essere visto anche come uno strumento di studio. Voglio far risaltare Gesù come maestro di insegnamenti spirituali che servano all’uomo contemporaneo nella sua inquietudine, nella sua ricerca spirituale, con un linguaggio che possa essere compreso dall’uomo del terzo millennio. Ma in fin dei conti, questo vangelo costituisce la «mia» interpretazione di questo grande maestro, che delinea il mio personale «rapporto» con lui.

A me la figura di Gesù interessa molto, anche da un punto di vista critico, apocrifo. Alcuni anni fa lessi un libro di Maria Fida Hassnain, direttore dell’archivio storico di Srinagar, in Kashmir — Sulle tracce di Gesu’ l’esseno ―. In poche parole la tesi di Hassnain, che rientra in un più vasto filone di pensiero (un predecessore di Hassnain, in questo senso, e’ stato l’ antropologo russo Nicholas Roerich), è che Gesù, negli anni di cui non parlano i Vangeli (non a caso esiste anche un testo, in italiano, che si intitola Gli anni perduti di Gesu’), tra i 13 ed i 30 anni, abbia viaggiato molto. Allora era anche più semplice viaggiare, con pochi soldi, attraverso le vie carovaniere, tra cui la celebre “via della seta”, le stesse percorse da Alessandro Magno tre secoli prima per espandere il suo impero nei territori nordoccidentali dell’India. Secondo questa scuola di pensiero, si sarebbe fermato periodi più o meno lughi in diversi posti dove sarebbe rimasto impresso nel mito, al punto da essere stato conosciuto con diversi nomi; in Persia come Yuzu (storpiatura del suo nome ebraico Joshua), in India Issa o Isha (contrazioni dello stesso).

In questo mio libro non si segue questa ipotesi ma quella per cui Gesù era un maestro esseno presso la comunità di Qumran. Tra l’altro è il racconto (non a caso si intitola I miei anni con Gesù) del discepolo Tommaso che, lui sì, ha evangelizzato l’India e, alla fine della sua vita, scrive ad un suo discepolo la sua “storia” con Gesù. Questo detto, non escludo possano esserci altre ipotesi plausibili.

A mio parere sono abbastanza compatibili, anche Maria Fida Hassnain sostiene Gesù si sia formato presso gli esseni (non a caso il suo libro si intitola Sulle tracce di Gesù l’esseno).


Si, questo è praticamente sicuro…

Anche perchè, come scritto sugli Atti degli apostoli, la prima comunità cristiana, a Gerusalemme, era ricalcata sul modello esseno, pur in presenza di elementi di divergenza.

Certo, i primi cristiani sono andati oltre l’esperienza essena, pur avendone assimilato molti insegnamenti.

Non so se hai visto il film I giardini dell’Eden, liberamente ispirato ai vangeli apocrifi. Da lì emerge una versione, a mio parere, abbastanza verosimile, cioè che Gesù ha un periodo di noviziato presso gli esseni ma poi, per alcune sue visioni eccessivamente innovative, viene cacciato. Io trovo anche abbastanza verosimile che lui, dopo l’esperienza presso gli esseni, abbia continuato ad elaborare una sua visione viaggiando ― perchè allora la conoscenza passava molto per il viaggio, era una conoscenza diretta — e, con un fagotto di stracci, al seguito di carovane di mercanti, sia arrivato fino in India, da sempre un enorme magnete per i “ricercatori di verità”. È anche verosimile pensare che in India abbia avuto accesso ad un conoscenza iniziatica profonda ed articolata che gli ha dato modo, infine, di elaborare una sintesi. Difatti, a ben pensarci, il concetto di incarnazione, di Dio che si fa uomo, è molto orientale. In ambito giudaico Dio è assolutamente trascendente, sostenere che possa farsi uomo è considerato blasfemo, al punto che il sinedrio, prima che i romani condannassero Gesù per lesa maestà, lo condannò per bestemmia, perchè sosteneva di essere della stessa sostanza del padre.


Il motivo è che il messaggio di Gesù era intollerabile per le istituzioni del tempo. Lui stava rivoluzionando il rapporto tra l’uomo e Dio, intendeva eliminare il sacerdozio… ed è stato completamente travisato nel tempo. Infatti il sacerdozio è rimasto ben saldo; Gesù voleva liberare l’uomo dalla Legge e dai suoi rappresentanti legali, ma ancora ne siamo invischiati.

D’accordo ma tornando al concetto del Dio che si fa uomo, questo era presente nell’induismo già diversi secoli prima di Cristo. La Bhagavad Gita ne rappresenta la coronazione ed è del trecento avanti Cristo, grossomodo, per quanto con le datazioni, in India, è sempre difficile essere precisi. Il concetto di avatar (in sanscrito, letteralmente, “discesa”) è comunque molto antico nell’induismo. Rama e Krishna, per esempio, sono considerati avatar, incarnazioni di Vishnu. In poche parole, gli hindu credono che quando il dharma non è più rispettato ed il mondo è a rischio di catastrofe perchè troppo lontano dalle norme dharmiche, l’aspetto conservativo, preservatore della divinità (nella trimurti induista Vishnu) si incarni in un uomo e rimetta ordine. Questo stesso concetto, fatti gli opportuni distinguo, lo ritroviamo nel messaggio di Gesù ed è qualcosa che lui potrebbe aver assimilato in Oriente. La cosa bella è che in India tutti considerano che Gesù sia stato lì, dove è spesso qualificato come Pakka Baba, il maestro (baba) di grande valore (pakka) .

I cattolici credono che Gesù sia nato da una vergine e la devozione popolare è molto legata a quest'idea. Ogni tradizione popolare ha la sua mitologia. Comunque, che Gesù si sia formato in ambiente esseno, abbia viaggiato per poi tornare in Palestina, rimane un’ipotesi. Un'altra è che si sia formato in ambiente esseno, sia diventato un maestro, si sia poi staccato dal movimento ed avvicinato al movimento ribelle degli zeloti (metà dei suoi discepoli erano zeloti, questo e’ attestato storicamente) per cui esiste anche il filone di Gesù rivoluzionario, capo dei ribelli. Sono ipotesi.

Sì, la cosa che destò più scandalo, dopo il ritrovamento dei rotoli di Qumran, era proprio l’ipotesi che Gesù fosse un capopopolo.

Sì, ci sono varie ipotesi, a me piacciono le persone che fondano le proprie ipotesi su dati storici.

Sì, infatti Hassnain ha un approccio di tipo storico anche se spesso non gli è stato riconosciuto. Un ottimo libro, in questo senso, è quello dello storico delle religioni Holger Kersten Jesus lived in India. L’ipotesi che più di tutte sconquassa la chiesa, sostenuta anche da Kersten, della stessa scuola di Hassnain, è quella secondo cui Gesù sia stato in India, sia tornato in Palestina ed abbia predicato. A seguito della pericolosità delle sue idee sia stato crocefisso ma, avendo imparato in India a simulare la morte apparente (è una delle siddhi ― poteri yogici — che si possono acquisire pur senza essere avanzatissimi nella via dello yoga), sia stato deposto dalla croce essendo, in realtà, ancora vivo. Assistito inizialmente da Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea, che avevano preso in consegna il corpo, abbia avuto modo di recuperare le forze e sia tornato in India dove avrebbe vissuto fino a tarda età per poi “lasciare il corpo” ed essere sepolto. A riprova di tutto questo starebbe la sua tomba nella città vecchia di Srinagar, in Kashmir. La tomba c’è e tuttavia questo non significa che sia autentica; gli indiani sono notoriamente dei pataccari tremendi, dunque potrebbe essere di un altro santo, che sia stato fatto passare per Gesù. Ciò non inficia, tuttavia, la verosimiglianza dell’ipotesi indiana. Potrebbe anche essere considerata solo parzialmente, nella misura in cui Gesù, negli anni di cui non parlano i vangeli, potrebbe essere stato, effettivamente, in India, aver elaborato la sua sintesi dottrinaria anche alla luce di quanto vi avrebbe imparato e poi, tornato in Palestina, aver predicato per poi morire, come da vangeli canonici, in croce.
Tornando nel bacino mediterraneo, esiste il filone del Vangelo esseno della pace che rappresenta un’altra versione “non convenzionale” della figura di Gesù. Va considerato che anche sull’ipotesi di Gesù esseno si diverge clamorosamente perchè il Gesù del Vangelo esseno della pace era un pacifista, che curava con i digiuni, era un naturista che si bagnava nel Giordano mentre, secondo alcuni traduttori dei rotoli del Mar Morto, ad esempio Allegro, Gesù era sì un esseno ma anche un “guerrafondaio”.


All’inzio della nuova era, cioè il primo secolo, gli esseni si avvicinavano molto agli zeloti, dai loro ambienti sono usciti, difatti, molti militanti zeloti. Parliamo dunque di un movimento, quello esseno, variegato, con diverse facce. Io ritengo che nel momento in cui c’è un maestro spirituale, questo abbraccia tante, diverse sensibilità per cui io sono convinto che in tutte queste tradizioni antiche ci sia un aspetto di verità ma che, allo stesso tempo, ciascuna di queste abbia voluto ridurre Gesù in un filone. Oggi noi cosa possiamo fare? Possiamo solo entrare in contatto con queste tradizioni, valutarle, vagliarle a livello storico, il più possibile e, alla luce di quelle più credibili, farci una nostra idea personale. In fondo, poi, diventa un confronto individuale con questa figura, per questo il Vangelo psicosintetico che ho scritto si intitola I miei anni con Gesù. Considerando il Vangelo esseno della pace, devo dire che mi ha dato tanto. Ci sono insegnamenti straordinari. Lì viene fuori un Dio-madre, che bilancia la nostra idea del Dio-padre. Uno dei passaggi più belli di quell’apocrifo è che nessuno può arrivare al padre senza passare prima per la madre. La madre nutre, alleva, custodisce il figlio fino a quando ha l’età adatta per essere preso dal padre ed essere introdotto in società. Fa un parallelo tra la crescita dell’individuo e la crescita spirituale. Prima bisogna riconnettersi con la madre-terra, è il messaggio, per avere il nutrimento necessario per cominciare a realizzarsi attraverso le leggi divine, la Legge del Padre. Per cui prima devi essere connesso con te stesso, con la tua base corporea e poi da lì crescere su un piano etico-spirituale, perchè se la tua etica non si appoggia a questa base stai sulle sabbie mobili. È quello che sta succedendo oggi: la gente vuole andare per aria ma sotto non c’è niente. È il problema di molta new age, ad esempio…

Io la new age ho imparato ad odiarla con tutto me stesso, con tutto che ho inziato dalla new age. Avevo bisogno di qualcosa che fosse un’alternativa al nulla. Ricordo a Trento, dove studiavo sociologia, vivevamo in una specie di comune, una situazione proprio squatter, dove nessuno lavava i piatti, le solite situazioni velleitarie che degenerano nello squallore. Pensavo si dovesse trovare qualcosa d’altro per sottrarsi alla dissoluzione. Dunque iniziai con alcuni libri delle mediterranee, dopo che un amico mi parlò del reiki. Andavo proprio a tentoni, poi ho trovato una mia via che mi ha portato fino in India ma la new age l’ha fatta proprio da padrona all’inizio. Credo, in generale, abbia una funzione che poi le ho riconosciuto nei miei libri: per chi brancola nel buio, cioè per la maggior parte delle persone, l’appiglio new age è relativamente semplice e, se non si rimane ad un livello da sempliciotti, può aprire molte prospettive interessanti, che, come dire, “lo trascendano”.

Certo, alla fin fine oggi molti finiscono per iniziare il proprio percorso da lì, l’importante è non arenarsi e far sì che la propria ricerca si raffini sempre di più, evitando derive semplicistiche.

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