TRANSUMANZA

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lunedì 28 dicembre 2009

La vogliamo smettere di fare dell'allarmismo?

Commentando rapidamente l'articolo del Corriere "L'amicizia svuotata nell'era di facebook" che consiglio a tutti di leggere pur rigettando la conclusione disfattista: «L’immagine del vero amico, un’anima affine rara da trovare e molto amata, è completamente scomparsa dalla nostra cultura».
Una conclusione che mi fa venire in mente i "profeti di sciagure", una categoria di intellettuali che, agli esordi del fenomeno televisione, andavano ipotizzando scenari apocalittico-orwelliani di assoluto controllo sociale, eterodirezione e via discorrendo. La storia ha dato loro parzialmente ragione per quanto da quando esiste societa' complessa esistono controllo sociale ed eterodirezione, ieri (oramai) con la tv, oggi, in parte, con alcune espressioni di internet, andando indietro di qualche secolo con tanti altri mezzi, talora insospettabili. Pensiamo per un attimo all'oscurantismo del nostro medioevo ed alla manipolazione delle religioni istituzionalizzate che ha poi portato ad assunti semplicistici (la religione e' l'oppio dei popoli!). Io non so quanti amici abbia su Facebook. So che Facebook e' uno strumento come tanti altri per comunicare, trovare nuovi amici (sui 768 abominati dall'articolo in questione puo' anche darsi che due diventino le tanto idealizzate anime affini) e ri-trovarne di vecchi. Ci si puo' perdere con tutto, anche con un piatto di sanissimi spaghetti biologici se si hanno tendenze bulimiche. L'attitudine allarmista di pseudo-intellettuali spesso di matrice catto-comunista trovo debba essere, oggi,superata. In Italia dobbiamo imparare, una buona volta, ad essere piu' laici e meno manichei. E' una questione di organizzazione mentale, di prospettiva sul mondo, da diventare via via meno parrocchiana in una dimensione globalizzata. Ovvio dire che non ci debba mai abbandonare la consapevolezza e che se diventiamo facebook dipendenti e' perche' ci sono ben altre lacune nella nostra esistenza. Un ottimo antidoto a facebook, alle sue possibili degenerazioni, e' antico quanto il mondo: una maggiore prossimita' interpersonale (ecco il valore delle comunita' intenzionali e degli ecovillaggi anche solo da frequentare, nel momento in cui viverci puo' essee impresa impegnativa, finanche dei gruppi di acquisto se non diventano occasione, come spesso mi sembra accada, di comizi), del viaggio come momento di incontro di un altro non astratto ma in carne ed ossa, con tutta la vanificazione dei luoghi comuni che ne consegue, di una maggiore fisicita' (ecco una prospettiva in cui possono essere recuperati gli abbracci new age) ed in tanti altri modi.
Non rincoglioniamoci dietro a Facebook e prendiamoci qualche sana vacanza dalla rete ma, per cortesia, mandiamo anche in pensione certi modi parrucconeschi di fare informazione.