TRANSUMANZA
QUESTO BLOG E' IN VIA DI SUPERAMENTO. NE STIAMO TRASFERENDO I POST MIGLIORI SUL SITO DI VIVEREALTRIMENTI, DOVE SEGUIRANNO GLI AGGIORNAMENTI E DOVE TROVATE ANCHE IL CATALOGO DELLA NOSTRA EDITRICE. BUONA NAVIGAZIONE!
martedì 27 maggio 2008
Sabato 14 giugno Convegno a Damanhur; "Il cibo che uccide: inquinamento agricolo"
Prima di dare le specifiche dell'evento, due parole di presentazione della comunita' in cui avra' luogo. Cito dal mio testo Comuni, comunita', ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo.
Damanhur oggi è una delle comunità più interessanti nel mondo ed ha relazioni periodiche con altre comunità quali Zegg, Auroville e Findhorn. Le conquiste che Damanhur ha raggiunto in campo economico, sociale e culturale costituiscono un modello che può ispirare lo sviluppo di altre comunità intenzionali. Essendo attivi nel GEN (Global Ecovillage Network) i damanhuriani prediligono l’uso di cibo, abitazioni e tecnologie energetiche sostenibili. L’Associazione Eco-Damanhur è oggi una delle più attive in questo settore e sta acquistando visibilità a livello internazionale.
(Bill Metcalf, corrispondente internazionale di Communities Magazine).
Damanhur è l’esperienza comunitaria con il maggior numero di membri in Italia (oltre 600, di cui 138 bambini). Allo stesso tempo è la più complessa al punto che si è considerata, per un certo periodo, una nazione o, più precisamente, una città-stato -con bandiera e moneta proprie-.
Continuando sull’onda dei primati, l’esperienza di Damanhur -che ha avuto inizio nel 1975- è anche una delle più antiche nel nostro paese.
Viene anche definita una “comunità acquariana” -al pari del vicino Villaggio Verde- ed ha un indiscusso leader carismatico: Oberto Airaudi.
L’idea di fondare una “città del sole” (Damanhur significa letteralmente “città della luce” ed è ripreso da quello di un’antica città egizia dedicata ad Horus -dio della mitologia- abitata da esoteristi ed iniziati dell’epoca) prende corpo nell’ambito di un centro esoterico di Torino (Centro Horus), fondato da Airaudi e Benedetto Lavagna.
Il luogo su cui avviare il progetto comunitario, nel comune di Baldissero Canavese in Valchiusella, non viene scelto casualmente; è un punto di convergenza di importanti “linee sincroniche”.
Nel 1980 vengono eletti, a Damanhur, un governatore e cinque ministri.
L’anno successivo i damanhuriani si dotano della bandiera e della propria valuta interna: il credito, ancora oggi l’unica utilizzabile nel proprio territorio. Parallelamente aumenta il numero di residenti, al punto che, nel giro di pochi anni, la comunità si dota anche di una propria scuola interna (materna ed elementare).
Nel 1989 i cittadini damanhuriani sono più di trecento, decentrati in tre comunità: la capitale Damjl, Tentyris ed Etulte, i cui edifici vengono riscaldati in maniera quasi del tutto autonoma.
Nello stesso periodo si raggiunge anche una parziale autonomia riguardo alla produzione di energia elettrica.
Oggi, stando ai dati del sito internet www.damanhur.org, si contano a Damanhur oltre 60 attività economiche e di servizio.
Cito: “La maggior parte sono cooperative, riunite in un consorzio, che garantisce con il suo marchio la qualità dei loro prodotti, realizzati seguendo principi etici ed ecologici. Le attività damanhuriane spaziano in molti settori: laboratori d’arte -lavorazione del vetro, mosaico, pittura, scultura, restauro-, ristorazione ed agriturismo, informatica, editoria, ricerca terapeutica, bio-architettura e bio-edilizia”.
Il grande dinamismo di Damanhur, il suo incremento demografico, la sua valorizzazione di antichi mestieri e della produzione artistica stanno portando benessere e vitalità nell’area circostante, i cui indici di depressione ed invecchiamento, a quanto scrive Luigi Berzano, sono alti ed allarmanti.
L’agricoltura viene praticata su circa 80 ettari di terreno, seguendo criteri rigorosamente biologici e copre circa il 50% del fabbisogno alimentare dei damanhuriani.
Vengono allevati caprini, suini, bovini ed alcune specie ittiche.
Si producono ortaggi, frutta, latte e latticini, cereali, vino, olio e miele.
Tutti i prodotti in vendita nei negozi damanhuriani vengono controllati dal laboratorio d’analisi comunitario per scongiurare la presenza di OGM.
È inoltre attiva, a Damanhur, una banca dei semi per la conservazione ed il recupero della biodiversità.
Considerando ancora gli aspetti ecologici:
A) Molti cittadini damanhuriani sono attivi, da anni, sul versante del recupero ambientale, partecipando, in collaborazione con l’Università di Torino, ad un programma di riforestazione delle aree circostanti.
B) Viene profuso molto impegno per il conseguimento dell’autosufficienza energetica.
Cito dal sito:
Oggi, la Federazione è autosufficiente al 50% per le acque sanitarie grazie ad impianti di pannelli solari; al 25% per l’elettricità attraverso impianti fotovoltaici e piccole turbine idriche; al 90% per il riscaldamento a legna, ricavata dalla cura dei boschi. Inoltre, il 35% dei damanhuriani utilizza auto a bio-diesel e il 40% auto a metano o gpl. A breve, la Federazione ha in programma la realizzazione di una centrale a metano da utilizzare sia per il riscaldamento che per il carburante delle auto.
C) Particolare attenzione viene rivolta alle realizzazioni di bioedilizia, volte al recupero ed al risparmio energetico.
Obiettivo della bioedilizia (o dell’edilizia bioclimatica) damanhuriana è la realizzazione di edifici in armonia con l’ambiente naturale, ponendo molta attenzione ad ogni passaggio del processo costruttivo e di reperimento dei materiali.
Oggi Damanhur si definisce un’eco-società: una federazione di comunità ed ecovillaggi con una propria stuttura sociale e politica in continua evoluzione.
Da un punto di vista abitativo i damanhuriani sono organizzati in 44 nuclei comunitari, in ognuno dei quali vivono una ventina di persone distribuite in “case comuni”.
Gli spazi privati sono garantiti dal fatto che coppie e singoli di ogni nucleo hanno diritto ad una propria stanza, mentre bagni cucine ed altri locali sono generalmente oggetto di condivisione.
Il pensiero damanhuriano, su cui non mi soffermo per evitare di banalizzarlo7 e le sue molteplici fonti di ispirazioni trovano espressione anche in una università interna, l’Olami Damanhur.
I suoi corsi si basano sull’insegnamento di Airaudi e sono tenuti da insegnanti damanhuriani con un lungo background di studio ed esperienza sul campo.
Damanhur, del resto, è in grado di formare anche i più piccoli, comprendendo sul suo territorio una “scuola familiare” che oggi ha circa 19 anni di vita ed offre un percorso formativo fino ai tredici anni di età.
La scuola damahuriana viene frequentata da circa 70 allievi, di nazionalità ed età diverse.
Una breve presentazione del convegno
La societa' moderna deve affrontare due contrapposte esigenze: ridurre l'inquinamento chimico alimentare e aumentare la produzione agricola per sfamare una popolazione mondiale in costante crescita.
Come soddisfare entrambe le necessita'?
Su un piatto della bilancia c'e' l'agricoltura convenzionale: attraverso l'uso di prodotti di sintesi, da un lato assicura protezione da parassiti e produzioni abbondanti, ma dall'altro crea consistenti problemi per l'ambiente e la salute, senza offrire alternativa all'escalation di prodotti sempre piu' tossici.
Sull'altro piatto della bilancia c'e' l'agricoltura biologica: utilizza prodotti la cui provenienza organica garantisce da effetti collaterali pericolosi, ma non ha ancora dato prova di garantire una produzione quantitativamente ed economicamente concorrenziale rispetto all'agricoltura convenzionale.
Chi garantira' la salute globale?
Convegno organizzato dall'Accademia dell'Equilibrio.
Programma del convegno
9.15- Saluto delle autorita'
9.30- Il terreno agrario: un patrimonio da salvare, Augusto Marchesini (Libero Docente in Chimica Agraria, Universita' degli Studi di Milano).
10.00- La realta' del fenomeno dell'intossicazione da antiparassitari, Enrico Pira (Medicina del Lavoro, Universita' degli Studi di Torino).
Coffe Breack
11.30- La relazione tra prodotti fitosanitari, tumori ed altre malattie, Lucia Miligi (UO di Epidemiologia ambientale ed occupazionale CSPO di Firenze).
12.00- Tutela della salute edell'economia nel mondo dell'agricoltura: obblighi e responsabilita', Raffaele Guariniello (Sostituo Procuratore della Repubblica in Torino).
12.30- Discussione.
Pausa pranzo
14.30- Consigli per prevenire le intossicazioni in agricoltura, Abele Giovanni Rangoni (Libero docente in clinica urologica).
15.00- TFF, Trasferimento Farmacologico Frequenziale: una scoperta scientifica a sostegno dell'agricoltura, Massimo Citro (medico, psicoterapeuta, ricercatore, scrittore).
15.30- La soluzione di un'agricoltura sostenibile e' il biologico? Chi ci garantisce della sua genuinita'? Gabriella Fornaro Melusine (laboratorio di biologia molecolare Damanhur)
16.00- Intervento preordinato del Presidente dell'Associazione Consumatori Italia Gavino Sanna.
16.30- Discussione.
Moderatore: Giovanni Carlo Fiorucci (Docente di Microbiologia Clinica, Universita' degli Studi di Torino).
Riferimenti utili
Damanhur
Via pramarzo,3 - 10080 Baldissero Canavese - Italia
Telefono: +39 0124 512226 - Fax: +39 0124 512371
www.damanhur.org
info@damanhur.org
giovedì 22 maggio 2008
Presentazione del testo "La contraddizione virtuosa, don Milani e il Forteto"
Prima di dare le specifiche dell'evento e spendere due parole sul testo, credo sia bene presentare la comunita' -Il Forteto, nel Mugello- che ne e', in buona parte, protagonista. Riporto dunque, dal mio sito internet (www.manuelolivares.it), quanto ho scritto in merito a questa bella esperienza comunitaria:
Il Forteto è stata una realtà per lungo tempo impegnata esclusivamente a seguire le proprie complesse vicende interne e solo di recente ha deciso di aprirsi alla costellazione comunitaria italiana.
L’apertura è stata senza riserve, al punto che l’incontro RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici) 2005 ha avuto luogo sui terreni della sua grande tenuta. Sono particolarmente entusiasta di quest’esperienza, non foss’altro perché coloro che la stanno vivendo “sono riusciti ad alchemizzare in una sapiente osmosi un sano spirito imprenditoriale con i migliori principi del vivere comunitario, una buona dose di realismo con una propensione a volare alto”.
Oggi i membri del Forteto sono circa un centinaio, tutti assunti dalla cooperativa agricola comunitaria (che, data la cospicua mole di lavoro, impiega anche 40 dipendenti esterni).
La cooperativa fattura 15 milioni di euro all’anno, esporta prodotti caseari in tutto il mondo ed è una delle maggiori produttrici, in Italia, di carne chianina.
Appena arrivati sulla proprietà si incontra un grande parcheggio e subito dopo un centro commerciale che, all’interno, ha tutta l’aria di un autentico supermercato.
L’offerta è particolarmente poliedrica; dai prodotti biologici, biodinamici e convenzionali a quelli del mercato equo e solidale ed anche della Nestlé.
Parliamo dunque di una comunità ricca (abbiamo avuto modo di visitare, ad esempio, la bella villa padronale, acquisita come parte integrante della tenuta, i suoi eleganti salottini “di rappresentanza” o di semplici chiacchiere post-prandiali) che riesce a cavalcare agevolmente la tigre del mercato ma ha mantenuto saldo, come accennato in apertura, un “radicale spirito comunitario”. Vediamo allora di considerare più a fondo questo aspetto non senza tracciare prima un rapido profilo storico. La cooperativa agricola “Il Forteto” si costituisce nell’agosto del ’77. È composta da un gruppo di circa quaranta giovani “sperimentatori” dell’area di Prato, coinvolti, a loro modo, nel caleidoscopico laboratorio di quegli anni. Sin dal principio le motivazioni non sono meramente economiche, né originano solo da uno smodato amore per la campagna, piuttosto contagioso in quel periodo storico, cupo e creativo ad un tempo. Quello che spinge i ragazzi pratesi ad abbandonare le prospettive della città è soprattutto la voglia di vivere insieme, di condividere un percorso di crescita in un contesto caldo e pulsante di vita naturale, di ridefinire il concetto di famiglia valorizzando le affinità esistenziali più dei semplici legami di sangue. Iniziano dunque a lavorare nei campi in modo avventuroso e precario, nel corso degli anni incontrano problemi anche gravi, quasi insormontabili ma non perdono il loro spirito di gruppo, al punto che del nucleo originario si ritirano “a vita privata” solo quattro persone.
La buona coesione interna consente loro di uscire anche dalle secche peggiori e trovare un’invidiabile stabilità. La maggior parte dello stipendio di ciascun socio della Cooperativa Agricola Il Forteto viene lasciato in una cassa comune per finanziare spese mediche, scolastiche, di ristrutturazione ed altro. La comunità, ad esempio, si occupa di affittare diversi appartamenti per le vacanze estive o di comprare e mantenere automobili di cui può disporre chiunque sia in grado di guidarle. I minori sono complessivamente 22 e questo non in virtù di una smodata fertilità delle donne comunitarie ma di un’esplicita propensione all’accoglienza di persone in difficoltà. Molti adulti del Forteto, dunque, si son fatti dare ragazzi in affido, coerentemente con uno dei valori più sentiti nell’ambito dell’esperienza comunitaria.
Un importante momento di aggregazione per i membri della cooperativa-comunità sono i pasti, che vengono consumati in una sala piuttosto grande, in grado di ospitare lunghi tavoli in legno di castagno.
Dopo cena viene lasciato ampio spazio alla condivisione e questo ha un duplice effetto: organizzare, in maniera informale, il lavoro della cooperativa e lasciare modo a ciascuno di esprimere i propri pensieri ed eventuali disagi, inquietudini e soddisfazioni.
Al momento di dormire uomini e donne vanno in camere separate con tre o quattro posti-letto.
Questo in conseguenza di molte valutazioni, fatte nel corso di diverse assemblee, riguardo le profonde differenze tra l’universo maschile e quello femminile.
Questa formula, tuttavia, non deve essere necessariamente rigida o definitiva.
Nel 1998 è stata istituita, al Forteto, una fondazione che ha iniziato presto ad organizzare convegni con operatori sociali e sanitari sui temi dell’affido, dei diritti dei minori -soprattutto se svantaggiati- e delle relazioni interpersonali.
Sta anche finanziando ricerche di buon livello -ad esempio quella del sociologo Giuseppe Ferroni, pubblicata dalla casa editrice Il Mulino- sugli effetti terapeutici della convivenza comunitaria, al Forteto, su persone segnate da traumi o disagi psicologici.
Ed ora, due parole sul testo "La contraddizione virtuosa, don Milani e il Forteto". Cito dal sito http://www.libreriauniversitaria.it/:
Descrizione
L'educazione è diventata una delle questioni più urgenti del nostro tempo. Le istituzioni a essa tradizionalmente preposte, la famiglia e la scuola, subiscono sollecitazioni che ne mettono in forse la tenuta e il valore, ma sono i modelli culturali e identitari di un'intera società a mostrarsi sempre meno capaci di dare un orientamento ai singoli individui, soprattutto ai più giovani. In questa emergenza, l'alternativa concreta non è respingere le contraddizioni che stringono da ogni lato l'educazione in nome di qualche teorema o di qualche ricomposizione illusoria, bensì viverle e capirle nelle loro ragioni, cercando di trarne risorse impreviste e nascoste. Questa è stata l'esperienza educativa di don Lorenzo Milani, e questa è stata ed è tuttora l'esperienza di solidarietà e di accoglienza della comunità del Forteto: in entrambi i casi l'attenzione per i dimenticati, per gli ultimi, si è rivelata la più grande forza in grado di conferire dignità e significato all'essere umano, stimolandone la creatività e la volontà di riscatto. Gli scritti che compongono questo volume trovano in queste due esperienze il loro argomento o la loro cornice, e aiutano a capire le premesse sociali, antropologiche, filosofiche che le rendono attuali, spendibili. Educare si può se si guarda in faccia la realtà, una realtà composta da altre facce, da altri esseri umani desiderosi come noi di essere riconosciuti.
Dettagli del libro
* Titolo: La contraddizione virtuosa. Il problema educativo, don Milani e il Forteto
* Curato da: Fornari G., Casanova N.
* Editore: Il Mulino
* Data di Pubblicazione: 2008
* Collana: Percorsi
* Pagine: 181
In ultimo, le specifiche dell'evento:
La presentazione del testo avra' luogo all'altana del Castello di Calenzano (FI), venerdi' 13 Giugno 2008 alle ore 21.00. La pubblicazione è stata
prodotta dalla Fondazione il Forteto con il contributo dell'ente Cassa di Risparmio di Firenze.
giovedì 15 maggio 2008
Seconda Giornata Mondiale di Meditazione-Preghiera per la Pace ad Ananda
Riporto di seguito una notizia-flash dalla newsletter della comunita' Ananda Assisi, ispirata
all'insegnamento di Paramahamsa Yogananda e del suo discepolo Swami Kriyananda
Cari amici,
Domenica 18 Maggio 2008 Ananda Assisi ospiterà un grande evento internazionale:la seconda Giornata Mondiale di Meditazione-Preghiera per la Pace, un’iniziativa promossa dal Prof. Ervin Laszlo, candidato al Premio Nobel per la pace,in collaborazione con il Villaggio Globale di Bagni di Lucca e il Club di Budapest.
In tutto il Pianeta, domenica 18 maggio, numerosi gruppi di persone si riuniranno per meditare insieme per la pace e l’armonia sulla terra. Un evento straordinario che mette in profonda relazione diversi gruppi spirituali, dall’Africa al Tibet, dall’Indonesia alle Americhe per ventiquattro ore.
Popoli e nazioni, ognuno con la propria originalità, il proprio costume, il proprio linguaggio si immergeranno in quel silenzio divino che risiede nella parte più profonda dell’uomo e lo porta nella dimensione della coscienza planetaria.
La sincronizzazione tra le genti dei cinque continenti ha lo scopo di ridurre il livello di conflittualità e violenza nel mondo e aiutare a diffondere una maggiore comprensione, tolleranza e capacità di vivere in pace con i propri vicini, sia prossimi sia lontani, e con la natura.
Il pensiero consapevole ha un effetto concreto sulle persone: quando molte persone si riuniscono per focalizzare la propria coscienza sulla pace nel mondo, il risultato può essere estremamente significativo per la diffusione dell’ amore e dell’armonia.
La comunità di Ananda Assisi, che da molti anni ha fatto della meditazione un momento centrale della sua esperienza, è stata scelta, insieme al Villaggio Globale di Bagni di Lucca, come punto di riferimento per l’Italia.
Un luogo ispirante che può ben favorire e ospitare tutti coloro che abbiano il desiderio di unirsi per innalzare e misurare le onde vibrazionali del pianeta.
Il momento centrale di questo evento sarà tra le ore 10.00 e le ore 11.00, di domenica mattina nel Tempio di Luce di Ananda ad Assisi.
Sarà presente il Prof. Ervin Laszlo, filosofo della scienza, candidato al Premio Nobel per la Pace e Presidente del Club di Budapest International, un’organizzazione internazionale che si propone lo sviluppo di una Coscienza globale e di una “Nuova Etica” creando un ponte tra generazioni e culture diverse.
A consolidare e rendere tanto grandioso quanto profondo questo momento sarà la presenza di Swami Kriyananda, che con i suoi 60 anni di discepolato completamente dedicati al suo Maestro, Paramhansa Yogananda, manifesta tutta la bellezza che può essere realizzata da ogni essere in sintonia con la grazia divina.
In questo weekend si celebrerà tra l’altro il suo 82° compleanno e per l’occasione sarà rappresentata la sua opera teatrale, Il Trattato di Pace(17 maggio ore 16:00-18:30)con attori provenienti da diverse comunità e associazioni proprio come simbolo di pace, fratellanza e cooperazione fra gruppi e sentieri diversi.
In contemporanea alla meditazione di domenica 18 nel Tempio di Luce si mediterà anche in tutti i centri Ananda, in Italia e in Europa, e nelle comunità di Ananda in India e negli Stati Uniti. Se non riuscirete a unirvi fisicamente alle meditazioni nei vari centri, potrete farlo tranquillamente a casa, dalle 10.00 alle 11.00 oppure in qualsiasi altro momento di questa giornata: sarà un contributo importante per la pace globale.
Durante la meditazione ad Assisi verrà inoltre condotto un esperimento scientifico, coordinato dal dott. Nitamo Montecucco, medico esperto in psicosomatica, docente presso l’università di Milano e Siena e ricercatore in neuropsicologia degli stati di coscienza.
L’osservazione prevede l’applicazione di una serie di elettrodi sulla testa di alcune persone collegati ad un elettroencefalografo che misura l’attività nel cervello. L’obiettivo è dimostrare che tra gruppi che meditano contemporaneamente, anche se provenienti da percorsi diversi, si ottengono effetti sorprendenti di sincronizzazione degli emisferi cerebrali.
Questa esperienza di carattere scientifico-spirituale può dare al mondo odierno la conferma razionale di quell’intima connessione che da sempre coloro che meditano hanno intuito e sperimentato. Una coerenza significativa tra i cervelli dei due gruppi è la testimonianza oggettiva di una coscienza collettiva che connette gli individui al di là dello spazio-tempo e di ogni differenza di razza o di genere.
Dopo i sorprendenti risultati del primo Global Meditation Day che ha visto riunite un milione di persone in tutti i cinque continenti, l’umanità si riunirà di nuovo per alzare la Coscienza planetaria nella luce della pace, dell’armonia, della fratellanza, della cooperazione.
Tutti siete invitati a partecipare e a portare il vostro apporto concreto in corpo, mente e spirito, per dimostrare che la forza di volontà e del pensiero focalizzato può veramente “cambiare il mondo”.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”. - Mahatma Gandhi.
“Uniamoci e cerchiamo di risolvere i nostri problemi con reciproca generosità. In un regime di cooperazione e di scambio altruistici,….Gesù parlò delle vere armi: la pace e l’amore, alle quali prima o poi si dovrà necessariamente ricorrere. Per quanto l’uomo si sia avventurato lungo le strade dell’errore, un giorno dovrà ritornare alle verità immortali.” - Paramhansa Yogananda
”Per portate la pace sulla Terra devi iniziare a crearla nel piccolo pezzo di terra dove vivi. Prega ogni giorno per la pace mondiale, non solo perché cessino lotte e discordie, ma perchè sorga l’alba del Divino Amore sulla Terra”. – Swami Kriyananda
Coordinate evento
Luogo: Ananda Associazione, via Montecchio, 61 Nocera Umbra (PG)
Data: Domenica 18 maggio ore 10:00 -11:00
Ingresso: libero
Organizza l’incontro: Prof. Ervin Laszlo in collaborazione con Ananda Associazione e il Villaggio Globale
Info
Tel. 0742-813620
Ufficio stampa
Amalia Nichetti +39/328-886 37 71 - info@anandaedizioni.it
Nandini Valeria Cerri +39/338-705 60 69 - nandini@ananda.it
Vi preghiamo di registrare la vostra partecipazione sul sito:
www.globalpeacemeditationprayerday.org/register.php
Per cancellare o modificare la vostra iscrizione visita la nostra pagina per le iscrizioni.
Se avete domande, per favore scrivete a ananda@ananda.it
Per più informazioni potete visitare il nostro Website: www.ananda.it
lunedì 5 maggio 2008
Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo: una nuova mappa per animi inquieti!
Il brano che segue e' stato scritto dal mio amico Swami Bodhi Mukto, nel giugno 2007, per presentare il mio ultimo testo sulle comunita' intenzionali e gli ecovillaggi in uscita, in quei giorni, nelle librerie
È appena uscito un nuovo testo sugli ecovillaggi e le comunità intenzionali. Il suo autore lo definisce “una mappa per animi inquieti e per un tesoro proibito; una chiave rubata per disertare le multiformi galere del mondo”.
Comuni comunità ed ecovillaggi in Italia, pubblicato dalla Malatempora Editrice nel luglio 2003, ha avuto un successo insperato. Ha suscitato l’interesse di diverse radio ed alcuni giornali ed è stato un buono strumento di networking, in questi anni, nel movimento comunitario italiano.
L’autore, Manuel Olivares, ha dunque pensato di rilanciare, scrivendo un testo aggiornato sugli ecovillaggi e le comunità intenzionali in Italia ed allargando cautamente lo sguardo all’Europa ed al mondo.
Un mezzo necessario
Conosco Manuel Olivares da molti anni. Nel corso di una chiacchierata amichevole gli chiedo cosa lo ha spinto, in due tempi diversi, a scrivere di ecovillaggi e comunità intenzionali.
“Io per primo”, risponde Manuel, “sul declinare degli anni ’90 sentivo forte il bisogno di un libro come quello che avrei poi scritto. Ero profondamente affascinato dal mondo comunitario ma non sapevo bene come muovermi. Si carpivano informazioni qua e là ma, non essendo ancora abbonato ad AAM Terranuova e non sapendo dell’esistenza della RIVE, mi muovevo un po’ alla cieca.
Nel ’99 ci fu l’incontro con le comunità degli elfi e, di lì, molte porte si aprirono innanzi ai miei passi.
Oggi, a 8 anni di distanza, sono davvero felice di essere un valido supporto per tutti coloro che, come me allora, stanno ricercando uno stile di vita diverso, più naturale e più sostenibile.
Un paio di anni dopo la pubblicazione di Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia si è iniziato a porre il problema di un’edizione aggiornata. Nel frattempo ho avuto modo di visitare importanti realtà comunitarie estere, come Findhorn Foundation, Auroville e Christiania. Volendo scrivere un nuovo testo sugli ecovillaggi e le comunità intenzionali ho dunque deciso di allargare lo sguardo oltre i nostri confini nazionali. In questo modo ha preso corpo l’avventura editoriale di Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo, una co-edizione di Malatempora ed AAM Terranuova”.
Una guida ed un saggio autobiografico
Ho avuto il privilegio di essere uno dei primi lettori del libro di Manuel. Ne ho particolarmente apprezzato il taglio esperienziale ed autobiografico. Questo prende corpo in una sorta di “diario di viaggio” in cui Manuel riporta momenti delle sue “esperienze comunitarie” in Italia ed all’estero. Sono convinto che parlare in prima persona del proprio vissuto, delle proprie emozioni, presentando molti dettagli che non possono non essere trascurati in una disquisizione astratta, risulti particolarmente gradito ai lettori. Credo sia difatti forte il bisogno di immedesimarsi in quanto si legge, di vivere per interposta persona frammenti di una vita diversa, più che appropriarsi di generiche nozioni (cui è stato dato, tuttavia, lo spazio che meritavano).
Non va del resto dimenticato che Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo è soprattutto una valida e dettagliata guida ragionata; uno dei primi accessori da mettere nello zaino (o nel più moderno e meno “alternativo” trolley) al momento di mettersi in viaggio.
“Tentare di scrivere una buona guida”, mi dice Manuel “è stato forse il mio sforzo maggiore. Ho deciso di trattare le realtà italiane e quelle estere con un diverso livello di approfondimento. Nel caso delle realtà italiane ho cercato di essere più sistematico, individuando alcuni items da utilizzare per tutte le esperienze considerate. Ho dunque approntato un elenco di domande (relative ad esempio alla proprietà dei terreni e degli immobili, all’economia interna, ai piccoli-grandi accorgimenti ecologici ecc…) da sottoporre a tutte le realtà che ho poi menzionato nel testo.
Le stesse domande, con relative risposte, sono state accorpate in schede di sintesi con cui ho concluso le presentazioni dei singoli ecovillaggi e delle singole comunità intenzionali.
In questo modo, spero di aver fornito due strumenti diversi a chiunque si voglia accostare al mondo comunitario italiano: uno più fluido e discorsivo (le presentazioni, in cui mi sono concesso divagazioni di natura storico-comparativa oltre a qualche timido aneddoto) ed un altro, le schede, più schematico e di rapida consultazione. Nelle schede ho inserito dati che considero particolarmente utili, relativi ad esempio al regime alimentare -onnivoro, vegetariano o vegano- ed alla disponibilità ad ospitare -gratuitamente, in cambio di lavoro o a pagamento- nelle diverse realtà considerate.
Riguardo le realtà estere ho preferito presentarle nei loro tratti più generali, lasciando ampio spazio al racconto in prima persona ed alle testimonianze raccolte sul campo nei casi in cui ho potuto visitarle e viverle in prima persona”.
Nozioni teoriche e qualche critica costruttiva
Chiedo infine a Manuel lumi sulla sua trattazione “teorica” del fenomeno comunitario e, in particolare, sul suo ultimo capitolo -Amaris in fundo- in cui accenna a qualche considerazione critica.
“In Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia”, mi risponde, “ho lasciato ampio spazio alla storia ed alle diverse filosofie del vivere comunitario. In questo nuovo libro ho deciso di essere più sintetico al riguardo, privilegiando gli aspetti guidistici per incardinare, senza indugi, questo nuovo lavoro nel contemporaneo. Sul fronte delle critiche, ho ritenuto dare un mio modesto contributo ad un dibattito che è bene sia sempre più ricco e vitale nell’ambito degli ecovillaggi e delle comunità intenzionali. Non mi è stato molto difficile per la semplice ragione che non sono un “comunitario a tempo pieno” e dunque credo di aver avuto il distacco e la lucidità necessari. Senz’altro il fatto di avere uno sguardo esterno è un’arma a doppio taglio perché può recare con sé rischi di superficialità nell’analisi. Ho cercato di fare quello che ho potuto e di farlo al meglio. Ora la parola spetta ai lettori!”.
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