TRANSUMANZA

QUESTO BLOG E' IN VIA DI SUPERAMENTO. NE STIAMO TRASFERENDO I POST MIGLIORI SUL SITO DI VIVEREALTRIMENTI, DOVE SEGUIRANNO GLI AGGIORNAMENTI E DOVE TROVATE ANCHE IL CATALOGO DELLA NOSTRA EDITRICE. BUONA NAVIGAZIONE!

domenica 29 giugno 2008

Eco-sostenibilita’ premiata a Damanhur.

Si chiama Aval, e’ un edificio- “nucleo abitativo” della Federazione di comunita’ di Damanhur e ricade sotto la giurisdizione del comune di Cuceglio (To). Considerato all’altezza dei migliori parametri di sostenibilita’, e’ stato premiato con una bandiera verde dalla FEE (Foundation For Environmental Education), nell’ambito del programma di educazione ambientale “Green Home”.

La Federazione di comunita’ di Damanhur rappresenta una delle piu’ importanti esperienze comunitarie del GEN (Global Ecovillage Network) e della RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici). In virtu’ di questo, l’ecologia non puo’ non essere una sua “pietra angolare”. Se parlare di ecologia, oggi, e’ consuetudine diffusa, praticarla lo e’ sicuramente meno, non foss’altro per alcuni costi iniziali. Fare seriamente ecologia richiede dunque solidita’ e, nella misura in cui i costi vengono ammortizzati nel giro di pochi anni, lungimiranza.
A Damanhur, esperienza ultratrentennale, mi sembra siano presenti entrambe le qualita’ ed una delle cartine di tornasole puo’ essere il primato italiano, della Federazione, per le dimensioni dell’impiantistica fotovoltaica.

Il nucleo abitativo Aval
In linea generale, i damanhuriani sono organizzati in nuclei familiari, ciascuno dei quali composto da una ventina di persone che gestiscono una o piu’ case comuni. Nel nucleo Aval vivono 16 persone: 5 coppie e 6 singles ed una diciassettesima dovrebbe giungere, concedendomi una virata fiabesca, a cavallo di una cicogna.
Ogni coppia ha una propria stanza e, nella misura del possibile, anche ogni single.
L’edificio ha una superficie lorda di circa 800 metri quadri e puo’ ospitare sino a 25 persone. La costruzione e’ stata realizzata a tempo di record: in otto mesi una tra le case piu’ sostenibili d’Italia e’ subentrata ad un vigneto. Le persone che hanno aderito al progetto ed ora abitano Aval sono tutte piuttosto giovani (l’eta’ media e’ 34 anni). In genere condividono “il rito” del pasto serale, dato che durante il giorno sono, tendenzialmente, impegnate dentro e fuori la Federazione.
La casa viene volutamente mantenuta “aperta verso l’esterno”. Il salone centrale ha la parete posteriore, con vista su una casa vicina, interamente “finestrata”. Inoltre, ai margini del giardino, non sono state messe, come spesso accade nelle abitazioni convenzionali, “siepi divisorie”. Tutto questo, mi diceva Corvo, uno degli abitanti del nucleo, per creare un respiro ed una comunicazione anche visuale. I rapporti con il vicinato, del resto, sono ottimi e questa qualita’, mi diceva sempre Corvo, si estende praticamente all’intero comune ed alle stesse istituzioni, pur in presenza di un’importante ma non discriminante differenza: l’appartenenza o meno alla Federazione di Damanhur.

Due chiacchiere illuminanti con Corvo
Corvo e’ un importante ed appassionato riferimento per gli aspetti tecnici della costruzione. Oltre ad essere un buon tecnico e’ anche un artista, un orafo per la precisione e lavora in collaborazione con l’oreficeria damanhuriana.
“Questa casa”, mi dice nel corso di un’intervista, “assieme alla vicina fattoria Prima Stalla (una vecchia struttura rurale totalmente trasformata dai damanhuriani e dove si praticano agricoltura ed allevamento biologici) ha ottenuto il premio FEE perche’ e’ stata pensata e costruita per essere ad impatto ambientale molto basso, sia per quanto riguarda la costruzione, realizzata con materiali il meno possibile di sintesi, sia per le modalita’ adottate per valorizzare al massimo il consumo energetico, evitando qualunque spreco”.
Fatta questa premessa, Corvo si sofferma su aspetti che potrebbero sfuggire ad un occhio poco attento, in primis di natura estetico-geometrica: “questa casa e’ a semicerchio. La semicircolarita’, oltre ad avere una funzione estetica, e’ da ricondursi ad uno studio legato alle forme. Essendo un’abitazione che deve ospitare una famiglia, dunque un’energia mista maschile e femminile, deve riunire i due aspetti. Le forme maschili sono in genere molto squadrate, come si puo’ dedurre dall’osservazione, ad esempio, di una caserma. Essendo questa una casa per una famiglia, associa forme semicircolari a forme squadrate, ad esempio quelle del salone centrale. Bilanciando i due aspetti, abbiamo creato una sorta di coppa rivolta verso sud, di modo che la luce solare ed il calore possano essere acquisiti pienamente dall’edificio, il cui tetto stiamo finendo di ricoprire con pannelli fotovoltaici”.
Le stanze sono state sapientemente collocate nelle due aree-sud della casa -che si dipartono dal salone centrale costituendone come due ali- e si dispongono lungo un corridoio esposto a nord, al lato piu’ freddo, che le preserva fungendo da “intercapedine protettiva”.
“Si e’ cercato di creare una struttura che riuscisse a far convivere l’aspetto comunitario con quello privato”, sottolinea Corvo, “per cui le stanze che si trovano sulle due ali hanno una loro privacy, garantita anche dalla curvilineita’ del corridoio, che non consente facilmente, ad esempio, a chi si trova nel salone centrale di vedere chi entra e chi esce dalle diverse porte. La riservatezza, tuttavia, viene bilanciata dalla caratteristica strutturale dell’edificio per cui, per accedere agli spazi personali, si e’ comunque costretti ad attraversare lo spazio comune…per evitare tendenze solipsistiche”.

Alcuni dati da “scheda tecnica”
Stando ad una relazione illustrativa dei damanhuriani, la struttura e’ stata realizzata con blocchi in laterizio microporizzato tramite l’aggiunta di farina di legno, per garantire isolamento, traspirazione ed inerzia termica.
Circoscrivendo l’utilizzo del cemento alle sole fondamenta, sono state impiegate malte confezionate con calci naturali e, per l’intelaiatura del tetto, pannelli di legno lamellare. Per aumentare l'isolamento termico, tanto sulle pareti esterne quanto sul soffitto e' stato applicato un cappotto in pannelli di fibre di legno. I serramenti (finestre e porte-finestre) sono realizzati, a loro volta, in legno lamellare di forte spessore mentre le porzioni trasparenti hanno vetri di ultima generazione, dotati di camera riempita di gas argon e coating magnetronico basso-emissivo.
Il riscaldamento ed il raffrescamento sono affidati a pannelli radianti a pavimento e a parete che massimizzano il comfort abitativo con il minimo dispendio energetico. Le acque piovane vengono accumulate in due serbatoi interrati ed utilizzate per gli sciacquoni dei wc e laddove non sia necessaria acqua potabile.
La produzione dei fluidi caldi o freddi per la climatizzazione invernale ed estiva è affidata a due pompe di calore a metano che scambiano energia con acqua di profondita', di cui si utilizza la temperatura. I fluidi caldi e freddi sono accumulati in due serbatoi da 2000 litri ciascuno. Il rendimento della climatizzazione estiva risente positivamente della presenza di una piscina riscaldata che consente di mantenere sufficientemente bassa la temperatura dei fluidi caldi.
La produzione di calore è integrata da pannelli solari termici disposti sul fronte in terra armata e collegati al serbatoio di accumulo dell’acqua calda sanitaria da 2000 litri che può scambiare energia con l’accumulo del fluido caldo in entrambe le direzioni.
Particolarmente efficace, al punto da essere stato premiato da un finanziamento europeo, il sistema di ricambio dell’aria. Questa viene veicolata da un pozzo nel giardino. A seconda della stagione, si scalda o si raffredda nei 15 metri che percorre a circa un metro e mezzo di profondita’, nella terra, per arrivare nell’edificio (il sottosuolo, alle nostre latitudini, ha una temperatura, costante, di 12-13 gradi). Giunta nella centrale tecnica, ha modo di scambiare termicamente con l’aria in uscita (di circa 19 gradi, gli stessi degli ambienti interni dell’edificio). Immessa nell’ambiente, da bocchettoni alti sulle pareti, e’ quasi alla temperatura ideale. Necessita di appena qualche “ritocco”, di un paio di gradi aggiuntivi in inverno, dalle fonti energetiche rinnovabili. In questo modo non e’ necessario aprire spesso le finestre (il ricambio d’aria, con il sistema illustrato, avviene 8 volte in un’ora), evitando cospicue perdite di calore.
Per la produzione di energia elettrica è stato installato un impianto da 20 kWp ed è in programma una ampliamento per portare la potenza installata a 60 kWp, sfruttando interamente la superficie del tetto del nuovo fabbricato. A fronte di tutto questo ed altri dettagli tecnici su cui ho deciso di sorvolare, quali sono i costi? Quelli iniziali sono stati senz’altro piuttosto elevati ma oggi, per la gestione dell’edificio, sono inferiori di circa diecimila euro annui rispetto a quelli di una stessa struttura realizzata in maniera convenzionale. In cinque anni i costi iniziali dovrebbero dunque essere ammortati, poi si potra’ solo andare in attivo.

12 e 13 luglio 2008: week end teorico della psicosomatica olistica al Villaggio Globale (LU).

Il Villaggio Globale vuole essere una “Citta’ della Pace”, della salute psicofisica, delle vacanze naturali e della nuova cultura olistica. E’ stato realizzato nell’ambito della splendida Villa Demidoff, dal nome del principe russo, Anatoli Demidoff, che la costrui’ sulle rive di un torrente. Si propone -in armonia con le direttive educative e culturali dell’ONU e dell’UNESCO- come uno dei posti ideali dove coltivare una coscienza planetaria ed ecologica e le migliori condizioni di sviluppo dell’ “Uomo Nuovo”.
Il Villaggio Globale e’ in contatto con gli ecovillaggi del GEN (Global Ecovillage Network), i centri del Club di Budapest, la rete della pace di Peacelink e Peace 2000, i centri della Lama Gangchen World Peace Foundation e gli Osho Meditation Centers. Di seguito le specifiche dell'evento che si terra' prossimamente nella sua sede, riprese dalla newsletter del CONACREIS: Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunita’ di Ricerca Etica, Interiore e Spirituale (www.conacreis.it).


Quest'anno il weekend teorico della psicosomatica olistica e la settimana che seguirà saranno un evento di particolare importanza e interesse dal punto di vista scientifico e olistico. Sabato 12 e Domenica 13 oltre alle materie di base presentate dal dott. Nitamo Montecucco, dal dott. Roberto Sassone, dalla dott. Luisa Barbato e dalla dott. Silvia Ghiroldi, avremo come nostri ospiti alcuni importanti membri del comitato scientifico del Club di Budapest che terranno delle brevi lezioni sui loro argomenti specifici all'interno del modello psicosomatico e del paradigma olistico. I nostri ospiti saranno: i Fisici quantistici Prof. Emilio del Giudice, Dott. Marco Pettini e Dott. Annagrazia Sola che parleranno dei principi della coerenza quantistica, della non località e delle basi fisiche della salute, il Dott. Francesco Bottaccioli ricercatore del libro PNEI: PsicoNeuroEndocrinoImmunologia (RED Ed.), il Prof. Piermario Biava ricercatore sulle cure alternative del cancro e autore del libro "La cura del cancro e il senso della vita", lo psichiatra Dott. Mario Betti che tratterà delle basi della psichiatria olistica, la neuropsichiatra infantile Dott. Vittoria che parlerà della plasticità e della capacità di rimodellazione del cervello. Le due giornate saranno anche videoregistrate e diventeranno parte di un filmato sul modello e il paradigma olistico psicosomatico. Saranno presenti anche il Dott. William Giroldini che presenterà l'ultimo modello di Brain Olotester a 12 canali per l'analisi della coerenza elettroencefalaografica del cervello, e il dott. Valerio Dallago della "Sistemi" che presenterà alcune ricerche sulla coerenza elettroquantistica applicata alla cura globale dell'essere umano.

Associazione Villaggio Globale - Villa Demidoff - 55021 Bagni di Lucca (LU)
http://www.globalvillage-it.com/, Tel. 0583.86404, Fax 0583.805623 - E-mail: info@globalvillage-it.com
Per iscrizioni telfonare o inviare una e-mail.

venerdì 13 giugno 2008

Maestro Karampal Singh: “autentiche” lezioni di yoga e Moksha Tourism.

Il Maestro Karampal Singh, indiano sikh, si e' formato in un ashram, nei pressi della celebre citta' di Agra, di una delle piu' antiche scuole di yoga, legata al Siddha Sampradaya. In gioventu' ha studiato in Italia, all'universita' per stranieri di Perugia. In seguito ha iniziato a lavorare nel turismo, soprattutto accompagnando gruppi di turisti italiani alla scoperta dell'India profonda. Ha collaborato con Elephanta, Mistral, Franco Rosso, Earth Viaggi e molti altri. Ha anche collaborato con la RAI, in particolare alla realizzazione del programma Taccuino indiano, in onda nel 2006.
Oggi sta creando, insieme al figlio Andrew, una propria agenzia di viaggio per proporre pacchetti di Moksha Tourism. L'ambizione e' quella di offrire, nell'ambito di itinerari indiani meritoriamente desueti, un'opportunita' di evolvere sul cammino della liberazione.
Parliamo naturalmente di una liberazione interiore, la stessa cui hanno alluso, nei millenni, innumerevoli maestri -non ultimo l'eterodosso Gautama Siddharta, piu' comunemente conosciuto come Il Buddha: “colui che ha compreso”-. Parliamo, allo stesso tempo, di una liberazione dalla piu' profonda e condizionante delle paure: la paura della morte.


Karampal, vuoi illustrare a grandi linee il concetto, inedito sino ad oggi, di Moksha Tourism?

La moksha, termine che si puo' tradurre in italiano con “liberazione”, e' il fine ultimo di ogni autentico ricercatore, in particolare hindu, buddista, sikh o jaina. E' la liberazione dal samsara, dal ciclo delle nascite, morti e rinascite e la liberazione dalla sofferenza. Liberarsi dalla sofferenza significa soprattutto liberarsi dalla paura, in particolare dalla paura della morte. La citta' santa di Varanasi e l'India in generale sono l'unico posto, sulla terra, dove e' possibile incontrare la morte faccia a faccia. Sulle rive del piu' sacro dei fiumi indiani: la Ganga, il Gange, la morte convive fianco a fianco con la vita. Sulle rive dove digradano le scalinate dalla citta', i morti vengono bruciati con gesti sapienti, antichi di millenni mentre nel cielo fluttuano gli aquiloni dei bambini che li direzionano a due passi dalle pire. In Occidente molti non vogliono nemmeno sentir parlare della morte e tuttavia ho visto molti miei clienti che, seguendomi lungo alcuni itinerari indiani ed ascoltando quanto condividevo con loro della mia conoscenza, sono riusciti in qualche modo ad arginare, alla fine, la paura piu' profonda dell'uomo. Uno di questi miei clienti ed amici e' stato Tiziano Terzani, di cui consiglio a tutti di leggere i libri. Lui sosteneva che la vita fosse “un giro di giostra”. Era un giornalista molto critico, che non accettava la magia o cose simili ma se si inizia dal suo libro Un indovino mi disse fino ad arrivare a Un altro giro di giostra si capisce che pian piano il suo viaggio in Asia lo ha portato ad approfondire certi concetti che vanno al di la' della cosiddetta superstizione. E' andato dietro ai guru, agli indovini, approfondendo il loro sistema di conoscenza ma alla fine non e' riuscito a credere, nemmeno nel Vedanta. Terzani, per certi versi, e' rimasto fino alla fine un giornalista razionale pero' se all'inizio smontava tutto, alla fine ha iniziato ad essere piu' cauto e, soprattutto, se prima aveva una grande paura della morte, via via che si avvicinava per lui il momento di “andare” ha acquisito una maggiore serenita'. Lui e' venuto molte volte in India, e' riuscito ad immergersi nell'India vera, malgrado tutte le resistenze che da occidentale poteva avere riguardo la sporcizia, la miseria, eccetera. Quando stava per morire di cancro ha soggiornato per un certo periodo a Varanasi ed insieme passeggiavamo, sulle rive del Gange, tra i due ghats (luoghi) crematori della citta': Harish Chandra Ghat e Manikarnika Ghat. L'ultima volta che l'ho visto partire era del tutto sereno. Secondo me, se in un viaggio o in due viaggi con me si arriva a comprendere cosa sia la morte, se con la mia conoscenza riesco a dare anche a 5 persone su 20 che ne incontro, la consapevolezza che la morte non e' la fine ma semplicemente un cambiamento, che non e' una fine ma un inizio perche' in realta' nulla finisce, nulla si crea e nulla si distrugge, penso di aver raggiunto il mio obiettivo.

In che modo aiuti, effettivamente, i tuoi clienti a liberarsi dalla paura della morte?
Si viaggia normalmente poi c'e' del tempo libero -un'ora, un'ora e mezzo al giorno- in cui si puo' discutere liberamente, informalmente, di alcune cose. Naturalmente nei miei pacchetti prevedo anche lezioni di yoga. Lo yoga autentico, tradizionale, e' una via integrale di conoscenza. Io mi sono formato in una delle scuole di yoga piu' antiche dell'India, legata al Siddha Sampradaya. La scuola propone uno yoga completo, preparando in ogni modo: fisico, mentale, spirituale per arrivare ad un livello di conoscenza che possa far comprendere cosa sia la vita e l'oggetto della vita e che cio' che e', e' il cambiamento delle forme. Nella terra quando una certa forma aumenta, le altre forme automaticamente diminuiscono. La massa totale dell'universo e' costante. In una scuola come quella in cui mi sono formato si impara presto che l'io non e' il corpo, e' al di la' del corpo ed e' immortale. Quando una persona arriva alla maturazione piu' profonda di questa consapevolezza, per lei non c'e' mai fine, la fine e' sempre l'inizio. A quel punto quella persona e' la conoscenza attuata, la verita' della verita' ma, attenzione, nessun guru puo' accompagnare un allievo a quel livello. Il guru puo' mostrare la strada e dunque, per ritornare al concetto di Moksha Tourism, il suo fine ultimo (in questo caso e' il viaggio il guru, come lo e' il paese in cui si svolge) e' di far vedere la strada alle persone interessate, la strada che libera dalla paura della morte. Chi realizza pienamente questo genere di liberazione ha i presupposti per vivere uno stato di coscienza assimilabile al concetto buddhista di nirvana. Liberarsi dalla paura della morte e vivere in pace non significa rinunciare a qualche cosa. Si puo' continuare a lavorare, a condurre normalmente la propria vita ma con una qualita' diversa. Io ho avuto moltissimo successo con i gruppi americani, il paese piu' tormentato per questioni legate alla vita frenetica. Oggi ci sono insegnanti di yoga americani e canadesi che viaggiano con me. Io sostengo che lo yoga non consista nel fare quello che il corpo non e' in grado di fare. Nelle mie lezioni propongo alcuni esercizi semplicissimi attraverso cui possono essere stimolate adeguatamente le ghiandole endocrine, senza controindicazioni. Sono una decina di esercizi che consistono in movimenti sottilissimi del corpo che puo' fare anche una persona di 90 anni. A questi si aggiungono 5 tipi di respiro, semplicissimo che sono un vero toccasano. In questo modo si innesta un processo di riequilibrio profondo del corpo e della psiche. Lavorando anche nell'ambito del psycoenergetic healing, ho scoperto delle cose che ho tramandato ai miei allievi medici americani che oggi stanno diffondendo nel mondo. Difatti con il Moksha Tourism si puo' anche imparare molto riguardo la cura completa del corpo: come usare le varie erbe, per quale cura, quale verdura usare in quale circostanza, per giungere ad un'autogestione della salute che renda liberi, nella misura del possibile, dalle farmacie oltre che dalla morte..

I tuoi pacchetti di viaggio, in genere, che tappe prevedono in India?Io sto organizzando viaggi in Rajasthan, nell'India classica, crociere sul Gange poi, ad esempio, ho organizzato un viaggio, nel marzo 2008 e che vorrei riproporre anche nel marzo 2009: c'e' un campo per noi, nel deserto del Rajasthan, dove stiamo due o tre notti a fare yoga e possiamo utilizzare tende o un campo dove c'e' anche una piscina. Il Rajasthan lo fanno in molti operatori turistici ma chi tira fuori, per i clienti, il cuore della razza rajput, facendo vedere la faccia giusta di un guerriero rajput?. Chi e' in grado di farti capire chi sono davvero i rajput, il loro modo di pensare, chi sono gli zingari e da dove sono partiti? Io porto i miei clienti in villaggi di zingari autentici, mostro citta' distrutte, riannodando le diverse fila storiche. Per questi viaggi usiamo alberghi particolari, ad esempio vecchi palazzi, nell'India rurale, dove e' possibile comprendere il paese in profondita'. Considerando un gruppo di 20-25 persone si puo' pensare ad una spesa di 100-120 euro a persona, per quindici o venti giorni. Dunque il pacchetto puo' costare, orientativamente, intorno ai 2000 euro a testa, in alberghi a 4 stelle con pensione completa. Ci sono vari tipi di pacchetti con una dozzina di diversi itinerari. Fino ad oggi ho lavorato con altri ma negli utlimi tempi ho maturato il desiderio di organizzare un'agenzia di viaggi autonoma: la PLAN Voyages. PLAN sta per: people, land, adventure, nature (popolo, terra, avventura, natura). Abbiamo un prezzo onesto e sono anche aperto all'ipotesi di un grossista che voglia lavorare con noi, organizzando tutto noi ed avendo una percentuale onesta sul guadagno.

Immagino che quando alludevi alla “India classica” includessi anche posti imperdibili come Varanasi e Khajurao.
Certamente, Varanasi e' una citta' che puo' essere considerata in qualche modo paradigmatica del Moksha Tourism. E' davvero un posto che si presta a considerazioni di un certo genere, pur tenendosi in itinerari cittadini grossomodo consueti. Per quanto riguarda Khajurao, penso che chi capisce i suoi templi ha modo di comprendere la moralita' stessa dell'India. Oggi tutti parlano del Kamasutra ma nessuno sa bene cosa sia. In realta' e' un libro che dovrebbero studiare i medici. Io dico che tutta la vita e' scolpita sulle mura di Khajurao. Io conosco Khajurao da quando non ci andava nemmeno un turista ed i templi erano ricoperti dalla giungla. Stanno scoprendo templi nuovi ogni giorno. Si parla di templi erotici ma come viene vissuto, realmente, l'erotismo nella civilta' hindu? Dove viene messa la donna, in realta', nella civilta' hindu? Aiutare i clienti a comprendere a fondo questo genere di questioni e' uno dei miei obiettivi. L'uomo oggi vuole essere libero dai concetti sbagliati messi li' da capi religiosi, capi politici per il loro profitto. Un esempio calzante, al riguardo, puo' essere la questione delle caste. Tu sai che Manu parlava delle classi e non delle caste. I bramini hanno dato un'interpretazione sbagliata al termine di Manu per ovvi interessi di dominio e prevaricazione, arrivando ad usare il 70% del popolo, che viveva in condizioni durissime, per avere una vita lussuosa. Leggendo il libro di Manu ne esce una prospettiva molto diversa. E' l'India autentica che la gente deve capire ed imparare a leggere tra le righe. Non e' un'impresa facile date le condizioni profondamente caotiche del paese. Contribuire a liberare dalle idee false, dai pregiudizi, dai fraintendimenti che si possono avere su di una realta' grande e controversa come l'India, liberare, nella misura del possibile, dalle farmacie e dalla paura della morte: ecco l'intento ideale del Moksha Tourism. Questo naturalmente non puo' che offrire dei semi che ciascuno dovra' poi “seguire” e “curare” per proprio conto, pur potendo rimanere, nella misura del possibile, in contatto con me e con i miei colaboratori.

Riferimenti e-mail: karampal_singh@yahoo.com, singh.andrew@gmail.com