Il Maestro Karampal Singh, indiano sikh, si e' formato in un ashram, nei pressi della celebre citta' di Agra, di una delle piu' antiche scuole di yoga, legata al Siddha Sampradaya. In gioventu' ha studiato in Italia, all'universita' per stranieri di Perugia. In seguito ha iniziato a lavorare nel turismo, soprattutto accompagnando gruppi di turisti italiani alla scoperta dell'India profonda. Ha collaborato con Elephanta, Mistral, Franco Rosso, Earth Viaggi e molti altri. Ha anche collaborato con la RAI, in particolare alla realizzazione del programma Taccuino indiano, in onda nel 2006.
Oggi sta creando, insieme al figlio Andrew, una propria agenzia di viaggio per proporre pacchetti di Moksha Tourism. L'ambizione e' quella di offrire, nell'ambito di itinerari indiani meritoriamente desueti, un'opportunita' di evolvere sul cammino della liberazione.
Parliamo naturalmente di una liberazione interiore, la stessa cui hanno alluso, nei millenni, innumerevoli maestri -non ultimo l'eterodosso Gautama Siddharta, piu' comunemente conosciuto come Il Buddha: “colui che ha compreso”-. Parliamo, allo stesso tempo, di una liberazione dalla piu' profonda e condizionante delle paure: la paura della morte.
Karampal, vuoi illustrare a grandi linee il concetto, inedito sino ad oggi, di Moksha Tourism?
La moksha, termine che si puo' tradurre in italiano con “liberazione”, e' il fine ultimo di ogni autentico ricercatore, in particolare hindu, buddista, sikh o jaina. E' la liberazione dal samsara, dal ciclo delle nascite, morti e rinascite e la liberazione dalla sofferenza. Liberarsi dalla sofferenza significa soprattutto liberarsi dalla paura, in particolare dalla paura della morte. La citta' santa di Varanasi e l'India in generale sono l'unico posto, sulla terra, dove e' possibile incontrare la morte faccia a faccia. Sulle rive del piu' sacro dei fiumi indiani: la Ganga, il Gange, la morte convive fianco a fianco con la vita. Sulle rive dove digradano le scalinate dalla citta', i morti vengono bruciati con gesti sapienti, antichi di millenni mentre nel cielo fluttuano gli aquiloni dei bambini che li direzionano a due passi dalle pire. In Occidente molti non vogliono nemmeno sentir parlare della morte e tuttavia ho visto molti miei clienti che, seguendomi lungo alcuni itinerari indiani ed ascoltando quanto condividevo con loro della mia conoscenza, sono riusciti in qualche modo ad arginare, alla fine, la paura piu' profonda dell'uomo. Uno di questi miei clienti ed amici e' stato Tiziano Terzani, di cui consiglio a tutti di leggere i libri. Lui sosteneva che la vita fosse “un giro di giostra”. Era un giornalista molto critico, che non accettava la magia o cose simili ma se si inizia dal suo libro Un indovino mi disse fino ad arrivare a Un altro giro di giostra si capisce che pian piano il suo viaggio in Asia lo ha portato ad approfondire certi concetti che vanno al di la' della cosiddetta superstizione. E' andato dietro ai guru, agli indovini, approfondendo il loro sistema di conoscenza ma alla fine non e' riuscito a credere, nemmeno nel Vedanta. Terzani, per certi versi, e' rimasto fino alla fine un giornalista razionale pero' se all'inizio smontava tutto, alla fine ha iniziato ad essere piu' cauto e, soprattutto, se prima aveva una grande paura della morte, via via che si avvicinava per lui il momento di “andare” ha acquisito una maggiore serenita'. Lui e' venuto molte volte in India, e' riuscito ad immergersi nell'India vera, malgrado tutte le resistenze che da occidentale poteva avere riguardo la sporcizia, la miseria, eccetera. Quando stava per morire di cancro ha soggiornato per un certo periodo a Varanasi ed insieme passeggiavamo, sulle rive del Gange, tra i due ghats (luoghi) crematori della citta': Harish Chandra Ghat e Manikarnika Ghat. L'ultima volta che l'ho visto partire era del tutto sereno. Secondo me, se in un viaggio o in due viaggi con me si arriva a comprendere cosa sia la morte, se con la mia conoscenza riesco a dare anche a 5 persone su 20 che ne incontro, la consapevolezza che la morte non e' la fine ma semplicemente un cambiamento, che non e' una fine ma un inizio perche' in realta' nulla finisce, nulla si crea e nulla si distrugge, penso di aver raggiunto il mio obiettivo.
In che modo aiuti, effettivamente, i tuoi clienti a liberarsi dalla paura della morte?
Si viaggia normalmente poi c'e' del tempo libero -un'ora, un'ora e mezzo al giorno- in cui si puo' discutere liberamente, informalmente, di alcune cose. Naturalmente nei miei pacchetti prevedo anche lezioni di yoga. Lo yoga autentico, tradizionale, e' una via integrale di conoscenza. Io mi sono formato in una delle scuole di yoga piu' antiche dell'India, legata al Siddha Sampradaya. La scuola propone uno yoga completo, preparando in ogni modo: fisico, mentale, spirituale per arrivare ad un livello di conoscenza che possa far comprendere cosa sia la vita e l'oggetto della vita e che cio' che e', e' il cambiamento delle forme. Nella terra quando una certa forma aumenta, le altre forme automaticamente diminuiscono. La massa totale dell'universo e' costante. In una scuola come quella in cui mi sono formato si impara presto che l'io non e' il corpo, e' al di la' del corpo ed e' immortale. Quando una persona arriva alla maturazione piu' profonda di questa consapevolezza, per lei non c'e' mai fine, la fine e' sempre l'inizio. A quel punto quella persona e' la conoscenza attuata, la verita' della verita' ma, attenzione, nessun guru puo' accompagnare un allievo a quel livello. Il guru puo' mostrare la strada e dunque, per ritornare al concetto di Moksha Tourism, il suo fine ultimo (in questo caso e' il viaggio il guru, come lo e' il paese in cui si svolge) e' di far vedere la strada alle persone interessate, la strada che libera dalla paura della morte. Chi realizza pienamente questo genere di liberazione ha i presupposti per vivere uno stato di coscienza assimilabile al concetto buddhista di nirvana. Liberarsi dalla paura della morte e vivere in pace non significa rinunciare a qualche cosa. Si puo' continuare a lavorare, a condurre normalmente la propria vita ma con una qualita' diversa. Io ho avuto moltissimo successo con i gruppi americani, il paese piu' tormentato per questioni legate alla vita frenetica. Oggi ci sono insegnanti di yoga americani e canadesi che viaggiano con me. Io sostengo che lo yoga non consista nel fare quello che il corpo non e' in grado di fare. Nelle mie lezioni propongo alcuni esercizi semplicissimi attraverso cui possono essere stimolate adeguatamente le ghiandole endocrine, senza controindicazioni. Sono una decina di esercizi che consistono in movimenti sottilissimi del corpo che puo' fare anche una persona di 90 anni. A questi si aggiungono 5 tipi di respiro, semplicissimo che sono un vero toccasano. In questo modo si innesta un processo di riequilibrio profondo del corpo e della psiche. Lavorando anche nell'ambito del psycoenergetic healing, ho scoperto delle cose che ho tramandato ai miei allievi medici americani che oggi stanno diffondendo nel mondo. Difatti con il Moksha Tourism si puo' anche imparare molto riguardo la cura completa del corpo: come usare le varie erbe, per quale cura, quale verdura usare in quale circostanza, per giungere ad un'autogestione della salute che renda liberi, nella misura del possibile, dalle farmacie oltre che dalla morte..
I tuoi pacchetti di viaggio, in genere, che tappe prevedono in India?Io sto organizzando viaggi in Rajasthan, nell'India classica, crociere sul Gange poi, ad esempio, ho organizzato un viaggio, nel marzo 2008 e che vorrei riproporre anche nel marzo 2009: c'e' un campo per noi, nel deserto del Rajasthan, dove stiamo due o tre notti a fare yoga e possiamo utilizzare tende o un campo dove c'e' anche una piscina. Il Rajasthan lo fanno in molti operatori turistici ma chi tira fuori, per i clienti, il cuore della razza rajput, facendo vedere la faccia giusta di un guerriero rajput?. Chi e' in grado di farti capire chi sono davvero i rajput, il loro modo di pensare, chi sono gli zingari e da dove sono partiti? Io porto i miei clienti in villaggi di zingari autentici, mostro citta' distrutte, riannodando le diverse fila storiche. Per questi viaggi usiamo alberghi particolari, ad esempio vecchi palazzi, nell'India rurale, dove e' possibile comprendere il paese in profondita'. Considerando un gruppo di 20-25 persone si puo' pensare ad una spesa di 100-120 euro a persona, per quindici o venti giorni. Dunque il pacchetto puo' costare, orientativamente, intorno ai 2000 euro a testa, in alberghi a 4 stelle con pensione completa. Ci sono vari tipi di pacchetti con una dozzina di diversi itinerari. Fino ad oggi ho lavorato con altri ma negli utlimi tempi ho maturato il desiderio di organizzare un'agenzia di viaggi autonoma: la PLAN Voyages. PLAN sta per: people, land, adventure, nature (popolo, terra, avventura, natura). Abbiamo un prezzo onesto e sono anche aperto all'ipotesi di un grossista che voglia lavorare con noi, organizzando tutto noi ed avendo una percentuale onesta sul guadagno.
Immagino che quando alludevi alla “India classica” includessi anche posti imperdibili come Varanasi e Khajurao.
Certamente, Varanasi e' una citta' che puo' essere considerata in qualche modo paradigmatica del Moksha Tourism. E' davvero un posto che si presta a considerazioni di un certo genere, pur tenendosi in itinerari cittadini grossomodo consueti. Per quanto riguarda Khajurao, penso che chi capisce i suoi templi ha modo di comprendere la moralita' stessa dell'India. Oggi tutti parlano del Kamasutra ma nessuno sa bene cosa sia. In realta' e' un libro che dovrebbero studiare i medici. Io dico che tutta la vita e' scolpita sulle mura di Khajurao. Io conosco Khajurao da quando non ci andava nemmeno un turista ed i templi erano ricoperti dalla giungla. Stanno scoprendo templi nuovi ogni giorno. Si parla di templi erotici ma come viene vissuto, realmente, l'erotismo nella civilta' hindu? Dove viene messa la donna, in realta', nella civilta' hindu? Aiutare i clienti a comprendere a fondo questo genere di questioni e' uno dei miei obiettivi. L'uomo oggi vuole essere libero dai concetti sbagliati messi li' da capi religiosi, capi politici per il loro profitto. Un esempio calzante, al riguardo, puo' essere la questione delle caste. Tu sai che Manu parlava delle classi e non delle caste. I bramini hanno dato un'interpretazione sbagliata al termine di Manu per ovvi interessi di dominio e prevaricazione, arrivando ad usare il 70% del popolo, che viveva in condizioni durissime, per avere una vita lussuosa. Leggendo il libro di Manu ne esce una prospettiva molto diversa. E' l'India autentica che la gente deve capire ed imparare a leggere tra le righe. Non e' un'impresa facile date le condizioni profondamente caotiche del paese. Contribuire a liberare dalle idee false, dai pregiudizi, dai fraintendimenti che si possono avere su di una realta' grande e controversa come l'India, liberare, nella misura del possibile, dalle farmacie e dalla paura della morte: ecco l'intento ideale del Moksha Tourism. Questo naturalmente non puo' che offrire dei semi che ciascuno dovra' poi “seguire” e “curare” per proprio conto, pur potendo rimanere, nella misura del possibile, in contatto con me e con i miei colaboratori.
Riferimenti e-mail: karampal_singh@yahoo.com, singh.andrew@gmail.com