Dalla nostra corrispondente, Cristina Salvadori
Si è da poco concluso l’incontro annuale della RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici), una tipologia di raduno che già dal primo impatto sembra non poter prescindere dal rapporto di vicinanza e di amicizia tra i membri delle svariate realtà comunitarie o tra coloro che aspirano ad esserlo. Un rapporto che riesce a coinvolgere anche i semplici visitatori e i curiosi desiderosi di conoscere più da vicino il lavoro di questo microcosmo che propone stili alternativi di vita.
Dal lato della mia prima volta al RIVE ho avuto conferma di come la realtà degli ecovillaggi sia una vera e propria rete ben tessuta, consolidata e in espansione e nonostante la mia breve partecipazione (solo sabato e domenica) credo comunque di aver colto lo spirito che anima questa tipologia di incontro. Riporto quindi una breve descrizione delle due giornate trascorse a Vidracco, nonché le impressioni personali rielaborate una volta ritornata alla mia vita quotidiana.
Il XVI incontro si è svolto presso la comunità di Damanhur in Valchiusella dal 26 al 29 luglio, anche se, ad onor del vero, l’ospite principale è stato il comune di Vidracco (il cui sindaco, Elfo Frassino, è un membro della comunità di Damanhur) che ha messo a disposizione spazi aperti e locali per permettere lo svolgimento delle attività nonché il soggiorno dei partecipanti. Non c’è stata quindi una vera e propria partecipazione fisica della comunità: gli ospiti interagivano principalmente all’esterno muovendosi nel perimetro del piccolo borgo di Vidracco, con la possibilità di inoltrarsi a Damanhur solo con visite guidate e organizzate.
Il tutto si è svolto quindi in diverse aree di riferimento sparse nel piccolo paesino non lontane tra loro, ma sicuramente decentrate: questo tipo di organizzazione spaziale è stata infatti la critica principale che ho potuto raccogliere parlando soprattutto con coloro che avevano già affrontato questa esperienza, ma espressa solo come un piccolo neo che non ha comunque contrastato con la buona riuscita del raduno. Come ho detto la mia partecipazione si è limitata agli ultimi due giorni, non posso quindi fare un resoconto completo, ma posso riassumere le battute finali che probabilmente concentrano anche i giorni precedenti.
Arrivata durante l’ora di pranzo l’impatto è stato fin da subito quello di un vero e proprio ritrovo di amici e conoscenti che colgono questa occasione per ritrovarsi e fin qui niente di nuovo: il momento dei pasti è simbolo di aggregazione, di ritrovo, di conoscenza, di chiacchiere ed appuntamenti come questo non possono che confermarlo!
Poco più tardi si è invece svolto un’incontro se vogliamo più “ufficiale”: il presidente della RIVE Alfredo Camozzi e Macaco di Damanhur hanno dato informazioni circa l’organizzazione strutturale delle reti nazionali e internazionali degli ecovillaggi (RIVE e GEN) nonché della loro importanza a livello mondiale ai fini di salvaguardia e sviluppo di intere aree geografiche ed umane in tutti i continenti. Ha fatto seguito a questo la testimonianza di Lorenzo (Città della Luce) che ha raccontato la sua partecipazione al grande incontro internazionale tenutosi presso il KrishnaVillage in Ungheria.
Concluso questo spazio è subito cominciata la presentazione dei nuovi progetti di ecovillaggi: ben 16 realtà si sono presentate come nuove aspiranti comunità, alcune già avviate altre in procinto di farlo, alcune sulla carta altre solo nella testa, ma tutte con l’intenzione di creare una nuova esperienza di vita in linea con i principi essenziali dei villaggi ecologici.
Nuove idee quindi si uniscono a realtà già presenti e già consolidate: i nuovi aspiranti vengono messi in guardia dalle difficoltà oggettive e ormai riconosciute nel dare inizio a forme di vita comunitaria dato che, come ha detto anche Alfredo: <> e non si può che credere a queste parole. La vita in comune rientra tra le sfide più difficili che l’uomo ha deciso di affrontare: tante idee, tanto entusiasmo e tanta volontà vengono sconfitte facilmente dalle difficoltà pratiche ed emotive che la vita quotidiana ti mette di fronte nonché da quelle spinte individuali che a mio avviso sono sempre in agguato e quindi, se non sapute affrontare con gli strumenti giusti e non sapute gestire, possono rappresentare un rischio per le neorealtà.
Le nuove proposte vanno da esperimenti già messi in atto ad intenzioni o desideri da concretizzare o almeno provarci, alcune quindi già attive da diversi anni altre invece ancora allo stato di associazioni o più semplicemente di obiettivi. La riflessione inoltre può essere spostata anche sul numero piuttosto che sulla varietà: 16 proposte -e altrettante che non sono riuscite ad inserirsi nello spazio della presentazione- sono tante e se a conti fatti è fondamentale vedere quante veramente riescono a dar vita a qualcosa di concreto e di stabile è ugualmente importante vedere la partecipazione di un buon numero di idee e progetti, segno di una volontà di cambiamento sempre più grande.
Dopo la presentazione e un breve spazio dedicato agli incontri ravvicinati con i nuovi progetti la giornata si è conclusa con la cena, animata da musica e canti, con uno spettacolo di circo di strada e ballo finale a volontà!
La domenica mattina è trascorsa tra i vari workshop in programma e l’Assemblea dei soci RIVE durante la quale è stato eletto come nuovo Presidente della rete Francesca Guidotti. Il cerchio finale ha concluso ufficialmente l’incontro RIVE del 2012 riunendo tutti i partecipanti in un grande abbraccio che per me ha segnato anche l’ora di ripartire verso casa!
La presenza di più di trecento persone mette in evidenza il fatto che quella degli ecovillaggi è ormai una realtà presente, che si muove inoltrandosi sempre più nel territorio nazionale: è una realtà che attrae, appassiona e interessa anche coloro che vivono al di fuori dei contesti comunitari. La partecipazione di persone affascinate o semplicemente incuriosite testimonia prima di tutto una conoscenza sempre più diffusa di queste forme di vita, ma anche un’apertura da parte delle stesse che a mio avviso diventa fondamentale per mantenere lo scopo nonché la sopravvivenza dei loro progetti. L’impressione infatti è che questa volontà di apertura verso l’esterno -intesa in senso di conoscenza e di informazione di queste rinnovate forme di vita- sembra essere un fattore imprescindibile per il loro sviluppo e consolidamento. Al di là delle personali scelte di vita -che possono anche non coincidere tra loro- è di fondamentale importanza la funzione svolta dal sostegno di un numero sempre più grande di persone: presentare uno stile di vita attento alle esigenze materiali e spirituali dell’uomo correlando il tutto con una forte componente ecologica può facilmente suscitare un sentimento di gratitudine e di consenso che può riversarsi in forme di sostegno morale e pratico anche da parte di coloro che non vivono direttamente queste realtà.
Ecco allora spiegata l’importanza degli incontri RIVE non solo per coloro che vivono all’interno di comunità ed ecovillaggi o vorrebbero farlo, ma anche per tutti coloro che pur non manifestando tale intenzione di vita riconoscono l’impegno e il valore di queste realtà e cercano di sostenerle con i mezzi che hanno a disposizione.
Spargere la voce, farsi conoscere, mostrare le proprie intenzioni di vita è segnale che queste realtà non stanno solo soddisfacendo delle esigenze legate a scelte personali di vita, ma stanno anche sperimentando valide alternative per un futuro all’interno di un mondo e di un sistema che, non è necessario ripeterlo, non sta molto bene. Ci stanno mostrando che le alternative esistono davvero e che ciascuno può dar vita a quella che più si confà alle proprie esigenze e ispirazioni: insieme a queste ci rivelano anche le difficoltà che si possono incontrare, i fallimenti e la necessità di seguire i consigli e le indicazioni di chi ormai ha una forte esperienza alle spalle ed ha raggiunto la giusta maturità per poter aiutare le nuove iniziative e i neonati progetti.
L’incontro della RIVE testimonia dunque che le alternative ci sono: la vita quotidiana può essere vissuta in modi diversi, in grado di prestare reale attenzione all’uomo e alle sue dimensioni, alla natura e all’ambiente circostante e che queste possibilità stanno emergendo assieme anche agli strumenti e ai mezzi per realizzarle. Non tutti saranno ovviamente propensi a buttarsi in tale tipo di esperienza, ma sempre più persone cominciano ad accorgersi della loro esistenza nonché del loro rilievo così da prendere iniziative o semplici spunti per migliorare anche in piccola parte la propria qualità della vita, sia in senso materiale che etico.
Questo incontro non ha alcun tipo di carattere propagandistico: l’intento che si percepisce non è infatti quello di ricercare nuovi membri né quello di dar luogo ad una sorta di “espansione incontrollata”, ma piuttosto quello di allargare la rete in maniera adeguata e consapevole a partire dalla voglia di mostrarsi presenti, di farsi conoscere e di fornire adeguato sostegno a chi desidera avviarsi verso questa strada.
Il raduno nazionale della RIVE rappresenta quindi un evento di partecipazione attiva dal quale iniziare a promuovere una conoscenza che possa essere portatrice sana di un’informazione che in qualche maniera e da svariati punti di vista riguarda un po’ tutti. Ed io, con la mia breve presenza e attraverso questo resoconto, ho in qualche modo cercato di farlo!
Dal lato della mia prima volta al RIVE ho avuto conferma di come la realtà degli ecovillaggi sia una vera e propria rete ben tessuta, consolidata e in espansione e nonostante la mia breve partecipazione (solo sabato e domenica) credo comunque di aver colto lo spirito che anima questa tipologia di incontro. Riporto quindi una breve descrizione delle due giornate trascorse a Vidracco, nonché le impressioni personali rielaborate una volta ritornata alla mia vita quotidiana.
Il XVI incontro si è svolto presso la comunità di Damanhur in Valchiusella dal 26 al 29 luglio, anche se, ad onor del vero, l’ospite principale è stato il comune di Vidracco (il cui sindaco, Elfo Frassino, è un membro della comunità di Damanhur) che ha messo a disposizione spazi aperti e locali per permettere lo svolgimento delle attività nonché il soggiorno dei partecipanti. Non c’è stata quindi una vera e propria partecipazione fisica della comunità: gli ospiti interagivano principalmente all’esterno muovendosi nel perimetro del piccolo borgo di Vidracco, con la possibilità di inoltrarsi a Damanhur solo con visite guidate e organizzate.
Il tutto si è svolto quindi in diverse aree di riferimento sparse nel piccolo paesino non lontane tra loro, ma sicuramente decentrate: questo tipo di organizzazione spaziale è stata infatti la critica principale che ho potuto raccogliere parlando soprattutto con coloro che avevano già affrontato questa esperienza, ma espressa solo come un piccolo neo che non ha comunque contrastato con la buona riuscita del raduno. Come ho detto la mia partecipazione si è limitata agli ultimi due giorni, non posso quindi fare un resoconto completo, ma posso riassumere le battute finali che probabilmente concentrano anche i giorni precedenti.
Arrivata durante l’ora di pranzo l’impatto è stato fin da subito quello di un vero e proprio ritrovo di amici e conoscenti che colgono questa occasione per ritrovarsi e fin qui niente di nuovo: il momento dei pasti è simbolo di aggregazione, di ritrovo, di conoscenza, di chiacchiere ed appuntamenti come questo non possono che confermarlo!
Poco più tardi si è invece svolto un’incontro se vogliamo più “ufficiale”: il presidente della RIVE Alfredo Camozzi e Macaco di Damanhur hanno dato informazioni circa l’organizzazione strutturale delle reti nazionali e internazionali degli ecovillaggi (RIVE e GEN) nonché della loro importanza a livello mondiale ai fini di salvaguardia e sviluppo di intere aree geografiche ed umane in tutti i continenti. Ha fatto seguito a questo la testimonianza di Lorenzo (Città della Luce) che ha raccontato la sua partecipazione al grande incontro internazionale tenutosi presso il KrishnaVillage in Ungheria.
Concluso questo spazio è subito cominciata la presentazione dei nuovi progetti di ecovillaggi: ben 16 realtà si sono presentate come nuove aspiranti comunità, alcune già avviate altre in procinto di farlo, alcune sulla carta altre solo nella testa, ma tutte con l’intenzione di creare una nuova esperienza di vita in linea con i principi essenziali dei villaggi ecologici.
Nuove idee quindi si uniscono a realtà già presenti e già consolidate: i nuovi aspiranti vengono messi in guardia dalle difficoltà oggettive e ormai riconosciute nel dare inizio a forme di vita comunitaria dato che, come ha detto anche Alfredo: <
Le nuove proposte vanno da esperimenti già messi in atto ad intenzioni o desideri da concretizzare o almeno provarci, alcune quindi già attive da diversi anni altre invece ancora allo stato di associazioni o più semplicemente di obiettivi. La riflessione inoltre può essere spostata anche sul numero piuttosto che sulla varietà: 16 proposte -e altrettante che non sono riuscite ad inserirsi nello spazio della presentazione- sono tante e se a conti fatti è fondamentale vedere quante veramente riescono a dar vita a qualcosa di concreto e di stabile è ugualmente importante vedere la partecipazione di un buon numero di idee e progetti, segno di una volontà di cambiamento sempre più grande.
Dopo la presentazione e un breve spazio dedicato agli incontri ravvicinati con i nuovi progetti la giornata si è conclusa con la cena, animata da musica e canti, con uno spettacolo di circo di strada e ballo finale a volontà!
La domenica mattina è trascorsa tra i vari workshop in programma e l’Assemblea dei soci RIVE durante la quale è stato eletto come nuovo Presidente della rete Francesca Guidotti. Il cerchio finale ha concluso ufficialmente l’incontro RIVE del 2012 riunendo tutti i partecipanti in un grande abbraccio che per me ha segnato anche l’ora di ripartire verso casa!
La presenza di più di trecento persone mette in evidenza il fatto che quella degli ecovillaggi è ormai una realtà presente, che si muove inoltrandosi sempre più nel territorio nazionale: è una realtà che attrae, appassiona e interessa anche coloro che vivono al di fuori dei contesti comunitari. La partecipazione di persone affascinate o semplicemente incuriosite testimonia prima di tutto una conoscenza sempre più diffusa di queste forme di vita, ma anche un’apertura da parte delle stesse che a mio avviso diventa fondamentale per mantenere lo scopo nonché la sopravvivenza dei loro progetti. L’impressione infatti è che questa volontà di apertura verso l’esterno -intesa in senso di conoscenza e di informazione di queste rinnovate forme di vita- sembra essere un fattore imprescindibile per il loro sviluppo e consolidamento. Al di là delle personali scelte di vita -che possono anche non coincidere tra loro- è di fondamentale importanza la funzione svolta dal sostegno di un numero sempre più grande di persone: presentare uno stile di vita attento alle esigenze materiali e spirituali dell’uomo correlando il tutto con una forte componente ecologica può facilmente suscitare un sentimento di gratitudine e di consenso che può riversarsi in forme di sostegno morale e pratico anche da parte di coloro che non vivono direttamente queste realtà.
Ecco allora spiegata l’importanza degli incontri RIVE non solo per coloro che vivono all’interno di comunità ed ecovillaggi o vorrebbero farlo, ma anche per tutti coloro che pur non manifestando tale intenzione di vita riconoscono l’impegno e il valore di queste realtà e cercano di sostenerle con i mezzi che hanno a disposizione.
Spargere la voce, farsi conoscere, mostrare le proprie intenzioni di vita è segnale che queste realtà non stanno solo soddisfacendo delle esigenze legate a scelte personali di vita, ma stanno anche sperimentando valide alternative per un futuro all’interno di un mondo e di un sistema che, non è necessario ripeterlo, non sta molto bene. Ci stanno mostrando che le alternative esistono davvero e che ciascuno può dar vita a quella che più si confà alle proprie esigenze e ispirazioni: insieme a queste ci rivelano anche le difficoltà che si possono incontrare, i fallimenti e la necessità di seguire i consigli e le indicazioni di chi ormai ha una forte esperienza alle spalle ed ha raggiunto la giusta maturità per poter aiutare le nuove iniziative e i neonati progetti.
L’incontro della RIVE testimonia dunque che le alternative ci sono: la vita quotidiana può essere vissuta in modi diversi, in grado di prestare reale attenzione all’uomo e alle sue dimensioni, alla natura e all’ambiente circostante e che queste possibilità stanno emergendo assieme anche agli strumenti e ai mezzi per realizzarle. Non tutti saranno ovviamente propensi a buttarsi in tale tipo di esperienza, ma sempre più persone cominciano ad accorgersi della loro esistenza nonché del loro rilievo così da prendere iniziative o semplici spunti per migliorare anche in piccola parte la propria qualità della vita, sia in senso materiale che etico.
Questo incontro non ha alcun tipo di carattere propagandistico: l’intento che si percepisce non è infatti quello di ricercare nuovi membri né quello di dar luogo ad una sorta di “espansione incontrollata”, ma piuttosto quello di allargare la rete in maniera adeguata e consapevole a partire dalla voglia di mostrarsi presenti, di farsi conoscere e di fornire adeguato sostegno a chi desidera avviarsi verso questa strada.
Il raduno nazionale della RIVE rappresenta quindi un evento di partecipazione attiva dal quale iniziare a promuovere una conoscenza che possa essere portatrice sana di un’informazione che in qualche maniera e da svariati punti di vista riguarda un po’ tutti. Ed io, con la mia breve presenza e attraverso questo resoconto, ho in qualche modo cercato di farlo!