Dalla distensiva Tailandia e dal confine Birmano torniamo, ancora una volta, in Italia per una breve presentazione di una comunita' intenzionale toscana: Hodos.
“Si arriva a Hodos dopo un tortuoso saliscendi sulle colline tra Pisa e Livorno. Via via che la strada sale, il paesaggio urbanizzato lascia spazio a brandelli sempre più ampi di macchia mediterranea fino a trasformarsi in una fitta pineta. La comunità, sei ettari in prevalenza boscosi che si estendono su un poggio ben esposto, è ospitata in un grande casolare dell’Ottocento. Al piano terra si trovano gli spazi comunitari, la cucina, il refettorio, la sala per gli incontri e la biblioteca, mentre al piano superiore gli alloggi per i residenti. Di fronte al casolare, un grazioso annesso con il forno a legna, il granaio e un’ampia sala per la meditazione” (Hodos: pane e psicosintesi, AAM Terranuova, dicembre 2007).
La comunità, fondata nel 2002, è composta da toscani doc, sette in tutto, tra cui una bambina. Ha preso corpo a partire dal Centro di Psicosintesi Roberto Assagioli di Livorno e, a partire dal ’96, dall’associazione Cibo per la pace che promuoveva alimenti biologici e vegetariani.
“Già Fritz Perls”, sostiene Fabio Guidi, psicosintesista e portavoce della comunità, “il padre della Terapia della Gestalt, aveva intuito che la crescita interiore, iniziata attraverso una terapia individuale, doveva poi svilupparsi attraverso un lavoro di gruppo, per sfociare infine in un’esperienza comunitaria, dove la comunità diventa una risposta concreta alla ricerca di una vita più autentica, più creativa, più integrata. Una convinzione di questo tipo ha portato, nel tempo, alla nascita di Hodos” (Ibidem).
Il nome della comunità è di origine greca, significa “la via”, e con lo stesso nome veniva qualificato il movimento fondato da Gesù, prima che prendesse la strada di una decisa istituzionalizzazione.
Lo spirito della comunità, tuttavia, si premura di sottolineare Fabio, è molto laico: “Hodos non è una comunità cristiana, ma intende praticare un profondo lavoro interiore che permetta di aprirsi alla dimensione più vera dell’esistenza…che si chiami Dio, trascendenza o unità della coscienza non ha nessuna importanza” (Ibidem).
All’interno di questa prospettiva, la Comunità Hodos si costituisce come un progetto per la ricerca e la formazione in Psicosintesi, ad orientamento transpersonale (o spirituale). Potremmo descrivere questo cammino come una via orientata alla progressiva integrazione delle molteplici parti del nostro Io, allo sviluppo della nostra unicità e della nostra creatività fino alla piena espressione del nostro potenziale umano, alla coltivazione dei valori umanistici - come la collaborazione, il rispetto, la responsabilità - fino al perseguimento di un autentico spirito comunitario.
A Hodos vige la totale comunione dei beni. Due membri lavorano a tempo pieno nella comunità mentre gli altri quattro adulti lavorano all’esterno. Le entrate alimentano tutte una cassa comune da cui vengono dedotte le spese di affitto, cibo, trasporti, scolastiche, sanitarie e “formative” ed una paghetta mensile di 100 euro per ogni residente.
Il piccolo popolo di Hodos si riunisce il sabato sera ed ogni genere di decisione viene presa utilizzando il metodo del consenso.
La comunità è aperta all’accoglienza di nuovi membri, purché ne condividano (ovviamente) i principi fondanti, seguano un percorso di avvicinamento, e, soprattutto, siano disposti a lavorare seriamente su di sé.
Comunita’ Hodos, Fauglia (PI), tel. 050650418,
www.psicosintesi.org,
info@psicosintesi.org