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lunedì 30 maggio 2011

Intervista ad Alfredo Camozzi, presidente della RIVE (Rete Italiana Villaggi Ecologici).

L'intervista che segue ha avuto luogo nel corso dell'ultimo incontro della RIVE che ha avuto luogo nell'ecoalbergo di Modus Vivendi, in Abruzzo, il 7 e l'8 Maggio scorsi.

Tu sei il presidente della RIVE da quanto tempo?

Da tre anni, dal 2008.

Cosa è successo in questi tre anni?

C’è stata una crescita considerevole degli aderenti alla RIVE abbiamo anche messo in piedi gli eventi estivi più frequentati. La svolta c’è stata nel 2007 quando abbiamo visto che c’è stata una richiesta notevole di persone a venire all’incontro della RIVE che in quella occasione abbiamo fatto in coda all’incontro del GEN. Abbiamo dovuto dire di no a molte persone perchè non c’era posto e lì ci siamo messi alla ricerca di un posto che potesse accogliere tutti e c’è stata l’offerta da parte degli elfi dove abbiamo fatto nel 2008 e 2009 l’incontro estivo con una frequentazione al di là dell’immaginabile, si sono iscritte circa 300 persone. Nel 2008 proponemmo come titolo “Voglia di comunità” e poi entrammo, nel 2009, nel merito della vita all’interno degli ecovillaggi. Nel 2010 ci siamo visti a Rays e lì c’è stato il segno di un grande interesse ed una grande comunione tra le persone. Lì si parlava della socialità all’interno degli ecovillaggi. In questo momento si sta portando avanti un’intenzione di organizzare il prossimo incontro della RIVE dal 28 al 31 luglio in una zona molto vicina alla capitale e dunque pensiamo ad una frequenza anche maggiore con la strutturazione di innumerevoli workshops. Il titolo sarà: Ecovillaggi Dalla tradizione alla transizione; si tratterà di mettere in campo tutta una serie di riflessioni su questo temi che poi porteranno anche al tema del superamento della crisi petrolifera, della crisi energetica, della creazione di nuove realtà di comunicazione e di una nuova vita sociale.

Ci sono state molte new entries in questi anni?

Tante perchè siamo passati dai 3 ecovillaggi presenti nella rete nel 2003, il picco più basso, ai 23 attuali. Abbiamo inoltre 8 progetti in corso. Ci sono inoltre nuove realtà che ci stanno contattando e speriamo che nel prossimo incontro nazionale ci sia un fiorire di progetti anche se sappiamo che non tutti si realizzeranno. Forse solo una minima parte si realizzeranno ma questo interesse dovuto probabilmente anche alla crisi che è una crisi esistenziale, di prospettive oltre che economica, non può che essere molto stimolante.

Rapporti con altre reti?

Sono positivi. Con la rete bioregionale abbiamo avuto un incontro nella sede del CONACREIS due anni di seguito, nel 2008-2009. Speriamo di continuare su questo filone perchè c’è una proposta, partita da Mario Cecchi degli elfi che è la creazione di una rete delle reti. Con la rete del Co-housing abbiamo organizzato diversi incontri dove abbiamo avuto modo di confrontarci sia sui punti di contatto sia sulle differenze non tanto di ispirazione quanto di organizzazione. Quello che ci unisce è che laddove il cohousing parte è perchè c’è un comunità dietro. Ebbene: anche gli ecovillaggi partono dove c’è una comunità dietro.

A livello internazionale?

Noi siamo collegati con il GEN Europe, abbiamo rapporti con realtà che si muovono anche nel settore del pacifismo, in particolare le componenti non violente che si trovano nel movimento no global. Possiamo poi dire che tendiamo ad un riconoscimento formale perchè non vogliamo muoverci solo nell’ambito del mondo alternativo ma intendiamo anche avere un rapporto interlocutorio positivo con l’Unione Europea e anche con le Nazioni Unite, tenendo presente che il GEN è stato riconosciuto come organizzazione sia a livello europeo sia a livello delle Nazioni Unite dove ha dei suoi rappresentanti tra le associazioni che devo essere consultate sulle questioni ambientali.

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