Come un’improvvisa alluvione
può spazzar via un villaggio addormentato
così può la morte distruggere
quelli che cercano solo i fiori casuali
dei piaceri dei sensi.
Dhammapada strofa 47
Il Buddha amava i quieti boschetti di bambù, la cima delle montagne e
raccomandava quei luoghi per coltivare la meditazione. Anche
Mahakassapa, uno dei suoi maggiori discepoli, descrisse con versi
eleganti il piacere di stare nella natura. Questi esseri risvegliati
prediligevano particolari condizioni, ma se si trovavano in ambienti
meno piacevoli, non si lamentavano. Il loro viaggio interiore non
veniva ostacolato se non erano appagate le loro predilezioni. Il
Buddha insegnò una via la cui meta chiamò lo stato del senza-morte,
uno stato che possiamo realizzare se comprendiamo chiaramente la
natura dei nostri sensi, la vista, l’udito, l’odorato, il gusto, il
tatto e la cognizione. Dopo anni di radicale negazione del piacere dei
sensi, il Buddha scoprì una via di mezzo tra l’indulgere e l’evitare.
Questa via di consapevolezza sa perfettamente quando sorge il piacere
sensoriale e impara anche dalle sensazioni di dolore. Nessuna
posizione fissa.
Con Metta,
Bhikkhu Munindo
(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Santacittarama
Monastero Buddhista
02030 Frasso Sabino (RI) Italy
Tel: (+39) 0765 872 186 (7:30-10:30, tutti i giorni eccetto lunedì)
Fax: (+39) 06 233 238 629
sangha@santacittarama.org
(alternativa): santa_news@libero.it
www.santacittarama.org
www.forestsangha.org (portal to wider community of monasteries)
www.fsnewsletter.org (newsletter in English)
www.dhammatalks.org.uk (audio files)
può spazzar via un villaggio addormentato
così può la morte distruggere
quelli che cercano solo i fiori casuali
dei piaceri dei sensi.
Dhammapada strofa 47
Il Buddha amava i quieti boschetti di bambù, la cima delle montagne e
raccomandava quei luoghi per coltivare la meditazione. Anche
Mahakassapa, uno dei suoi maggiori discepoli, descrisse con versi
eleganti il piacere di stare nella natura. Questi esseri risvegliati
prediligevano particolari condizioni, ma se si trovavano in ambienti
meno piacevoli, non si lamentavano. Il loro viaggio interiore non
veniva ostacolato se non erano appagate le loro predilezioni. Il
Buddha insegnò una via la cui meta chiamò lo stato del senza-morte,
uno stato che possiamo realizzare se comprendiamo chiaramente la
natura dei nostri sensi, la vista, l’udito, l’odorato, il gusto, il
tatto e la cognizione. Dopo anni di radicale negazione del piacere dei
sensi, il Buddha scoprì una via di mezzo tra l’indulgere e l’evitare.
Questa via di consapevolezza sa perfettamente quando sorge il piacere
sensoriale e impara anche dalle sensazioni di dolore. Nessuna
posizione fissa.
Con Metta,
Bhikkhu Munindo
(Ringraziamenti a Chandra per la traduzione)
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