TRANSUMANZA

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sabato 2 aprile 2011

Una nuova, bella recensione per Viverealtrimenti.

Una bella recensione per il libro Comuni, comunita', ecovillaggi:

Splendida illuminazione, che apre a insospettate possibilità, sollecitando interrogativi e riflessioni. Questa è in sintesi la percezione, che si ha leggendo il libro serio, impegnato, bene articolato e ricco di riferimenti preziosi, libro, che è, tra l'altro, l'ultima tappa di un percorso, inziato con “ Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia “ e proseguito con “ Comuni, comunità ed ecovillaggi in Italia, in Europa, nel mondo “. Manuel Olivares è un giovane colto, laureato in sociologia , che vive e lavora tra Londra e l'India e che ha voluto che non si spegnesse nel cuore e nella mente la scintilla di una forte tensione ideale. La visione trasmessa lucidamente dall'opera è quella che guarda alla terra come bene prezioso da condividere e ai suoi abitanti come soggetti, che scelgono di vivere in una dimensione comunitaria sulla base di convinzioni, di ideali, di intuizioni, di bisogni, affidandosi spesso a forme di spontaneità creativa. L'avvio del testo è delicato e profondo. L'India , tra descrizione e sovrasenso, invade la scena con le immagini pregnanti e armoniose della vita, che scorre intorno e dentro la casa del Dharma, in cui si trova anche un tempio antico dedicato alla Dea, principio femminile della vita. L'autore nel primo capitolo fa un excursus storico delle forme di vita in comune, dalla Homakoeion di Pitagora, fondata nel crotonese nel 52 a.C. e dalle comunità iniziatiche degli esseni alle esperienze comunitarie del protestantesimo radicale, al movimento dei diggers, agli esperimenti del diciannovesimo secolo in Francia, negli Stati Uniti, in Palestina e, poi, nel ventesimo secolo in Ucraina, Spagna fino al movimento hippy e alla New Age. Il secondo capitolo, preceduto da un'importante riflessione dell'autore, tesa ad annullare tutte le banalità dette e scritte sulle esperienze di vita comunitaria, è dedicato alle comunità intenzionali nel mondo. Queste, ci fa capire Manuel Olivares, sono gruppi di persone, che scoprono di voler vivere insieme perchè condividono visione del mondo o particolari ideali. Si snoda, così, un viaggio dell'esserci nel tempo e nello spazio. Si profilano nuove possibilità e scenari inediti, verificando che ogni esperienza prende la voce e assume anche i colori del luogo, in cui nasce. Tra le preziose informazioni del capitolo quella sul GEN ( Global Ecovillage Network ), la rete mondiale degli ecovillaggi – villaggi fondati su criteri ecologici - , nata nel 1994 e alla quale aderiscono migliaia di realtà distribuite sul pianeta. Stati Uniti, India, Thailandia, Srilanka, Australia e Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Germania, Russia, Portogallo sono toccati a volo radente. Ogni villaggio mostra il suo volto, il suo sguardo, la sua vitalità, la sue scelte. Il terzo capitolo, che ha come incipit il testo “ La Comune “ di Giorgio Gaber , si articola intorno alle esperienze comunitarie italiane, che fanno riferimento alla RIVE ( rete italiana villaggi ecologici ), al CONACRES ( coordinamento nazionale associazioni e comunità di ricerca etica, interiore e spitituale ) e alla R.B.I., che coordina l'esteso e variegato movimento comunitario italiano. E' uno spaccato interessante e, per me, inedito nella ricchezza delle sue proposte e delle sue realizzazioni. Tutta l'opera è una mappatura, che decostruisce pre-concetti e luoghi comuni, tracciando in uno straordinario montaggio un lungo sentiero, battuto soltanto in parte, tra soggettività e pratiche politiche diverse e, soprattutto, ipotizzando un rapporto stretto fra ontologia e politica ( qui intesa nella sua accezione originaria ), tra l'essere e il vivere. Importante è l'angolatura in questo libro: distaccata e partecipe insieme; essa fa di questa opera uno strumento serio di conoscenza e di diffusione del fenomeno comunitario, fenomeno aperto e stratificato. Manuel Oliveres libera la storia, che ciascuna esperienza racchiude, e la mette sulla pagina con stile colloquiale e fluido e con la passione dell'osservatore, che accoglie una particolare esperienza di vita, tra l'altro sempre in crescita, assieme alla lucentezza delle sue prospettive. La sua osservazione, così, appare investita da una luce atemporale e metafisica, che investe spirito e cose. La scrittura di questo autore, sempre misurata e controllata, scatena risonanze e attiva echi. Personalmente sento il dovere di ringraziare Olivares per aver prodotto un'opera importante, lontana davvero dai rituali e dagli stereotipi, che il tema avrebbe potuto richiamare.

Merys Rizzo