TRANSUMANZA

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martedì 2 novembre 2010

Resoconto dell'incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana.

L'incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana si è tenuto quest'anno a San Severino Marche in provincia di Macerata il 30 e 31 ottobre 2010 nel podere di Lucilla Pavoni, su una bellissima collina.

L’atmosfera è stata serena, amichevole, fraterna direi, e ognuno dei numerosi presenti, ha reso partecipi gli altri della propria esperienza di vita, delle proprie memorie e del percorso che ha portato ognuno di noi, ognuno con i suoi modi e i suoi tempi a fare una scelta ecologista, non so se profonda o meno, anche perché, vivendo in una società “moderna”, in cui certi “fattori di progresso” sono ormai dati per scontati, l’ecologia può essere solo un tendere a una vita il meno impattante possibile sull’ambiente che ci ospita, questo bellissimo mondo, che consumiamo sempre più a piene mani e che, se non cominciamo tutti a interrogarci su quelle che sono le conseguenze delle nostre azioni, lasceremo sempre più misero e inquinato ai nostri figli. (mentre sto scrivendo-sono le 6 e trenta di mattina- sento la caldaia di casa mia che parte perché il termostato ambiente a quest’ora richiede più calore, in vista del prossimo levarsi dal letto per prepararsi per il lavoro per me e per la scuola per Viola, mia figlia, e penso ai fumi che questa caldaia scarica nell’ambiente per dare a me, pigra e viziata ex cittadina di alzarmi dal letto senza rabbrividire in una giornata neanche troppo fredda, ancora, come si preannuncia l’odierna).
Ognuno dei presenti, parlando a giro, ha raccontato la sua esperienza quotidiana: per molti la scelta è stata quella del ritorno ad una vita immersi nella natura, in campagna, con un interesse notevole per un raggiungimento il più ampio possibile dell’autoproduzione e quindi abbiamo assaggiato e gradito il pane fatto in casa da Lucilla e le sue verdure speciali, coltivate con amore nel suo orto, oltre alle erbe spontanee raccolte durante le passeggiate nei dintorni della sua bella e accogliente casa, il vino di Patrizia, fatto con l’uva della sua vigna, abbiamo sentito parlare (per me era la prima volta) del caffè di ghiande di Felice e della pianta di vetiver di Benito (la pianta miracolosa), abbiamo sentito il profumo dell’olio essenziale di lavanda prodotto da Vera e abbiamo sentito raccontare del grano biologico prodotto da Omero.
La memoria in questi casi ha spesso fatto capolino: alcune di loro sono persone che dopo anni di vita in città, in condizioni soffocanti e spesso poco umane ha sentito il bisogno di ritrovare emozioni, gesti, attività già conosciuti, magari in una lontana infanzia, ma mai dimenticati, solo addormentati nella coscienza e rimasti lì, pronti per decenni a risvegliarsi
Per altre persone il discorso è stato un po’ diverso, in conseguenza di un percorso di vita che comunque, almeno al momento, ci fa rimanere (tra questi ci sono anche io) ancora in un ambiente urbanizzato. Io ad esempio vivo in un paese della provincia di Modena, per me comunque il contatto con la natura, essendo un paese agricolo, è quotidiano, ma altri vivono in città.
Per me, per noi, l’ecologia è un vivere con la consapevolezza (almeno ci si prova) che le nostre azioni, anche le più banali, hanno una conseguenza, sia dal punto di vista ambientale, ma anche sociale, umano.
Siamo un unico organismo che vive, lavora, consuma, produce, ama, si riproduce e muore e sempre si rinnova. E’ una questione di equilibri che bisogna cercare di ripristinare.
Si è parlato anche molto della proposta di legge già presentata con più di 6000 firme sull’agricoltura contadina e sulla necessità di ridare la possibilità al piccolo produttore di poter lavorare con un alleggerimento delle pastoie burocratiche. La cosa faciliterebbe un ritorno a questo tipo di attività e quindi, secondariamente, anche ad un ripopolamento di zone disagiate, da cui molte persone potrebbero ricavare un sostentamento, sempre ammesso di non dover sottostare a normative che sono nate per salvaguardare le produzioni industriali dal punto di vista sanitario e della tutela dell’ambiente.
Bentornati a Casa! Questo, che è lo slogan di apertura della Carta degli intenti della Rete Bioregionale e mi indica proprio qual è il messaggio profondo di questo “movimento” (ma questa parola non mi piace): sentirsi a casa nel luogo che ci ospita, in questo momento della nostra vita, qualunque esso sia e ovunque esso sia ed amarlo e onorarlo rispettandolo.

Caterina Regazzi -caterinareg@gmail.com

Ecco alcuni pensieri lasciati nel quaderno degli appunti da qualche partecipante:
Qualcuno ha detto:" the harder the life, the finer the person", "più dura la vita, più di valore la persona". Ho sempre pensato che fosse meglio dire: "the simpler the life, the finer the person". Poche ore con voi sono bastate per dimostrare che è così. Grazie. Alessandro

Tanta strada per arrivare alla casa di Lucilla, bellissimo posto, bellissime persone. Grazie ai partecipanti per la condivisione delle loro esperienze, storie, del loro sentire. Lara

Felicissima di accogliere nella mia casa e nel mio cuore gli amici che il Cielo mi manda... ...desidero ringraziare gli amici, che numerosi sono intervenuti all' Incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana. E' stato un momento di riflessione, di studio e di condivisione, realizzato in un ambiente sereno, in armonia con la natura e con gli esseri che la vivono.... Lucilla

Siamo felici di aver partecipato a questo incontro. Michele, Anna, Luca, Matteo

Bellissima pausa di tranquillità e relax. Anna Rita

Stare qui insieme a voi mi è servito ad arricchire il mio bagaglio di esperienze di vita. Grazie Vera

Interessante esperienza. Da approfondire in futuro. Deanna

..quante volte ho desiderato poter condividere i momenti.. con tanto "ardore", amo molto la partecipazione sentita e lo "stare insieme" "davanti" ad un progetto comune.... Antonella

Grazie per questo incontro che mi ha dato la possibilità di conoscere persone buone e soprattutto ospitali come Lucilla! Beatrice

Da una poesia di Felice: Se posso cerco di evitare il litigio e la discussione furibonda ma ciò non vuol dire che con me non puoi esprimere il tuo pensiero, l'idea tua più profonda...

Un'esperienza interessante. Un passo avanti verso un futuro sostenibile. Benito

Sentirsi a casa: questo è quello che mi importa, qualsiasi sia il luogo che mi ospita in un certo momento della mia vita e questo cerco di perseguirlo conoscendo il mio "paese" dal punto di vista naturale, ambientale e umano, sociale. Caterina P.S. Grazie a mia nonna che ha comprato la casa di Treia, ai miei genitori che l'hanno conservata e a Paolo che la sta abitando, come se io fossi lì con lui.

Quando si è capaci di raccontare le proprie esperienze e se stessi senza ragionarci sopra allora si è a casa! Paolo

Ed ora parliamo di aspetti pratici per la continuazione del percorso bioregionale
Durante l'incontro sono stati discussi i modi per continuare a mantenere vivo l'esempio fornito attraverso la pratica del bioregionalismo. Si é sentita durante l'incontro l'esigenza di un approfondimento sui temi specifici dell'ecologia: quello sociale, quello alimentare, quello agricolo, quello tecnologico, etc. senza trascurare i risvolti spirituali connessi alla pratica ecologica soprattutto quelli relativa alla “spiritualità della natura”. Perciò é stato deciso di dare un forte segnale di cambiamento. I partecipanti all'incontro della Rete hanno sentito il bisogno di sviluppare i diversi aspetti della pratica bioregionale, ed indipendentemente dalla presenza nel luogo in cui si vive, questo significa che alcune persone di buona volontà possano sviluppare la loro ricerca in campi di ricerca a loro congeniali, fornendo così un esempio di specializzazione e trasmettendo la loro conoscenza a chi desidera approfondire l'argomento. Ad esempio nel campo della ricerca di erbe commestibili utili alla sopravvivenza l'esperienza fatta sinora da Felice (Rosario Colaci) merita di essere divulgata e portata avanti anche attraverso specifici incontri, la stessa cosa vale per l'esperienza pluriennale nel campo delle cure olistiche e naturali praticate da Sonia Baldoni. Sul tema dell'agricoltura contadina abbiamo poi l'esperienza importante di Benito Castorina (docente di economia dell'agricoltura e coltivatore di vetiver) e della veterinaria Caterina Regazzi che ha una particolare competenza per l'allevamento animale, abbiamo poi la conoscenza tecnica di Lara Ghiotto nella produzione energetica da fonti alternative, etc. Insomma le diverse specialità saranno valorizzate nel tentativo di portare avanti un discorso ecologico che entri sempre più nelle pieghe della società. Mi auguro che anche gli altri membri aderenti, che per motivi personali non sono potuti intervenire all'incontro, come ad esempio Fulvio Di Dio e Stefano Panzarasa, possano e vogliano rendersi utili alla causa rivestendo un ruolo nell'ambito delle loro specifiche competenze tecniche. Per quanto mi riguarda la funzione di addetto alle pubbliche relazioni che di fatto ho sinora rivestito potrà essere da me continuata e cercherò di svolgerla con dedizione e rispetto per tutti...
Infine... mi auguro e prego che anche i membri “dimissionari” della Rete Bioregionale Italiana vogliano rientrare nel novero dei presenti, partecipando e contribuendo alla causa comune.
Cari saluti a tutti, Paolo D'Arpini - paolo.darpini@alice.it

Altri articoli sul bioregionalismo e l'ecologia profonda:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=bioregionalismo+ecologia+profonda