Uno dei prossimi libri in uscita con la Viverealtrimenti Editrice è Verso il darshan; sulle orme di Paramhansa Yogananda, di Bhakti Binod.
In attesa che i tempi maturino per questo nuovo testo, condivido volentieri con i lettori di questo blog-magazine un video di presentazione del capolavoro Autobiografia di uno yogi, nella versione originale del 1946, pubblicata dagli amici di Ananda Edizioni.
Dopo il video, un breve stralcio dal capitolo 49 della terza edizione di Autobiografia di uno yogi che credo meriti attenzione per la sua attualità.
Buona visione e buona lettura
I grandi maestri dell’India che hanno dimostrato vivo interesse per l’Occidente hanno compreso bene le condizioni dell’epoca moderna.
Essi sanno che fino a quando le virtù distintive dell’Oriente e dell’Occi-dente non verranno assimilate maggiormente in tutte le nazioni, la situazione del mondo non potrà migliorare. Ciascun emisfero ha bisogno di ciò che di meglio ha da offrire l’altro.
Nel corso dei miei viaggi in varie parti del mondo ho osservato tristemente grandi sofferenze: in Oriente sofferenza soprattutto sul piano materiale, in Occidente, principalmente sul piano mentale o spirituale.
Le nazioni si dibattono nella morsa dolorosa di civiltà non equilibrate. L’India, la Cina e altri Paesi orientali possono trarre grande beneficio dall’emulazione della capacità pratica nella gestione degli affari, l’efficienza
materiale, di nazioni occidentali come l’America. I popoli occidentali, d’altra parte, necessitano di una comprensione più approfondita delle basi spirituali dell’esistenza, e in particolare delle tecniche scientifiche
elaborate dall’India già nell’antichità per consentire all’uomo di raggiungere la comunione consapevole con Dio.
L’ideale di una civiltà sviluppata in modo compiuto ed equilibrato non è una chimera. Per millenni l’India è stata un paese illuminato dal punto di vista spirituale e, nel contempo, ha goduto di una diffusa prosperità materiale. La povertà degli ultimi 200 anni costituisce, nella lunga storia dell’India, soltanto una fase karmica transitoria. Per secoli e secoli “le ricchezze delle Indie” furono proverbiali nel mondo. L’abbondanza materiale, oltre che spirituale, è espressione strutturale di rita, la legge cosmica o naturale rettitudine. Non vi è alcuna parsimonia nel Divino e neppure nella Sua dea dei fenomeni, la rigogliosa Natura.
Le Scritture indù insegnano che l’essere umano viene attratto su questa terra per apprendere, in modo sempre più completo in ciascuna vita successiva, i modi infiniti in cui lo Spirito può manifestarsi, in tutte le condizioni materiali, esercitando su di esse un costante dominio. L’Oriente e l’Occidente stanno imparando questa grande verità in modi diversi e dovrebbero condividere volentieri le loro scoperte. È indubbio che il
Signore sia lieto che i Suoi figli terreni si sforzino di raggiungere una civiltà mondiale libera dalla povertà, dalla malattia e dall’ignoranza della propria anima. L’oblio da parte dell’essere umano delle risorse dell’anima
– risultato di un uso improprio del libero arbitrio – è la causa alla radice di ogni altra forma di sofferenza.
Essi sanno che fino a quando le virtù distintive dell’Oriente e dell’Occi-dente non verranno assimilate maggiormente in tutte le nazioni, la situazione del mondo non potrà migliorare. Ciascun emisfero ha bisogno di ciò che di meglio ha da offrire l’altro.
Nel corso dei miei viaggi in varie parti del mondo ho osservato tristemente grandi sofferenze: in Oriente sofferenza soprattutto sul piano materiale, in Occidente, principalmente sul piano mentale o spirituale.
Le nazioni si dibattono nella morsa dolorosa di civiltà non equilibrate. L’India, la Cina e altri Paesi orientali possono trarre grande beneficio dall’emulazione della capacità pratica nella gestione degli affari, l’efficienza
materiale, di nazioni occidentali come l’America. I popoli occidentali, d’altra parte, necessitano di una comprensione più approfondita delle basi spirituali dell’esistenza, e in particolare delle tecniche scientifiche
elaborate dall’India già nell’antichità per consentire all’uomo di raggiungere la comunione consapevole con Dio.
L’ideale di una civiltà sviluppata in modo compiuto ed equilibrato non è una chimera. Per millenni l’India è stata un paese illuminato dal punto di vista spirituale e, nel contempo, ha goduto di una diffusa prosperità materiale. La povertà degli ultimi 200 anni costituisce, nella lunga storia dell’India, soltanto una fase karmica transitoria. Per secoli e secoli “le ricchezze delle Indie” furono proverbiali nel mondo. L’abbondanza materiale, oltre che spirituale, è espressione strutturale di rita, la legge cosmica o naturale rettitudine. Non vi è alcuna parsimonia nel Divino e neppure nella Sua dea dei fenomeni, la rigogliosa Natura.
Le Scritture indù insegnano che l’essere umano viene attratto su questa terra per apprendere, in modo sempre più completo in ciascuna vita successiva, i modi infiniti in cui lo Spirito può manifestarsi, in tutte le condizioni materiali, esercitando su di esse un costante dominio. L’Oriente e l’Occidente stanno imparando questa grande verità in modi diversi e dovrebbero condividere volentieri le loro scoperte. È indubbio che il
Signore sia lieto che i Suoi figli terreni si sforzino di raggiungere una civiltà mondiale libera dalla povertà, dalla malattia e dall’ignoranza della propria anima. L’oblio da parte dell’essere umano delle risorse dell’anima
– risultato di un uso improprio del libero arbitrio – è la causa alla radice di ogni altra forma di sofferenza.