Il Forteto è stata una realtà per lungo tempo impegnata esclusivamente a seguire le proprie complesse vicende interne e solo di recente ha deciso di aprirsi alla costellazione comunitaria italiana. L’apertura è stata senza riserve, al punto che l’incontro RIVE 2005 ha avuto luogo sui terreni della sua grande tenuta. Sono particolarmente entusiasta di quest’esperienza, non foss’altro perché coloro che la stanno vivendo “sono riusciti ad alchemizzare in una sapiente osmosi un sano spirito imprenditoriale con i migliori principi del vivere comunitario, una buona dose di realismo con una propensione a volare alto”. Oggi i membri del Forteto sono circa un centinaio, tutti assunti dalla cooperativa agricola comunitaria (impiega anche 40 dipendenti esterni). La cooperativa fattura 15 milioni di euro all’anno, esporta prodotti caseari in tutto il mondo ed è una delle maggiori produttrici, in Italia, di carne chianina. Appena arrivati sulla proprietà si incontra un grande parcheggio e subito dopo un centro commerciale che, all’interno, ha tutta l’aria di un autentico supermercato. L’offerta è particolarmente poliedrica; dai prodotti biologici, biodinamici e convenzionali a quelli del mercato equo e solidale. Parliamo dunque di una comunità ricca (abbiamo avuto modo di visitare, ad esempio, la bella villa padronale, acquisita come parte integrante della tenuta, i suoi eleganti salottini “di rappresentanza”) che riesce a cavalcare agevolmente la tigre del mercato ma ha mantenuto saldo, come accennato in apertura, un “radicale spirito comunitario”. Vediamo allora di considerare più a fondo questo aspetto non senza tracciare prima un rapido profilo storico. La cooperativa agricola “Il Forteto” si costituisce nell’agosto del ’77. È composta da un gruppo di circa quaranta giovani “sperimentatori” dell’area di Prato, coinvolti, nel caleidoscopico laboratorio di quegli anni. Sin dal principio le motivazioni non sono meramente economiche, né originano solo da uno smodato amore per la campagna, piuttosto contagioso in quel periodo storico, cupo e creativo ad un tempo. Quello che spinge i ragazzi pratesi ad abbandonare le prospettive della città è soprattutto la voglia di vivere insieme, di condividere un percorso di crescita in un contesto caldo e pulsante di vita naturale, di ridefinire il concetto di famiglia valorizzando le affinità esistenziali più dei semplici legami di sangue. Iniziano dunque a lavorare nei campi in modo avventuroso e precario, nel corso degli anni incontrano problemi anche gravi, quasi insormontabili ma non perdono il loro spirito di gruppo, al punto che del nucleo originario si ritirano “a vita privata” solo quattro persone. La maggior parte dello stipendio di ciascun socio della Cooperativa Agricola Il Forteto viene lasciato in una cassa comune per finanziare spese mediche, scolastiche, di ristrutturazione ed altro. La comunità, ad esempio, si occupa di affittare diversi appartamenti per le vacanze estive.
I minori sono complessivamente 22 e questo non in virtù di una smodata fertilità delle donne comunitarie ma di un’esplicita propensione all’accoglienza di persone in difficoltà. Molti adulti del Forteto, dunque, si son fatti dare ragazzi in affido, coerentemente con uno dei valori più sentiti nell’ambito dell’esperienza comunitaria.Un importante momento di aggregazione per i membri della cooperativa-comunità sono i pasti, che vengono consumati in una sala piuttosto grande, in grado di ospitare lunghi tavoli in legno di castagno. Dopo cena viene lasciato ampio spazio alla condivisione e questo ha un duplice effetto: organizzare, in maniera informale, il lavoro della cooperativa e lasciare modo a ciascuno di esprimere i propri pensieri ed eventuali disagi, inquietudini e soddisfazioni. Al momento di dormire uomini e donne vanno in camere separate con tre o quattro posti-letto. Questo in conseguenza di molte valutazioni, fatte nel corso di diverse assemblee, riguardo le profonde differenze tra l’universo maschile e quello femminile. Questa formula, tuttavia, non deve essere necessariamente rigida o definitiva. Nel 1998 è stata istituita, al Forteto, una fondazione che ha iniziato presto ad organizzare convegni con operatori sociali e sanitari sui temi dell’affido, dei diritti dei minori -soprattutto se svantaggiati- e delle relazioni interpersonali. Sta anche finanziando ricerche di buon livello -ad esempio quella del sociologo Giuseppe Ferroni, pubblicata dalla casa editrice Il Mulino - sugli effetti terapeutici della convivenza comunitaria, al Forteto, su persone segnate da traumi o disagi psicologici.
Il Forteto,
Frazione Riconi 16, Dicomano (FI)
Tel. 0558.448376
E-mail posta@forteto.it
Sito internet www.forteto.it