TRANSUMANZA

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martedì 25 agosto 2009

Lo yoga e Smriti.

La scienza dello yoga si applica a tutti gli aspetti della vita.
Gli effetti delle pratiche yogiche, durante e dopo le applicazioni, sono stati costantemente monitorati da medici e scienziati di tutto il mondo ed è stato dimostrato che le asana, il pranayama, i mudra ed i bandha [branche diverse della scienza dello yoga] sono un potente strumento per recuperare e mantenere una buona salute fisica e mentale.
Speriamo dunque di assistere, nel prossimo futuro, ad una crescente applicazione dello yoga in tutti gli ambiti della nostra vita.
(Tradotto da: Swami Satyananda Saraswati, Asana Pranayama Mudra Bandha, Yoga Publications Trust, Munger, Bihar, India, 2006).


Lo yoga (dal sanscrito yuj, “unire” o meglio “aggiogare”) può anche essere presentato come un viaggio nei diversi livelli del sè, riconducibili al corpo ed al respiro, alla coscienza individuale fino alla coscienza transpersonale ovvero, per citare una definizione del Journal of Transpersonal Psychology, a quegli “stati di coscienza unitivi, spirituali e trascendenti”.
Lungi dal vincolarsi alla sola sfera del sacro, come può credere ancora qualcuno, lo yoga è un fenomeno che può essere agevolmente letto con lenti scientifiche.
Tuttavia, nella sua terra natale, l’India, lo yoga ha ancora, presso molti maestri, una vocazione fortemente bhakti: devozionale. È questo senz’altro il caso della yogini Smriti Singh. La smriti, del resto, identifica, a livello culturale, la “tradizione” o, stando alla traduzione letterale, la “memoria”. Nell’ambito della filosofia e della religiosità indiane segue la śruti (rivelazione), peculiare della fase vedica, assumendosi l’onere di mantenerne vivo l’influsso sulla società e chiarirne i significati profondi.
La letteratura della smriti comprende dunque aforismi (sūtra) -cui seguiranno i diversi śastra, “trattati”, “testi autorevoli” relativi al dharma (Dharmaśastra e Mānavadharmaśāstra) ed alla sfera della ricchezza e del potere (Arthaśāstra)- e gli Itihāsa (“Storie del passato”), i più celebri dei quali sono due imponenti poemi epici -il Mahābhārata ed il Rāmāyana- e raccolte di antiche leggende (Purāna).
Al di là dell’altisonanza del nome, Smriti è una persona molto informale ed accessibile, contrariamente alla supponenza ed albagia di molti pandit o sedicenti guru (spesso, semplicemente, più o meno abili pataccari, lo dico forte di un’esperienza di vita in India di circa 4 anni).
Il suo centro di yoga, nel cuore della città santa di Varanasi, è un “centro aperto”.
Gli studenti si trattengono spesso anche oltre l’orario delle lezioni, per bere un tè e chiacchierare. A volte accompagnano Smriti nei suoi giri che hanno spesso come meta un tempio, uno dei tanti in una delle città più religiose dell’India, dove officiare una puja (celebrazione di offerta alla divinità).

Breve storia dello yoga
Lo yoga come lo conosciamo oggi si è sviluppato nell’ambito della civiltà tantrica, presente in India ed in diverse altre parti del mondo circa 10.000 anni fa.
Nel corso di scavi archeologici effettuati nella Valle dell’Indo, ad Harappa e Mohenjodaro (oggi in Pakistan), sono state trovate molte statuine di divinità con le fattezze di Shiva e Parvati intenti a praticare asana (posture yogiche) o forme di meditazione.
Queste rovine erano un tempo insediamenti abitativi di un popolo vissuto nel periodo pre-vedico, prima che fiorisse la civiltà ariana nel sub-continente.
Stando alla tradizione mitica, Shiva fu il fondatore dello yoga e Parvati la sua prima discepola.
Shiva viene ampiamente considerato, in India, il simbolo e l’incarnazione della coscienza suprema laddove Parvati rappresenta la conoscenza assoluta, la volontà e l’azione, oltre ad essere responsabile della creazione.
La sua forza o energia è anche conosciuta come kundalini shakti ed è presente, dormiente, in tutti gli esseri viventi.
[…]
Tantra è una combinazione di due parole, tanoti e trayati che significano, rispettivamente, “espansione” e “liberazione”.
Attraverso il tantra si può ottenere la liberazione dai legami del mondo pur continuando a vivere in esso.
Il primo passo, nel tantra, è conoscere i limiti e le capacità del corpo e della mente. In un secondo tempo, prescrive tecniche per l’espansione della coscienza e la liberazione dell’energia, nel momento in cui le limitazioni individuali vengono trascese ed una realtà più alta viene esperita in maniera diretta.
[…]
Nei tempi pre-vedici e vedici le tecniche yogiche venivano tenute segrete, passando semplicemente dalla bocca del maestro all’orecchio del discepolo.
[…]
I primi libri a riferire dello yoga sono stati gli antichi Tantra e, successivamente, i Veda che tuttavia non presentano pratiche specifiche limitandosi a fornire, piuttosto, alcuni riferimenti simbolici.
I versi dei Veda, difatti, prendevano corpo nella mente dei rishis (chiaroveggenti) in uno stato di profonda meditazione yogica (samadhi) e, una volta scritti, venivano considerati oggetto di rivelazione.
Sarà poi nelle Upanishads che lo yoga inizierà ad assumere una forma più definita. Queste scritture, nel loro insieme, formano il Vedanta, il culmine dei Veda, di cui, si sostiene, contengano l’essenza.
Nel sesto secolo avanti Cristo l’influenza di Buddha si ripercosse positivamente sugli ideali di meditazione, etica e morale e dunque le pratiche preparatorie dello yoga iniziarono ad essere ignorate.
Tuttavia, alcuni pensatori indiani realizzarono presto quanto rischiasse di essere limitativa questa visione.
Nel trattato sul raja yoga (comunemente conosciuto come gli Yoga-Sutras e di cui si discute, ancora oggi, l’esatta datazione; le ipotesi oscillano tra il secondo-terzo secolo avanti Cristo ed il secondo-terzo secolo dopo Cristo per quanto alcuni elementi del trattato possano essere datati intorno al quarto secolo dopo Cristo), Patanjali codificò il primo definitivo ed integrale sistema di yoga.
Spesso identificato come il sentiero degli otto stadi, comprende yama (astensioni), niyama (prescrizioni), asana (posture, esercizi fisici), pranayama (esercizi respiratori), pratyahara (il ritirarsi della coscienza dall’ambiente esterno), dharana (concentrazione), dhyana (meditazione) e samadhi (l’identificazione con la pura coscienza).
Lo yogi Matsyendranath, vissuto tra il nono ed il decimo secolo dopo Cristo insegnò che prima di addentrarsi nella pratica della meditazione, il corpo ed i suoi elementi hanno bisogno di una purificazione.
Fondò il culto dei Nath e la postura yogica matsyendrasana ricorda il ruolo cruciale che ha avuto nella storia della disciplina.
Il suo principale discepolo, Gorakhnath, scrisse libri di hatha yoga nel dialetto della sua regione ed in hindi.
La tradizione indiana prevedeva, in realtà, che i testi originali fossero scritti in sanscrito. In molti casi venivano utilizzati riferimenti simbolici di modo che solo coloro che erano pronti a ricevere un determinato insegnamento fossero in grado di comprendere.
Una delle maggiori autorità riguardo l’hatha yoga, Swami Swatmarama, scrisse, nel quindicesimo secolo, lo Hatha Yoga Pradipika o “Far luce sullo Yoga”, in sanscrito, considerando tutto il materiale esistente in merito. Nel far questo, ridusse l’enfasi su yama e niyama, eliminando un ostacolo che scoraggiava molti principianti.
Nell’Hatha Yoga Pradipika, Swatmarama inizia a focalizzare la propria attenzione sul corpo e solo in un secondo momento, quando la mente inizia ad essere più stabile e bilanciata, considera gli elementi dell’autocontrollo e della disciplina.

La rilevanza dello yoga oggi
La terapia fisica e mentale sono una delle più importanti acquisizioni dello yoga.
Ciò che lo rende così potente ed efficace è il fatto che lavora su principi olistici di armonia ed unità.
È stato riscontrato un buon successo dello yoga come forma alternativa di terapia in malattie quali l’asma, il diabete, l’artrite, disordini digestivi, squilibri della pressione arteriosa e problematiche di natura cronica.
La ricerca sugli effetti delle pratiche yogiche su persone affette da HIV sta avanzando con risultati promettenti.
A parere di illustri esponenti della scienza medica, la terapia yogica ha successo per l’equilibrio che crea nei sistemi nervoso ed endocrino che influenza direttamente tutti gli altri sistemi ed organi del corpo.
Per la maggior parte delle persone, tuttavia, lo yoga è semplicemente sinonimo di salute e benessere in una società ogni giorno più stressante.
Le asana rimuovono la tensione fisica accumulata durante la giornata, in ufficio.
Le tecniche di rilassamento aiutano a massimizzare l’efficacia di un tempo progressivamente meno disponibile.
In un’epoca di cellulari e shopping ininterrotto, le pratiche yogiche rappresentano un importante serbatoio di senso.
Oltre le esigenze individuali, i principi sottintesi dello yoga offrono un reale strumento per combattere il disagio sociale.
In un momento storico in cui il mondo sembra essere giunto ad un punto morto, nel rifiuto di valori tradizionali cui non si è stati in grado di sostituirne di nuovi, lo yoga offre un percorso attraverso il quale i praticanti hanno modo di connettersi con il loro più autentico essere interiore, sviluppando armonia e compassione.
Possiamo dunque dire che lo yoga non si limiti ad essere, semplicemente, un complesso di esercizi fisici ma sia piuttosto un valido supporto per impostare un nuovo stile di vita che coinvolga, armonizzandole, la realtà interiore e quella esteriore.
Questo nuovo modo di vivere, tuttavia, è un’esperienza che non può essere compresa intellettualmente e può solo divenire, attraverso la pratica e l’esperienza, una “conoscenza vivente”.
(Swami Satyananda Saraswati, Asana Pranayama Mudra Bandha, Yoga Publications Trust, Munger, Bihar, India, 2006, pp.1-6, traduzione mia).

Smriti: un’autopresentazione
Sono nata nel nord dell’India, nella città santa di Varanasi (un tempo conosciuta come Kashi: la città della luce) dove gli hindu sperano di morire per l’ultima volta.
Era il 3 dicembre 1976.
Mia madre è una buona yogini ed ha iniziato ad insegnarmi le asana quando ero ancora bambina.
A 16 anni ho cominciato a frequentare il Besant Kanya Mahavidhyalya (un college fondato da Annie Besant, personaggio particolarmente attivo nell’ambito della società teosofica) dove ho approfondito lo studio del sanscrito.
Nello stesso tempo sono stata eletta Miss Kashi e dunque praticavo costantemente le asana per mantenere la linea, lavoravo in televisione come attrice e giovane giornalista oltre a partecipare ad alcune sfilate di moda.
A 18 anni ho iniziato a studiare storia antica dell’India, filosofia, hindi alla BHU (Benares Hindu University). Alcuni anni dopo ho studiato sociologia, storia e letteratura hindi alla Mahatma Gandhi Kashi Vidhyapeath ed ho seguito un corso di sanscrito alla Sanskrit University finalizzato alla migliore recitazione dei mantra.
A 23 anni ho iniziato a lavorare nella Mother Mary English School dove ho avuto la mia prima esperienza come insegnante di yoga.
Nello stesso periodo ho avuto seri problemi di spondilite e non riuscivo a respirare dalla narice sinistra, dunque ho iniziato ad integrare la pratica delle asana con alcuni tradizionali esercizi respiratori conosciuti, nella scienza dello yoga, come pranayama.
Feci un’intervento al naso ma senza successo, dunque ho imparato lo shatkarma (sei esercizi di purificazione interna: neti, dhauti, nauli, basti, kapalbhati, trataka) nell’International Yoga Ashram Nagwa Assi e, in questo modo, ho risolto tutti i miei problemi.
Ho iniziato a lavorare in un centro di recupero per tossicodipendenti come yoga-terapeuta. Ho continuato per 5 anni avendo molto successo: molte persone sono state recuperate. Nel 2004 ho fondato la ONG Om International Yoga Health Society ed ho iniziato ad insegnare regolarmente in un quartiere del centro storico della città.
Nel marzo 2007 ho creato un mio centro di yoga ad Assi Ghat, l’area internazionale di Varanasi (dove trascorreva lunghi periodi lo scrittore italiano Tiziano Terzani), di fronte al Gange e poco distante dalla BHU.

Gli insegnamenti

In genere offro 90 minuti-2ore di lezione integrata di yoga.
Inizio con un’offerta a Shiva, cantando il Mahamritiunjay Mantra come pratica di bhakti-yoga (yoga della devozione).
Mi astengo dal farlo durante il mio periodo mestruale o quando gli studenti me ne fanno esplicita richiesta.
Dopo la pratica di bhakti-yoga inizio a guidare esercizi di riscaldamento, così da preparare il corpo alla pratica delle asana.
Inizio la mia lezione di asana con i saluti al sole (Surya Namaskar): una sequenza di 12 asana che risale al periodo vedico e viene considerato uno dei metodi più utili per avere una vita sana, attiva e vigorosa e per preparare l’espansione della consapevolezza.
Dopo aver fatto eseguire 7-8 volte il Surya Namaskar, guido alcune asana scegliendole tra 6 diverse tipologie.
Le sequenze che faccio eseguire variano da lezione a lezione, a seconda del livello di esperienza e della preparazione fisica degli studenti.
Dopo questa fase un po’ di tempo deve essere dedicato alla pratica del pranayama (un’insieme di pratiche che utilizzano il respiro per influenzare il flusso di energia vitale -prana- nei canali energetici -nadi- del corpo energetico -pranamaya kosha-), spesso ingiustamente ignorata; il respiro è il nostro principale processo vitale che influenza i processi di ciascuna cellula ed è intimamente legato al cuore ed all’attività del cervello.
La mia lezione standard -che include nella pratica del pranayama anche quella dei bandha e dei mudra- (per delucidazioni al riguardo rimando ad un testo, specializzato, di yoga per evitare penalizzanti semplificazioni) termina con una breve esperienza meditativa (lo stadio della meditazione, tuttavia, richiede lezioni finalizzate) e semplici asana di rilassamento.
Condizioni richieste per partecipare sono: uno stomaco vuoto, vestiti comodi ed un’attitudine seria.
Smriti

Om International Yoga Health Society
La Om International Yoga Health Society, ONG ufficialmente approvata dal governo indiano, è stata fondata con lo scopo di promuovere la pratica dello yoga come supporto terapeutico e percorso spirituale.
Nel dettaglio gli scopi dell’organizzazione sono:

1)Promuovere la conoscenza dello yoga contribuendo allo sviluppo di una “salute sociale”;
2)aiutare le persone con disagi fisici e psicologici;
3)offrire corsi e trainings di varia durata (una settimana, un mese, tre mesi etc) ovunque ne venga fatta richiesta;
4)offrire lezioni gratuite di yoga e meditazione per pazienti affetti da H.I.V., cancro o tossicomani;
5)organizzare dimostrazioni di yoga, programmi di un’ora e stages nel centro della Society, in hotels di Varanasi e dovunque ne venga fatta richiesta;
6)contribuire ad iniziative ecologiche e culturali a Varanasi ed in India.

Servizi offerti dalla Society

In aggiunta alle lezioni standard di ashtanga yoga descritte nella sezione degli insegnamenti, la Om International Yoga Health Society offre lezioni di:

hatha yoga,
kriya-yoga,
nada-yoga,
kundalini-yoga,
bhakti-yoga,
mantra-yoga,
shatkarma (sei esercizi di purificazione interna),
dhyana
(meditazione),

Sessioni di reiki, pranic healing e riflessologia,
Diversi tipi di massaggio: ayurvedico, svedese, Shiatsu ed altri.
Meditazioni di Osho
Consulenze alla luce delle antiche conoscenze indiane di astrologia, numerologia e chiromanzia offerte dal pandit Ramesh Mishra di Varanasi.

RecapitiOm International Yoga Health Society

Ufficio: Brij Enclave Colony, Sunderpur, Varanasi

Centro di yoga: Opp. Alok Nursing Home Assighat Road, upper the Preshak Book-shop B. 1/229-A, Assi, Varanasi 221005 (U.P.), India.

Telefono
+919336916081 +919794113505
E-mail omyogasmriti@yahoo.co.in
Sito Internet www.omyogainternational.com