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giovedì 17 dicembre 2009

Scontri a Christiania.

Copenaghen: scontri nel quartiere hippy di Christiania, oltre 200 arresti, titola il Corriere.it. Il tutto è avvenuto lunedì sera a seguito dell'intervento della polizia in una festa cui partecipavano militanti ambientalisti danesi e stranieri (molti dei quali a Copenaghen per seguire il summit sul clima). Il movente sarebbe stato un precedente lancio di molotov, da parte di alcune persone presenti a Christiania, contro poliziotti che stavano tentando di spengere incendi di barricate di cassonetti all'ingresso della più grande comune metropolitana d'Europa. I 200 arresti hanno fatto seguito a quelli di 17 persone, a seguito di una manifestazione per "l'apertura delle frontiere ai profughi climatici".
Trovo che l'articolo citato sia sgangherato ed un po' approssimativo, riguardo la presentazione di Christiania che non si limita ad essere, genericamente, un "quartiere hippy" (per una presentazione più dettagliata dell'esperienza comunitaria danese cliccare qui) nè ad essere "il più grande rifugio di emarginati d’Europa".
Sono stato l'ultima volta a Christiania nel giugno 2006 e la situazione era cronicamente tesa con le forze dell'ordine. E' in atto da anni, infatti, un tentativo di normalizzazione dell'area occupata che fa gola a costruttori per la realizzazione di un quartiere residenziale, in una zona appartata ma ragionevolmente vicina al centro di Copenaghen, con meraviglioso laghetto dove rilassarsi con barchette, canoe, eccetera. I cristianiti, naturalmente, non ci stanno, molti di loro enfatizzano, forse in maniera un po' infantile, un'attitudine estremista ma trovo perfettamente legittime le loro istanze di difesa di quello che venne considerato nei primi anni, dallo stesso governo danese, un interessante "esperimento sociale". E' vero, altresì, che il posto è un magnete per persone emarginate, anche, ad esempio, profughi groenlandesi (rispetto ai quali svolge, tuttavia, un'importante funzione di accoglienza) e che questo sia anche dovuto al fatto che nei suoi viali principali venisse venduta, alla luce del sole fino a pochi anni fa, droga leggera (hashish e marijuana). Identificare Christiania con l'estremismo e l'emarginazione rientra in una lettura necessariamente riduttiva del fenomeno che ha, ad esempio, straordinari recuperi sul fronte dell'espressione artistica, in particolare musicale. Christiania è in discreti rapporti con il network comunitario danese ed internazionale, non è dunque una realtà isolata e non credo vada lasciata a sè stessa per quanto, effettivamente, alcuni cristianiti potrebbero smetterla di giocare agli squatters e non ostacolare l'adozione una linea comune (cosa difficilissima viste le tante anime di questa realtà) maggiormente in grado di dialogare con il mondo contemporaneo, finanche con le istituzioni. In altre parole, credo davvero la storia abbia dimostrato che l'anarchia e la ricerca del conflitto a tutti i costi non siano carte vincenti.