Di seguito la newsletter della Associazione di Promozione Sociale Cohousing in Toscana, tesa a promuovere "nuove forme di antico vicinato solidale [...] che possano anche costituire dei laboratori di gestione partecipata delle risorse e dei servizi, di comunicazione non-violenta, e in generale dei progetti-pilota nell'ambito della sostenibilità ambientale e sociale".
Sabato 30 Gennaio: invito alla FestAssemblea, un momento per informarsi e conoscersi!
dove?
in via G.Orsini 44 Firenze
quando?
dalle 15:30 Assemblea dei Soci
dalle 18:00 Accoglienza interessate/i a saperne di piu'
dalle 20:30 Cena* e a seguire giochi, canti e balli...
*costo cena adulti 10€, bambini 5€ - e' indispensabile prenotarsi entro il 28/01 telefondando al 340.3087135 o scrivendo a laura.bignotti@fastwebnet.it
Le nostre ricerche per realizzare un cohousing
Negli ultimi mesi abbiamo ricercato e ricevuto proposte di terreni edificabili o di fabbricati da ristrutturare che vorremmo illustrare ai soci e a chi è interessato al cohousing. Ci piacerebbe verificare se le ricerche che stiamo facendo suscitano qualche interesse concreto fra coloro che ci hanno contattato.
Nei pressi di San Vincenzo a Torri, comune di Scandicci, terreno con piano di recupero a fini residenziali per circa 60 unità immobiliari;
A Cellai, comune di Rignano, 2 capannoni da demolire con progetto approvato per la costruzione di unità immobiliari;
Bagno a Ripoli, complesso colonico da ristrutturare;
Rignano sull'Arno, 20 appartamenti e 9 villette;
Signa, intervento edilizio con progetto approvato di 5 edifici per 30 appartamenti;
Falciani, terreno edificabile con progetto approvato per 20 villette terratetto.
Si terrà a Firenze, il 23 Gennaio....
INCONTRO NAZIONALE U.I.
Case popolari e/o social-housing
Perchè ci riuniamo a convegno?
In Italia si realizzavano ogni anno decine di migliaia di alloggi popolari e altrettanti dalle cooperative edilizie L'affitto era sociale e gli interessi di mutuo erano estremamente ridotti.
Queste condizioni derivavano dalla disponibilità di aree a prezzo “agricolo” e da un constante flusso finanziario costituito dalla cosiddetta contribuzione Gescal. Come ulteriore calmiere al fianco del settore pubblico operavano gli enti previdenziali pubblici e le stesse assicurazioni di interesse nazionale, sostenuti da appositi piani urbanistici e da finanziamenti autonomi.
Oggi nulla di tutto questo, solo un immane spreco edilizio.
Un mercato immobiliare irrazionale, con affitti da strozzo ed elevatissimi prezzi di vendita, sta portando milioni di famiglie italiane e di lavoratori immigrati allo sbando; cresce il degrado e nel degrado la rabbia, l'intolleranza, la xenofobia.
In questa drammatica fase economica, il nocciolo della questione, per un governo concepito come servizio alla collettività, sta nell'utilizzazione delle risorse finanziarie e patrimoniali a disposizione dello Stato e degli altri Enti Pubblici.
Per maggior concretezza non è ammissibile insistere con enfatici grandi lavori pubblici, è inaccettabile il continuo incremento delle spese militari, sono da bloccare gli impieghi speculativi del patrimonio pubblico “disponibile”.
In sintesi dovrebbe essere all'ordine del giorno la sostanziale correzione dei bilanci dello Stato e degli Enti locali; imprescindibile una nuova politica economica che abbia tra i suoi cardini la messa in sicurezza ambientale del territorio e un efficace piano nazionale per la realizzazione di alloggi pubblici e sociali, e che tale indirizzo sia alimentato anche con un diverso e positivo impiego del risparmio delle famiglie.
Le difficoltà da superare sono enormi: cozziamo contro interessi perversi.
Eppure, per nostra comune responsabilità civica e morale, dobbiamo provarci, precisando i punti di convergenza che già esistono.
Anche per questo ci/vi incontriamo all'interno dello straordinario recupero abitativo sociale delle Murate.
Il programma del convegno e altre informazioni all'indirizzo:
http://www.unioneinquilini.it/index.php?id=1398
Nasce a Roma la rete del Cohousing!
La sua funzione è quella di coordinare le varie iniziative e sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto vuole fare pressione a livello politico....
di Nicoletta Salvi
Sarà che a Roma la vita è molto dura, gli affitti sono alle stelle, il tessuto sociale è sempre più sgretolato, ma qui molta gente è convinta che vivendo in un cohousing migliorerebbe la qualità della vita, le bambine/i crescerebbero più felici, diminuirebbe lo stress e pure il traffico. Però chiunque abbia provato a realizzare un cohousing con le proprie forze ha visto fallire tutti i tentativi perché il mercato immobiliare è spietato, la speculazione è molto forte e la burocrazia è ottundente. Cosi i vari gruppi si sono organizzati.
Le associazioni già presenti sul territorio ed i vari gruppi informali che stanno cominciano a prendere forma si sono uniti per avere un’unica voce ed hanno creato la Rete per il cohousing. La sua funzione è quella di coordinare le varie iniziative e sensibilizzare l’opinione pubblica, ma soprattutto vuole fare pressione a livello politico, affinché il cohousing venga riconosciuto ed adottato dagli organi amministrativi. La Rete ha come obbiettivo anche quello di allargarsi e di racchiudere tutte le associazioni esistenti a livello nazionale. A Roma è riuscita a raggiungere alcune importanti conquiste.
I primi risultati
Un primo successo si è avuto nel gennaio 2009, quando il consigliere comunale Giulio Pelonzi ha inserito il cohousing all’interno del Documento di Programmazione Finanziaria (DPF) del PD definendolo come “progetto pilota, una sperimentazione che il Comune potrebbe portare avanti a livello non solo cittadino ma anche regionale e nazionale”. A seguito di ciò il Comune di Roma ha voluto approfondire l’argomento ed ha incaricato l’Associazione MIDA, specializzata in pratiche di vita sostenibile, di redigere uno studio sulla fattibilità legislativa ed economica di un cohousing nell’area metropolitana di Roma.
Lo studio è stato presentato il 15 dicembre in Campidoglio offrendo suggerimenti e strumenti pratici all’amministrazione e alle addette/i ai lavori per poter agire concretamente. “Abbiamo approfondito l’aspetto pratico della realizzazione e cioè le norme urbanistiche, la legislazione esistente in merito e le formule di approvvigionamento finanziario, con tanto di esempio pratico di un progetto su di un’area esistente” spiega Mauro Furlotti presidente dell’Associazione. ”Vogliamo che questa iniziativa abbia un carattere sì divulgativo, ma anche propositivo e pratico, per questo abbiamo invitato non solo i rappresentanti delle istituzioni ma anche i costruttori.”
Inoltre, a Novembre del 2009 è stato emanato un Bando del Comune di Roma per la Riqualificazione degli Immobili agricoli (PRIA) (www.comune.roma.it/ Dipartimenti e altri uffici/Dipartimento III/) nel quale il cohousing è stato inserito come intervento migliorativo a livello sociale. Nell’assegnazione dei punteggi, nel caso in cui le proprietarie/i stipulino un accordo preventivo documentato con “associazioni di cohousing” otterranno un punto in più. Il Bando mira a riqualificare le aziende agricole dell'agro romano ed a reperire alloggi in affitto a canone basso all'interno degli edifici attualmente inutilizzati presenti nelle aree agricole per i quali sarà possibile ottenere un cambio di destinazione d’uso a residenziale. Questa iniziativa risolverà in parte il problema dei gruppi di reperimento dell’immobile, ma le limitazioni sono molte: i membri non avranno la possibilità di comprare casa e per poter accedere all’affitto calmierato dovranno rispondere ai requisiti propri dell’housing sociale (tetto di reddito, impossibilità di accedere al libero mercato etc). Inoltre nel bando non viene specificato cosa si intende per associazione di cohousing, il che potrebbe portare a disguidi ed inganni di vario tipo. In generale poi vi sono molte perplessità rispetto alle ripercussioni che il bando avrà sul territorio: c’è infatti chi vi legge un ennesimo saccheggio dell’agro romano, guidato da interessi speculativi piuttosto che da una pianificazione ragionata.