Oggi, una nuova sezione della tesi di Eleonora Luisi. Per la parte precedente cliccare qui, per la prima parte qui.
1.7 Le invasioni musulmane in India
L’epoca musulmana ha inizio nel 622 d.C. con la fuga di Maometto dalla Mecca. Le prime incursioni turche nell’India del Nord risalgono al XII sec., quando Maometto di Ghor si assicura nel 1192 il controllo della Valle dell’Indo e del Gange.
L’aristocrazia guerriera dei Rajput che è divisa in numerosi clan non riesce ad opporsi al nemico e mentre gli incursori dilagano, i Rajput si chiudono nelle loro città fortezza. Le differenze salienti tra l’Islam e l’Induismo sono innanzitutto nei diversi stili di vita: i musulmani sono considerati tutti uguali davanti a Dio, mentre gli hindù sono divisi in caste; i musulmani sono poligami, gli hindù monogamici; i musulmani non prevedono la rappresentazione della divinità, per gli hindù dio viene rappresentato tramite diverse divinità; per i musulmani la vacca è un animale da macello, per gli hindù le vacche sono considerate sacre.
Quando arrivano in India i Turchi sono una popolazione intollerante e iniziano a distruggere molti templi induisti e questo rende difficile la fusione con la popolazione locale. Delhi diventa la capitale dei musulmani dell’India, che presto si trovano ad affrontare invasioni dei Mongoli guidati da Gengis Khan, ma nonostante il loro isolamento riescono a respingere le invasioni mongole e ad estendere la loro influenza verso sud.
Un impero di quelle dimensioni è troppo esteso da poter mantenere e ben presto il sud si rende indipendente, mentre nel nord iniziano nuove penetrazioni di turco-mongoli provenienti dall’Asia centrale guidati da Timor o Tamerlano. Dopo che viene saccheggiata Delhi nel 1398, i Turchi si sono dimostrati incapaci di mantenere il dominio e decidono di iniziare una collaborazione con gli hindù. La dominazione turca ha delle conseguenze in India: si viene a formare una minoranza musulmana e viene eliminato quello che è rimasto del buddhismo.
La politica turca riesce ad eliminare le caste militari che esercitano il potere che da quel momento viene assunto dalla casta dei brahmani.
1.8 I Moghul
L’importanza dell’impero Moghul che si estende su quasi tutto il subcontinente non deriva dalla vastità delle sue dimensioni, ma dal fatto che gli imperatori Moghul promuovono lo sviluppo delle arti e della letteratura, sono grandi amanti dell’architettura e durante quest’epoca sono realizzati alcuni dei migliori monumenti dell’India, come ad esempio il Taj Mahal, ritenuto una delle meraviglie del mondo .
Babur è il fondatore della dinastia Moghul e grazie all’uso della sua artiglieria e cavalleria nel 1526 sconfigge nella battaglia di Panipat il sultano di Delhi. L’impero viene consolidato da Akbar (che significa “grande”), che riesce ad occupare Delhi e a estendere la sua influenza fino all’India centrale. È un uomo dalle spiccate capacità militari, ma anche colto e intelligente. Diversamente dai suoi predecessori si rende conto che gli hindù sono troppo numerosi per poterli sottomettere. Nonostante si ricordino i massacri di hindù a Panipat e Chitrod, Akbar cerca di promuovere la loro integrazione all’interno della società.
Sotto di lui e i suoi successori la classe dirigente è composta metà da musulmani e metà da hindù; l’impero viene diviso in una serie di province amministrate da funzionari; si ha la crescita dell’industria del cotone e una ripresa del commercio. Alla morte di Akbar i suoi successori cercano di mantenere il sistema da lui creato: sotto i Moghul non esistono distinzioni di razza, religione, colore, ma se una persona è ritenuta capace ha la possibilità di lavorare al servizio dell’Imperatore.
Quando al potere arriva Aurengzeeb la situazione non rimane invariata. Aurengzeeb è un musulmano ortodosso e intollerante e questo determina la fine della politica di tolleranza nei confronti degli hindù.
Dedica tutte le sue risorse all’ampliamento dell’impero e cerca di trasferire la capitale a sud, ma lo scontento della popolazione hindù, colpita da una pesanti imposte e dall’intolleranza religiosa, portano al declino del potere del sovrano. Inoltre incombe la minaccia dei Maharata nell’India centrale e degli Inglesi nel Bengala. Dopo la morte di Aurengzeeb nel 1707 ha inizio la decadenza dell’impero e nel 1739 il saccheggio di Delhi decreta la fine dei Moghul, anche se gli imperatori di questa dinastia continuano a governare fino al 1857 quando ha inizio la ribellione indiana.
1.9 I Rajput e i Maratha
I Rajput creano un regno hindù che nel periodo Moghul conserva la sua importanza. I Rajput provengono dal Rajasthan sono una casta di guerrieri abili nella cavalleria e si oppongono alle invasioni straniere anche se con risultati scadenti, infatti i loro regni divengono stati vassalli dell’Impero Moghul, ma le loro doti in battaglia sono riconosciute e molti uomini dell’esercito Moghul sono discendenti dei Rajput.
I Maharatha non sono abili guerrieri, ma ottengono il consenso della popolazione grazie alla loro difesa degli hindù contro gli invasori musulmani. Il suo capo Shivajì viene ricordato per le sue battaglie contro i Moghul nell’India centrale ed è venerato perché, anche se appartiene alla casta dei sudra, riesce ad ottenere risultati dove molti ksatriya hanno fallito.
Suo figlio viene catturato e ucciso da Aurengzeeb, mentre la scarse capacità del nipote determinano il passaggio dell’impero ai Peshawa, che sono ministri di governi ereditari. Questi ultimi consolidano il loro potere e riescono a conquistare i territori Moghul. La loro sconfitta risale nel 1761 a Panipat, dove Babur ha vinto la battaglia che segna l’inizio della dinastia dei Moghul, il vincitore è Ahmad Shah Durani, che viene dall’Afghanistan e arresta l’espansione dei Maharata e crea una dinastia chiamata Malwa che dura molto poco e deve piegarsi all’arrivo di una grande potenza europea: l’Inghilterra.
1.10 L’espansione degli Europei in India
Gli Inglesi non sono i primi Europei che arrivano in India, infatti già nel 1498 i portoghesi guidati da Vasco De Gama giungono nell’attuale Kerala. Il loro obiettivo principale è quello di trovare una rotta commerciale per introdurre il commercio delle spezie.
I portoghesi riescono a creare un monopolio commerciale tra l’Europa e l’India e nel 1510 occupano anche le città di Goa e Diu di cui mantegono il controllo fino agli anni sessanta. Dopo l’arrivo dei francesi e degli inglesi la potenza portoghese subisce un declino e non è più capace di controllare un impero così esteso.
Il monopolio dei traffici inglesi con l’India viene concesso nel 1600 dalla regina Elisabetta I all’ East India Company (Compagnia delle Indie), che stabilisce stazioni commerciali inglesi dapprima a Surat, nel Gujarat, in seguito a Madras e a Bombay.
I francesi occupano la città di Pondicherry anche dopo che gli inglesi lasciano l’India. In quel periodo si sta delineando una rivalità tra inglesi e francesi per il controllo delle rotte commerciali, ma alla fine sono gli inglesi che riescono a mantenere il monopolio. La potenza inglese ha una notevole espansione dopo la concessione da parte dei Moghul del permesso di attivare dei commerci nel Bengala e creare una stazione commerciale a Calcutta.
L’espansione inglese si amplia e questo determina la preoccupazione del nawab (il sovrano locale), che decide nel 1756 di attaccare Calcutta. La vicenda si conclude con la conquista della città da parte del Nawab e con la chiusura dei prigionieri inglesi in cella.
Alcuni mesi più tardi gli Inglesi guidati da Robert Clive si impadroniscono di Calcutta e di tutto il Bengala. Gli agenti della Compagnia delle Indie Orientali sotto la protezione inglese, riescono a ottenere in Bengala numerosi profitti.
Un nawab locale tenta di proteggere gli interessi locali, ma viene sconfitto nel 1764: questa vittoria sancisce la potenza inglese in India. Quando nel 1771 viene nominato governatore del Bengala Warren Hastings, la Compagnia delle Indie Orientali incrementa i suoi profitti. Hastings approfitta del vuoto di potere causato dalla decadenza dei Moghul e conclude accordi con i sovrani locali. Il Punjab è l’unico stato che resta fuori dal controllo inglese fino al 1849, in seguito alle due guerre con i sikh. Anche nel Nepal si afferma la potenza inglese: dopo una serie di battaglie con i Gurkha nel 1816 Kathmandu è occupata dagli inglesi.